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Paolo Gentiloni : "Non permetteremo che sia calpestata la dignità dell'Italia"

"Ci fermeremo solo quando troveremo la verità, quella vera e non di comodo". Lo ha detto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ribadendo in aula al Senato la posizione del governo italiano sulla morte di Giulio Regeni. "Per ragioni di Stato non permetteremo che sarà calpestata la dignità dell'Italia", ha aggiunto Gentiloni. "Se non ci sarà un cambio di marcia, il governo è pronto a reagire adottando misure immediate e proporzionate", ha spiegato il ministro.

Ora che l'incontro con la delegazione egiziana è stato confermato, quello che si attendono gli inquirenti in Italia è una risposta sulla volontà del Cairo di collaborare alla risoluzione dell'omicidio Regeni.

Lo ha ribadito questa mattina, in audizione al Senato, il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, sottolineando: "Non permetteremo che sia calpestata la dignità dell'Italia".

Parole ripetute spesso negli ultimi due mesi, mentre il team investigativo inviato al Cairo lamentava la scarsa cooperazione da parte della controparte e mentre il presidente Sisi prometteva invece di non fermarsi se non quando si fosse ottenuta la verità sulla morte del giovane ricercatore italiano.

"Dobbiamo capire se la fermezza delle reazioni dell'Italia intera potranno riaprire un canale di piena di collaborazione e lo capiremo a partire dall'incontro di giovedì e venerdì di questa settimana", ha detto oggi Gentiloni, ribadendo che l'Italia vuole tutti i documenti e gli atti che fino a oggi non sono stati condivisi e un "ruolo più attivo degli investigatori italiani".

A decidere se un cambio di marcia ci sarà stata dovrà essere la procura. Il procuratore Pignatone è già andato al Cairo e "ha rimesso la collaborazione sui binari giusti", ha detto il ministro degli Esteri. Ma i continui depistaggi non hanno aiutato e così le troppe indiscrezioni e anticipazioni pubblicate dalla stampa.

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