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La peste bianca della denatalità

Una questione molto grave non è doverosamente dibattuta e presa in grave considerazione: il suicidio demografico di quasi tutti i Paesi europei. Un morbo sta contagiando tutto il continente, si tratta della denatalità, una sorta di “peste bianca”, che sta falcidiando le nostre ricche città, le nostre capitali europee.

Non ci stiamo più riproducendo e contiamo sull’immigrazione per compensare la carenza di lavoro. Peraltro un’immigrazione per la maggior parte musulmana e questo significa che rischiamo una islamizzazione dell’Europa.

Di questi temi si occupa il libro di Giulio Meotti, articolista de Il Foglio, “La fine dell’Europa. Nuove moschee e chiese abbandonate”, pubblicato da Cantagalli (2016).

Il testo ha raccolto una serie di schede che descrivono i vari passaggi della morte dell’Occidente, dell’Europa. Attenzione una morte causata principalmente non per cause esterne, ma interne. “L’Europa, - ci tiene a precisare Meotti – muore sotto i colpi della denatalità e della de-cristianizzazione”. Per Meotti questa morte è intesa anche come “processo di mutilazione demografica che sta permettendo all’islam radicale di pensare che le sconfitte subite a Poitiers nel 732, a Lepanto del 1571, e a Vienna nel 1683 (così come la loro espulsione dalla Spagna nel 1492) saranno presto vendicate: il giorno della vittoria non è lontano. Non perché l’Europa sarà conquistata da un esercito invasore sotto le bandiere del Profeta, ma perché l’Europa, dopo essersi spopolata per noia ed essersi culturalmente disarmata, avrà consegnato il futuro a quegli immigrati islamici che creeranno quello che alcuni studiosi chiamano, con allarmismo ma anche a ragione, ’Eurabia’[…]”.

Il compito intrapreso da Meotti è necessario, ma impopolare, secondo Roger Scruton.  

Anche perché gli europei, la nostra classe politica, non vuole sentire questi discorsi: “che importa, la religione, del resto, è un fatto privato e non pubblico”. Sostanzialmente il potere ordina di tenere nascosta la questione demografica. Invece bisogna gridare eccome, è quello che fa il giornalista de Il Foglio.

Nel libro Meotti presenta una serie di dati, numeri, e citazioni che fanno riferimento a numerosi studi di demografi, di statistici, ma soprattutto a storici e studiosi delle grandi civiltà e in particolare del loro tramonto. I nomi più citati sono Toynbee, Gibbon, Brague, De Jaeghere, Chaunu. Meotti nelle schede proposte più volte fa riferimento alla fine dell’impero romano, simile a quello che sta succedendo a noi.

Inoltre nel libro si evidenzia l’occultamento delle autorità dei numeri drammatici sullo spopolamento dei Paesi europei. Naturalmente con l’intenzione di non allarmare i nativi.

L’Unione Europea è oggi la regione del mondo che presenta il più basso tasso di fertilità (1,55 figli per donna) e la più alta percentuale di popolazione ultra sessantaquattrenne. E’ l’”inverno demografico”, come lo ha definito Gerard-Francois Dumont. Nel 2016 per la prima volta nella storia, l’area dell’Unione Europea ha registrato più morti che nascite. Non era mai successo nella Storia che nazioni prospere e pacifiche scegliessero di scomparire. Eppure proprio questo stanno facendo i francesi, tedeschi, spagnoli, italiani.

E’ la tendenza suicida dell’Europa contemporanea. Ci sono diversi metodi per uccidere una civiltà. Uno di questi e dei migliori è quello di farti ammalare e poi di farti credere che ti sei salvato, quando la medicina somministrata in realtà è un brutto veleno. “E’ esattamente quello che sta avvenendo con la demografia – scrive Maurice Dantec – è un tabù, guai a parlarne, guai a disturbare il malato dicendogli che i suoi giorni sono contati”. Per capire quello che ci sta succedendo, dobbiamo rileggere il discorso di Alexander Solzhenityn che ha tenuto nel 1978 davanti agli studenti di Harward. Il grande scrittore russo, superstite del gulag, rimprovera all’Occidente, di aver perso il coraggio di combattere e di vivere in un’”atmosfera di mediocrità”.

Negli anni 70’ un gruppo di scienziati e premi Nobel, il famoso “Club di Roma”, e poi con il libro “The population bomb” di Paul Erlich, ipotizzavano una bomba demografica della sovrappopolazione. Addirittura per scoraggiare le nascite,

 si proponeva di tassare persino i prodotti per l’infanzia. Questi profeti di sventura non avevano capito che la bomba era la denatalità e non la sovrappopolazione.

Meotti elenca numerosi dati, dove si ricava che tra qualche decennio, le nazioni del mondo occidentale sono destinate a scomparire, compresa la nostra Italia. A partire dal 1994, ogni anno si procrea sempre meno, fino a raggiungere il record negativo delle nascite al di sotto del numero dei morti. Secondo l’Istat, non si registrano così poche nascite dal 1861. “Il bel paese sta diventando un reparto

 geriatrico[…] trentacinque anni fa, il 9% della popolazione era costituita da bambini di età inferiore ai cinque anni. Oggi questi bambini costituiscono solo il 4,2% della popolazione”. Praticamente i bambini stanno scomparendo in Italia. Nel 2050 rappresenteranno il 2,8%. Un inverno demografico che non può essere imputato alla mancanza di benefici sociali. Infatti il calo demografico è concentrato proprio nelle cosiddette regioni ricche. Lombardia, Emilia e Liguria. A Genova, “la città più vecchia d’Europa”, mancano le risate dei bambini.

Nel 2050, il 60%degli italiani non avrà fratelli, né sorelle, né cugini, né zie o zii. E se “nel XIV secolo, la peste nera spazzò via l’80% della popolazione italiana. Nel XXI secolo, la peste bianca sta facendo scomparire l’Italia per scelta”.

Pertanto l’Italia sta collassando ma anche gli altri Paesi europei. Il mondo occidentale che ha inondato di confort e di risorse le proprie società, ora è a corto di bambini, la vera risorsa indispensabile, senza la quale nessuna delle altre ha importanza. Esempio eclatante la Russia, piena di risorse naturali, eppure sta morendo. “Intere fasce dell’Europa, intere nazioni, hanno perso la voglia di riprodursi […]”. E’ una tendenza drammatica, che sta colpendo praticamente l’intera Europa centro-meridionale e orientale. Italia, Portogallo, Germania, Spagna, Grecia, Lettonia, Lituania, Ungheria, Romania, Bulgaria. Tutti i balcani sono già senza figli. Il declino demografico per Meotti è iniziato da quando è stata scoperta la “pillola che libera il sesso”, l’anticoncezionale scoperto dal biologo Gregory Pincus, che ha causato anche l’allontanamento degli uomini dalla Chiesa e dalla fede. Per Mary Eberstadt, c’è un nesso fondamentale tra sesso libero e morte di Dio. “La rampante scristianizzazione dell’Occidente è iniziata con l’avvento della pillola anticoncezionale”.

L’unico Paese del mondo occidentale a stare bene è Israele. Detiene, diversi record, che lo rendono unico. Il più importante è il tasso di fertilità. Negli ultimi vent’anni è salito del 60%.

Negli anni 70’ durante la cosiddetta “guerra fredda”, un politico danese, suggerì al proprio Paese di cancellare le forze armate: “ci arrendiamo”, disse. Oggi dopo tanti anni, in tutta l’Europa, ha preso piede questo pensiero. In Germania, la gloriosa Wehrmacht non esiste più. Gli eserciti europei sono “grassi, obsoleti e ridondanti”, affermava l’ex comandante supremo della Nato.

Tra le tante riflessioni nel testo di Meotti, forse quella più scandalosa, potrebbe essere quella che, il crollo della fede porta come conseguenza al crollo delle nascite. Ormai è evidente che il nostro continente da tempo ha abbandonato il cristianesimo. Le chiese sono vuote, i praticanti sono sempre di meno. Intanto però, come conseguenza dell’immigrazione, aumentano quelli che credono all’islam. Meotti fotografa la situazione della Francia, dove per anni sia a destra che a sinistra, “hanno rifiutato ogni dato scientifico sulla componente etnico-religiosa della società francese in nome della superiorità del ‘modello sociale francese’[…]”. In Francia, ma anche in tutta l’Europa, è stato creato “un vuoto religioso e culturale, prima che demografico”. Tutto questo ha portato a una resa. Quale europeo è pronto a morire per i valori della nostra società europea di oggi, quella del supermercato, del consumismo triviale, dell’egoismo, dell’edonismo volgare. Cosa hanno da offrire oggi per esempio, gli europei del Belgio, dell’Olanda? Il nudo, la pornografia, l’omosessualità, l’eutanasia? Le nostre capitali europee ormai sono piene di enclave musulmane dove le istituzioni peraltro, non entrano. Basta guardare Bruxelles, Londra, Parigi, in molti quartieri, vige la shairia. “Per chi ha difficoltà a immaginare Berlino, Parigi, Londra e Bruxelles cambiare così radicalmente basta guardare Costantinopoli, oggi Istambul, una volta il centro di un impero cristiano”.

Una conseguenza ben visibile dell’abbandono della fede da parte degli europei è la chiusura e svendita di parecchie chiese. Meotti nel libro elenca episodi abbastanza eclatanti, per esempio il Quebec canadese, la provincia più decristianizzata dell’emisfero occidentale. Chiese trasformate in centri benessere o in palestre. Adesso nel Quebec gli esperti di antiquariato visitano le chiese per valutare e vendere i manufatti religiosi. In Danimarca sono 200 le chiese che non servono più. In Germania sono stati chiusi ben 515 dal 2005. In Gran Bretagna se ne svuotano 20 ogni anno, al punto che esiste un sito dedicato alla vendita delle chiese sconsacrate. La più celebre chiesa di Amsterdam, san Vincentius, è stata trasformata in moschea. Tra le tante curiosità, segnalo, quella del duomo di Erfurt, in Germania, una delle più belle costruzioni medievali, simbolo di quell’”Europa delle cattedrali”, adesso è in vendita su Ebay.

Potremmo continuare a raccontare lo stillicidio delle chiusure e vendite degli edifici religiosi cristiani, il declino religioso del nostro continente. Parallelo a questo c’è invece un aumento di fervore religioso, nelle comunità islamiche che aprono luoghi di culto in ogni città europea.

Concludo con una riflessione dello scrittore francese Richard Millet, che vede oltre alla guerra del terrorismo islamista dell’Isis, Al Nusra, Al Qaida, Boko Haram, Talebani ecc. c’è un’altra minaccia molto seria per noi. Lo aveva esplicitata anni fa, l’algerino Boumedienne, dalla tribuna dell’ONU: “Un giorno milioni di uomini lasceranno l’emisfero sud per andare nell’emisfero nord. Non ci andranno come amici. Ci andranno per conquistarlo. E lo conquisteranno popolandolo con i loro figli. E’ il ventre delle nostre donne che ci darà la vittoria”.

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