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L'invasione turca di Cipro nel 1974 ha rappresentato un punto di svolta drammatico nella storia dell'isola, segnando l'inizio di un'occupazione militare che persiste tuttora. La Turchia colse l'occasione per imporre i suoi piani di spartizione contro Cipro in seguito al colpo di Stato del 15 luglio 1974, orchestrato dalla giunta militare di Atene contro il governo eletto del presidente Makarios. Il 20 luglio 1974, in violazione di ogni regola del diritto internazionale, compresa la Carta delle Nazioni Unite, la Turchia invase militarmente Cipro.

Questa prima fase dell'invasione illegale fu seguita da una seconda fase durante la quale fu occupata la città di Famagosta. La Turchia ha posto sotto occupazione militare oltre il 36% del territorio della Repubblica di Cipro, occupazione che continua fino ad oggi. L'invasione e l'occupazione turca hanno causato lo sfollamento di 162.000 greco-ciprioti, diventati rifugiati nella loro stessa patria. Le autorità di occupazione impediscono loro di tornare alle proprie case e proprietà.

Alla fine del 1975, la maggior parte dei turco-ciprioti che vivevano nelle zone controllate dal governo legittimo furono costretti a trasferirsi nel territorio occupato dalla Turchia, a causa della politica di pressione e ricatto della Turchia. Inoltre, circa 20.000 greco-ciprioti e maroniti scelsero di non lasciare le loro case nonostante l'occupazione. Tuttavia, la maggior parte di coloro che rimasero, principalmente nella penisola di Karpas, furono gradualmente costretti a lasciare l'area, riducendo il loro numero a soli 300.

L'accordo di Vienna del 2 agosto 1975 prevedeva che la Turchia fornisse assistenza alla popolazione enclave, comprese strutture per l'istruzione, l'esercizio della religione e le cure mediche. Tuttavia, in pratica, la Turchia ha violato questi impegni, sottoponendo gli enclave a continue vessazioni, restrizioni ai movimenti e negazione di servizi fondamentali, costringendoli infine a lasciare le loro case.

Dal 1974, la Turchia ha implementato una politica sistematica di colonizzazione della parte occupata di Cipro, trasferendo oltre 160.000 cittadini turchi nel territorio con l'obiettivo di alterare il carattere demografico dell'isola. Questa politica, combinata con l'espulsione degli abitanti greco-ciprioti, la distruzione del patrimonio culturale e il cambiamento dei nomi dei luoghi, mira a eliminare ogni traccia della presenza greca e cristiana e a turchizzare l'area. La leadership turco-cipriota ha consolidato il controllo, aggravato dalla migrazione di massa dei turco-ciprioti, che ha portato il numero di soldati e coloni turchi a superare quello dei turco-ciprioti rimasti.

Il 15 novembre 1983, la leadership turca a Cipro proclamò unilateralmente la cosiddetta "Repubblica Turca di Cipro del Nord", un atto condannato dalla comunità internazionale come illegale e privo di validità giuridica. Le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite 541 (1983) e 550 (1984) dichiararono questa proclamazione giuridicamente invalida, invitando tutti gli Stati a non riconoscere l'entità secessionista e a rispettare la sovranità della Repubblica di Cipro.

Dal punto di vista umanitario, l'invasione turca ha avuto conseguenze tragiche, tra cui la sparizione di molte persone. Migliaia di greco-ciprioti furono arrestati e detenuti nei campi di concentramento di Cipro da soldati e paramilitari turchi. Oltre 2.000 prigionieri di guerra furono trasferiti illegalmente e detenuti in Turchia, alcuni dei quali risultano ancora dispersi. Molti greco-ciprioti, sia militari che civili, scomparvero nelle aree occupate, con testimonianze che indicano che furono visti vivi per l'ultima volta nelle mani delle forze turche.

L'invasione turca di Cipro rappresenta una delle più gravi violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani del XX secolo. Cinquant'anni dopo, le ferite aperte dall'occupazione rimangono, con un'isola ancora divisa e una comunità internazionale che continua a cercare soluzioni per una pace duratura e giusta.

La soluzione del problema cipriota viene perseguita attraverso colloqui di pace sotto l'egida delle Nazioni Unite, nel quadro della missione di buoni uffici del Segretario Generale delle Nazioni Unite. Questi colloqui mirano a raggiungere una soluzione globale e praticabile, in conformità con la Carta e le pertinenti risoluzioni delle Nazioni Unite.

L'obiettivo è evolvere lo Stato unitario in una federazione bicomunitaria e bizonale con una sovranità, una cittadinanza e una personalità internazionale, garantendo uguaglianza politica, come definito nelle risoluzioni pertinenti delle Nazioni Unite. È essenziale che la soluzione includa il ritiro completo di tutte le truppe straniere, l'abolizione dell'anacronistico sistema di garanzie, il ritiro dei coloni e la garanzia dei diritti umani e delle libertà fondamentali per tutti i ciprioti.

Inoltre, la soluzione deve garantire l'unità dello Stato, delle istituzioni, della società e dell'economia, essere coerente con i valori europei e rispettare pienamente i principi su cui si fonda l'Unione Europea. Solo attraverso queste misure si potrà creare una base solida per una pace duratura e per il rispetto dei diritti di tutti i cittadini dell'isola.

La visione Greco Cipriota :  è una Cipro libera e riunificata, una patria comune per greco-ciprioti, turco-ciprioti, armeni, maroniti e latini, che possa rappresentare un modello di coesistenza pacifica e prosperità per tutti i suoi cittadini. Vogliamo che Cipro diventi un pilastro di stabilità, pace e sicurezza nel Mediterraneo orientale, un esempio positivo di come diverse comunità possano vivere insieme in armonia e progresso.

 

Fonte varie agenzie 

Roma - Oltre 300 ragazzi tra i 20 e i 35 anni e provenienti da 10 Paesi diversi si sono incontrati alla Farnesina per l’inaugurazione del Youth 7 (Y7) Italia 2024, il gruppo ufficiale di impegno giovanile del G7, che si svolgerà fino a venerdì 24 maggio in diverse sedi di Roma.

L’evento è stato aperto dall’intervento del Ministro degli Affari esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani e da quelli di Alberta Pelino, presidente del Y7 e della Young Ambassadors Society - che organizza l’evento - e dal Ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi, il Direttore Generale della FAO QU Dongyu e il Ceo di EY in Italia e Coo di EY Europe West, Massimo Antonelli.

“Le sfide di oggi necessitano del lavoro di squadra anche tra le generazioni. Grazie per il vostro lavoro, senza il vostro impegno è impossibile lavorare per un futuro migliore. Il G7 e l'Italia contano su di voi. L'Italia vuole la vostra opinione, per questo sono qui per aprire questa riunione” ha dichiarato il Ministro Antonio Tajani, aprendo l’incontro. “Il vostro programma rappresenta le preoccupazioni della vostra generazione, i vostri timori sono i nostri, l'Italia guida il G7 in un periodo complesso e punta alla pace, alla stabilità e alla crescita. Il dialogo con i giovani e l'attento ascolto dei loro punti di vista rivestono un'importanza fondamentale per affrontare le principali sfide che abbiamo innanzi a noi. La Presidenza italiana del G7 ripone particolare fiducia nel contributo che potra' giungere da questo Summit in termini di proposte innovative su temi quali il cambiamento climatico, l'evoluzione del mercato del lavoro, l'inclusione sociale, le pari opportunità e l'impatto dell'intelligenza artificiale”, ha concluso Tajani.

“Quest'anno il G7 e lo Y7 sono chiamati ad affrontare questioni molto importanti che stanno colpendo la nostra società. I tempi attuali rappresentano un periodo storico impegnativo per molti giovani, in particolare per coloro che soffrono in modo estremo a causa delle guerre che stanno colpendo molti Paesi” ha detto Alberta Pelino, presidente del Y7 e della Young Ambassadors Society. “Oggi i giovani continuano a confrontarsi con diverse sfide, dall'alto tasso di disoccupazione a un mercato del lavoro che cambia rapidamente e richiede competenze aggiornate e un passaggio più fluido dalla scuola al lavoro. Le disuguaglianze sono ancora alte nelle nostre società, con molti giovani ancora emarginati. Inoltre, il cambiamento climatico sta avendo conseguenze devastanti sui sistemi economici e sociali di molti Paesi, e sono necessarie politiche urgenti per garantire una transizione verso un sistema economico sostenibile. Ci siamo riuniti qui oggi non solo perché crediamo nel potenziale dei giovani, ma perché lo abbiamo visto. Dalle iniziative digitali pionieristiche alla progettazione di città a misura di giovane, dal rilancio delle culture alle misure contro il cambiamento climatico e le crisi alimentari, i giovani sono in prima linea” ha concluso la Presidente Pelino.

“Nelle prossime settimane i leader globali verranno in Italia per discutere le basi per costruire un mondo più prospero e inclusivo. Le sfide che stiamo affrontando in questo momento sono particolarmente acute: cambiamento climatico, fame e povertà, transizione digitale e verde, disuguaglianze sociali e la trasformazione del mercato del lavoro. Queste sfide non possono essere affrontate da un Paese da solo e senza coinvolgere le giovani generazioni. Promuovere l'inclusione sociale dei giovani e il loro contributo alla protezione della nostra democrazia sono priorità dell'Italia, sia a livello nazionale sia internazionale” ha dichiarato il Ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi.

“Oggi la gioventù deve affrontare più sfide di quelle delle generazioni precedenti, ma ci sono anche più possibilità", ha detto il direttore generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (Fao), Qu Dongyu, aggiungendo che  "in ogni posizione che ho ricoperto ho sempre sostenuto i giovani perché sono il futuro. Questa e' la mia filosofia di vita.

“Con il G7, l'Italia ha l'opportunità di porre al centro dell'agenda globale temi cruciali per il nostro futuro, come lo sviluppo sostenibile, la lotta al cambiamento climatico e l’inclusività. E di farlo a partire dalle nuove generazioni. Anche noi, come EY, vogliamo impegnarci a favorire questo cambiamento verso un mondo migliore, e il progetto Youth 7, vede proprio i giovani protagonisti della trasformazione. In un mondo in rapida evoluzione, dove le sfide economiche e sociali si intensificano, le nuove generazioni si fanno portatrici di una visione innovativa e di cambiamento: prendiamo per esempio in considerazione il fatto che il 34% della Gen Z è mosso dalla sostenibilità nelle proprie scelte, prediligendo soluzioni di trasporto sostenibili e prodotti con una comunicazione trasparente. È quindi responsabilità di tutti noi aiutare le nuove generazioni a diventare protagoniste di un'innovazione e trasformazione continua, giocata in ecosistema con istituzioni e aziende” ha dichiarato  il CEO di EY in Italia e COO di EY Europe West, Massimo Antonelli.

I temi di discussione durante il Y7 Italia, in linea con le priorità scelte dalla Presidenza Italiana del G7, pongono particolare attenzione verso le tematiche sulle quali il mondo giovanile può fornire un contributo concreto e che li riguardano in prima persona, frutto di consultazioni condotte annualmente da YAS. Il risultato del confronto tra i giovani sarà poi raccolto in un comunicato finale, rappresentativo delle posizioni dei giovani e consegnato alla Presidenza del G7 Italia.

Nello specifico, le aree tematiche del Y7 Italia 2024 sono: Sostenibilità ambientale e cambiamento climatico; Innovazione e trasformazione digitale; New skills, imprenditorialità e futuro del lavoro; Inclusione e pari opportunità.

L’evento è organizzato dalla Young Ambassadors Society, con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e con il supporto di EY e con il contributo di Microsoft, illimity, Bayer, Engie, L’Oreal, Siram Veolia, Cassa Depositi e Prestiti e Feralpi.

Tra i prossimi appuntamenti in evidenza (clicca qui per scaricare il programma completo dell’evento):

Martedì 21 maggio dalle ore 12:00 presso la sede della FAO: intervento di Marina Calderone, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Venerdì 24 maggio dalle ore 10:00 nella sede della Città Metropolitana di Roma a Palazzo Valentini: Cerimonia di chiusura. Con Francesco Corvaro, Inviato Speciale per il Cambiamento Climatico del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

Young Ambassadors Society (YAS)

YAS è stata fondata nel 2011 con l'obiettivo di responsabilizzare i giovani, offrendo loro opportunità per avere un impatto e partecipare ai processi decisionali politici globali ufficiali.

Insieme a una rete globale di associazioni internazionali, YAS è uno dei membri fondatori di Y20 e Y7, i gruppi ufficiali di engagement giovanile dei vertici G20 e G7. Dalla loro fondazione, YAS è stata responsabile dei gruppi di engagement giovanile per l'Italia in collaborazione con la Presidenza Italiana e il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. In occasione del G7 Italia 2024, YAS è Presidente del Y7 Italia, in collaborazione con la Presidenza Italiana del G7.

 

Mercoledì 15 maggio al Gran Caffè Defilla di Chiavari alle ore 18 si svolgerà la presentazione del libro “Solo il fato li vinse. Memorie e rappresentazioni del Grande Torino 1949-2024” di Stefano Radice che dialogherà con la giornalista Isabella Puma.  

Stefano Radice, storico e saggista, studioso dell’immaginario e dei processi di memoria, insegna Storia e Filosofia, ci fa sapere che: “Il 4 maggio 1949 l’Italia pianse i campioni del Grande Torino. Venne proclamato il cordoglio nazionale, a cui seguirono funerali solenni, senza precedenti. Per giorni stampa e periodici riempirono le loro pagine con le notizie e le foto dei rottami, che consegnarono i granata al mito e gli aspetti più macabri dell’incidente ai lettori affamati di particolari. Pratiche rituali e formazioni discorsive contribuirono a conservare i caduti a Superga come presenze «vive». Eppure presto l’attenzione si affievolì fino quasi a scomparire, relegando le vittime ad un oblio conservativo, in quella sorta di oscurità provvisoria che passa tra la celebrità del vivente e il balzo nel pantheon dei grandi. Quelle pratiche del ricordo sono giunte fino ai nostri giorni. Ripetute negli anni, moltiplicate nelle iscrizioni sulle lapidi fuori dagli stadi, riprodotte in articoli, libri e film, reiterate nei discorsi ufficiali e nelle parole quotidiane, hanno elevato i calciatori granata al rango di simboli condivisi da tutti gli italiani oltre che in punti di riferimento di una visione del mondo manichea, quella dei tifosi del «Toro», che preesisteva alla tragedia e aveva nell'opposizione sociale alla Juventus il suo fondamento principale. A quante memorie ha dato vita la tragedia del Grande Torino? Cosa è stato fatto per tutelarle, e da chi? Chi ha il diritto di rivendicare l’esclusività del ricordo, i familiari dei giocatori, dei giornalisti e degli avieri caduti a Superga? La società del Torino, o la città di Torino? I tifosi del «Toro» o tutti gli sportivi italiani? Chi ha vissuto la tragedia o chi ha dovuto portarne il peso? Cosa è rimasto oggi del ricordo di un avvenimento di cui per ragioni anagrafiche i testimoni diretti sono sempre meno, in un mondo iperconnesso e bulimico di emozioni? Ed ancora, dal momento che la sistematizzazione del passato produce contemporaneamente etica pubblica, quali definizioni di idea di sport, di società civile si configurano nel ricordo dei campioni granata? Il volume tenta di rispondere a queste e ad altre domande, con la speranza di contribuire alla conoscenza dell’impatto sul lungo periodo, o dell’eredità, del Grande Torino, dal 1949 ai giorni nostri”.

 

La Presidente dell'Istituto Ellenico della Diplomazia Culturale di Roma, Konstantina Pilafa, ha firmato con Antonino Foti, Presidente della Fondazione Magna Grecia, un Accordo Quadro tra le due organizzazioni, alla presenza di: Georgios Lambrinopoulos, Responsabile della comunicazione e delle pubbliche relazioni dello IEDC, Alessandro Di Legge, Segretario Generale della FMG, e del Prof. Antonello Colosimo, Presidente Organismo di Vigilanza e Presidente di Sezione della Corte dei Conti. 

Il Memorandum si inserisce nell'ambito degli ottimi rapporti di diplomazia culturale tra Italia e Grecia e stabilisce le basi di una importante collaborazione per attività di studio, ricerca, formazione e comunicazione.

L’Istituto della diplomazia Culturale ha lo scopo di promuovere all’estero l’immagine della Grecia e la sua cultura, classica ma anche e soprattutto contemporanea, mediante l’organizzazione, la gestione e la promozione di attività culturali, artistiche o ricreative di particolare interesse sociale.  l’Istituto Ellenico della diplomazia Cultura aspira a diventare il punto di riferimento per la promozione della cultura ellenica su tutto il territorio italiano ed all’estero, facendo rete con le istituzioni pubbliche e private che condividono i medesimi valori

Ora la diplomazia culturale oltre ad Ancona e in Calabria arriva a Roma e apre il suo Ufficio. Presidente della diplomazia culturale di Roma è Kostantina Pilafà 

Nata e cresciuta ad Atene, e da parte del padre ha radici in Asia Minore. Ha fatto gli ultimi due anni di liceo a Heraklion (Creta) e poi  tornata ad Atene per studiare Educazione Pre-scolare, e specializzata in Bisogni Educativi Speciali con un focus sull’Ippoterapia. Mentre studiava, allo stesso tempo lavoravo come maestra.

Trasferita in Italia per studiare Diplomazia Pubblica e Culturale all’Università di Siena ha avuto la fortuna di avere il Professor Richard Higgott e il Professor Pierangelo Isernia come relatori della sua tesi, che l'hanno incoraggiato a svolgere una ricerca originale invece di una compilazione. Sta in Italia dal 2020, ma i legami con questo Paese sono molto più vecchi...

Nino FOTI Presidente
Fra i fondatori, nel 1984, della Fondazione Magna Grecia, ne diventa Presidente nel 1997. Già Deputato della Repubblica italiana, è stato vicepresidente dell'Istituto per la Promozione Industriale e del G.M.E. – Gestore dei mercati elettrici.

Ultimamente  il presidente della Fondazione Magna Grecia, Nino Foti ha aperto i lavori all'Onu presentando la sua fondazione che opera da 40 anni. "Con questo report sul cyber crime cerchiamo di dare il nostro piccolo contributo alle istituzioni nazionali dei vari Paesi", afferma.

Da 40 anni la Fondazione Magna Grecia sta lavorando per promuovere lo sviluppo culturale, economico e sociale delle regioni del Mezzogiorno e dell'Italia..

L’area della Magna Grecia ha rappresentato un primo grande seme culturale per il Sud Italia. Sulle coste del Mezzogiorno d'Italia approdarono le navi greche, si formarono le prime colonie, e si sviluppò il pensiero filosofico, matematico, culturale e sociale del tempo. Nel successivo processo di fusione con il mondo dell’antica Roma e con l’influenza del Cristianesimo, la cultura della Magna Grecia sarà uno dei valori fondanti del processo di formazione di tutta la cultura occidentale.

La nostra civiltà altamente tecnologica sta progressivamente erodendo la nostra essenza umana, rendendo i rapporti con gli altri sempre più impersonali. L'uomo, un tempo al centro di tutte le attività, si sta trasformando in un semplice strumento per il conseguimento di altri scopi. Alcune dimensioni del suo spirito stanno svanendo perché la super tecnologia, applicata in vari ambiti, lo spinge a essere più un consumatore di beni che un poeta, più una particella di un vasto organismo sociale che un'entità individuale, più un componente tecnologico che un creatore.

Conoscere la Magna Grecia, scrive la Fondazione nel suo site, per noi significa richiamare in vita alcuni valori umanistici che stanno sfumando dalla nostra vita. Noi non siamo ostili alla tecnologia, la quale è l’applicazione pratica della scienza che ha le sue radici nella cultura. Ma siamo convinti che, guardando lo sviluppo tecnologico da una piattaforma umanistica, riusciremo a capire meglio dove sta la linea di demarcazione oltre la quale l’uomo diventa schiavo della macchina che fu creata per essere la sua schiava.

Conduciamo studi, realizziamo ricerche e ci dedichiamo a progetti di advocacy per unire e coinvolgere stakeholder, enti sociali, aziende, università, istituzioni e tutti coloro che lavorano e si adoperano oggi per il futuro del nostro Sud.

 

La cerimonia di presentazione dei candidati ai premi 'David di Donatello' per l'anno 2024 si è tenuta al Palazzo del Quirinale, con la presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Condotta da Teresa Mannino, l'evento è iniziato con la proiezione di un video di Rai Cultura, seguito dal discorso di Piera Detassis, presidente e direttore artistico dell'Accademia del Cinema Italiano - Premi David di Donatello. Durante l'annuncio delle nomination, si sono esibiti la cantante Serena Ionta, nota come Serepocaiontas, e il musicista Gennaro Ricciardone, interpretando brani iconici delle colonne sonore del cinema italiano e internazionale.

Standing ovation al Quirinale all'arrivo di Vincenzo Mollica. Tutti i presenti nel salone dei Corazzieri, per la maggior parte protagonisti del mondo del cinema e della cultura, si sono alzati in piedi per tributare un caloroso applauso all'ingresso dello storico giornalista Rai che ha dedicato la sua attività professionale e la sua vita alla cultura e allo spettacolo.

Subito dopo ha fatto il suo ingresso il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che terrà un discorso al termine della cerimonia. "Sono un fan del presidente Mattarella, le sue parole sono sempre un invito alla democrazia, alla solidarietà e alla speranza", ha detto Mollica.

"In anteprima la scaletta dei David di Donatello: Paola Cortellesi sale sul palco per ritirare la statuetta Titoli di coda!". Questa la profezia di Fiorello pronunciata questa mattina a 'Viva Rai2!'. Ma sarà davvero cosi'? La serata degli Oscar italiani, in programma in diretta su Rai 1 dalle 20.35 condotta da Carlo Conti e Alessia Marcuzzi (sarà anche in diretta radiofonica su Rai Radio 2, condotta da Andrea Delogu e Stefano Fresi) non riserverà sorprese e vedrà 'C'è ancora domani' di Paola Cortellesi, ai nastri di partenza con ben 19 candidature, trionfare come annunciato e magari stabilire il nuovo record di David vinti? Al momento lo scettro di film con più statuette lo detiene 'La ragazza del lago' di Andrea Molaioli che ha ottenuto dieci David di Donatello. 'solo' nove per tre film vincitori del Premio Oscar - 'La grande bellezza' di Paolo Sorrentino, 'La vita è bella' di Roberto Benigni e 'L'ultimo imperatore' di Bernardo Bertolucci - oltre a 'Anime nere' di Francesco Munzi, 'Pane e tulipani' di Silvio Soldini, 'Il mestiere delle armi' di Ermanno Olmi e 'Dogman' di Matteo Garrone.

La 69 edizione dei Premi David di Donatello, trasmessa per la prima volta in 4K (sul canale Rai4K, numero 210 di Tivu'sat), si svolgerà negli iconici studi di Cinecittà, sempre di più punto di riferimento per le produzioni nazionali e internazionali grazie a un rilancio industriale e creativo che la rende leader a livello globale. Sul red carpet, ad accogliere artisti e talent, ci sarà Fabrizio Biggio. Nel corso della cerimonia saranno assegnati venticinque Premi David di Donatello e i David Speciali.

Diciannove candidature per 'C'è ancora domani', dunque. Ma non sarà un assolo di Paola Cortellesi. A contendere le prestigiose statuette ci sono infatti altri venti film che si presentano con meno candidature ma molto agguerriti. A guidare la rincorsa 'Io capitano' di Matteo Garrone fresco di nomination all'Oscar con 15 candidature. Poi 'La Chimera' di Alice Rohrwacher (13), 'Rapito' di Marco Bellocchio (11) e 'Comandante' di Edoardo De Angelis (10). Seguono 'Il sol dell'avvenire' di Nanni Moretti (7), 'Adagio' di Stefano Sollima (5), 'Palazzina Laf' di Michele Riondino (5), 'L'ultima notte di Amore' di Andrea Di Stefano (4), 'Disco Boy' di Giacomo Abbruzzese (2), 'Felicita'' di Micaela Ramazzotti (2), 'Mixed By Erry' di Sydney Sibilia (2), 'Stranizza d'amuri' di Giuseppe Fiorello (2), 'Cento domeniche' di Antonio Albanese (1), 'Come pecore in mezzo ai lupi' di Lyda Patitucci (1), 'Denti da squalo' di Davide Gentile (1), 'Il piu' bel secolo della mia vita' di Alessandro Bardani (19, 'L'ultima volta che siamo stati bambini' di Claudio Bisio (1), 'Le vele scarlatte' di Pietro Marcello (1), 'Lubo' di Giorgio Diritti (1) e 'Misericordia' di Emma Dante (1).
Due i David alla Carriera di questa edizione: a Milena Vukotic, attrice di grande eleganza per autori come Federico Fellini, Mario Monicelli, Luis Bunuel ed Ettore Scola, e al premio Oscar Giorgio Moroder, compositore e produttore discografico, una delle grandi eccellenze italiane nel mondo.
Il David Speciale 2024 andrà a Vincenzo Mollica.

 

Fonte varie agenzie e Agi

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