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L'Italia il Paese piu colpito economicamente dell'area euro

L’Italia è il paese dell’area euro, tra quelli maggiori, che soffrirà di più la crisi economica provocata dal coronavirus. Lo prevede il Fondo Monetario Internazionale, nelle proiezioni del World Economic Outlook pubblicate oggi, e riviste per tenere conto degli effetti della pandemia. Anche gli Stati Uniti subiranno una forte perdita, passando dalla crescita del 2,3% alla decrescita del 5,9%. Tutti questi paesi, però, si riprenderanno in maniera sostanziosa nel 2021, grazie alle forti misure adottate dai governi e dalle banche centrali, a condizione però che la situazione sanitaria migliori.

In Italia la decrescita sarà del 9,1% durante l’anno in corso, mentre l’intera area euro subirà una contrazione del 7,5%. Gli Usa Usa scenderanno a -5,9%, il Giappone a -5,2% e il Canada a -6,2%. Andrà meglio per la Cina, dove il pil calerà dal 6,1% del 2019 all’1,2% del 2020, per poi risalire al 9,2% nel 2021.

Se doveva essere un'autocelebrazione, la kermesse degli Stati generali sta fallendo l'obiettivo. E oggi Giuseppe Conte ha dovuto sopportare, oltre alle ennesime accuse degli industriali di essersi presentato solo con un "libro dei sogni" e niente di concreto, anche la plateale protesta del sindacalista degli immigrati Aboubakar Soumahoro.

Come sottolinea il quotidiano il Tempo,terzo giorno di confronto tra il Governo e i rappresentanti delle forze produttive del Paese a villa Pamphili con un colpo di scena: il sindacalista e attivista dei diritti dei braccianti, Aboubakar Soumahoro, si è incatenato davanti alla Villa in segno di protesta contro il Governo.

A pochi metri, nella storica residenza, si sono seduti al tavolo con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, i rappresentanti del commercio, dell'artigianato, della piccola e media impresa, del terziario, fino alla chiusura con Abi e Ania. Il premier è partito dagli ultimi dati Istat, relativi al commercio al dettaglio che «restituiscono - ha detto - un'immagine molto preoccupante.

Nel trimestre febbraio-aprile, il calo complessivo è del 15,8%: si tratta di variazioni negative che abbiamo difficilmente sperimentato negli ultimi decenni».sulle proposte è intervenuto il presidente di Confartigianato Giorgio Merletti: «Dobbiamo utilizzare tutte le risorse europee, senza preconcetti, per realizzare le riforme necessarie, da un lato, a recuperare ritardi, inefficienze e diseconomie esterne alle imprese e, dall’altro, a valorizzare il nostro tessuto produttivo, di cui la piccola impresa di territorio è il punto di forza.

Al tavolo con le associazioni di categoria Conte ha ricordato tutte le misure messe in campo dal Governo: 80 miliardi, più le garanzie per la liquidità, le moratorie sui finanziamenti di famiglie e imprese, le moratorie e le garanzie poste sui crediti delle imprese attraverso il Fondo centrale di garanzia Pmi e le garanzie rilasciate da Sace. E ancora la sospensione di molti pagamenti fiscali e contributivi, l'esenzione dal versamento della prima rata Irap, il contributo a fondo perduto per i soggetti esercenti attività d'impresa e di lavoro autonomo. In discussione, ora, c'è il progetto di piano di rilancio. «Un documento che - ha ricordato il presidente del Consiglio - sotto una serie di obiettivi politici di grande respiro, individua delle linee di intervento articolati in singoli interventi per un totale di 187 progetti. Un documento aperto a suggerimenti, proposte, pareri».

Il premier Conte ha parlato anche di Recovery Fund. «Presenteremo a settembre un piano specifico di Recovery italiano, dovremo selezionare alcuni investimenti specifici che entreranno in questo progetto finanziato dall’Europa - ha annunciato -. Abbiamo la possibilità di chiedere investimenti per la strumentazione, non vogliamo penalizzare nessuno, piuttosto incentivi quindi ai pagamenti digitali che penalizzazioni nel caso in cui non ci si adegui ai pagamenti digitali». A fine giornata Conte ha poi ricevuto il sindacalista Soumahoro che ha chiesto «fatti concreti, non più parole».

Con la Confindustria di Carlo Bonomi "non è una sfida". Il confronto di oggi agli Stati generali "è un modo per prendersi insieme la responsabilità di scegliere la direzione migliore e farlo con le risorse che sono in campo", ha detto la viceministra dell'Economia, Laura Castelli, commentando ai microfoni di Radio Anch'io le recenti dichiarazioni del leader degli industriali. Il governo punta ad una "programmazione su più anni per un Paese che deve ripartire e può farlo solo se si accorda, come fosse uno strumento musicale, e cammina insieme". "Avevamo già lavorato in questa direzione di riduzione dell'Iva per dare una spinta ai consumi, la Germania lo sta già facendo. Per qualche anno si può fare insieme a quella strategia già messa in campo dal presidente del consiglio a favore dei pagamenti elettronici", ha spiegato Castelli, senza specificare quanti punti. Ha però sottolineato che si tratterebbe di un "bel l'elastico per i consumi".

"E' un ragionamento che facemmo allora e secondo me si può riprendere da lì, insieme a una riduzione dell'Irpef e la fiscalità di vantaggio per le imprese". Parlando inoltre del Mes e della richiesta arrivata dal mondo delle imprese, Confindustria compresa, di utilizzare tutte le risorse messe a disposizione dall'Europa, la viceministra ha sottolineato: 'Dobbiamo parlare del cosa e una delle cose di cui dobbiamo parlare è perché ci siano tanti fondi per investimenti, penso all'edilizia sanitaria o scolastica, fermi e non utilizzati. Che senso ha indebitarsi, a tassi di interesse più o meno vantaggiosi, quando in casa si hanno soldi bloccati che non si riescono a spendere?". "L'aiuto deve essere quello di scrivere insieme lo sblocco di molte risorse e poi programmare gli investimenti", ha aggiunto.

La definitiva bocciatura della partecipazione agli Stati generali da parte del centrodestra è arrivata il 10 giugno, dal vertice tra Salvini, Meloni e Tajani è emerso un “centrodestra compatto sul no alla partecipazione agli Stati generali organizzati dal governo a Villa Pamphili". I partiti hanno ribadito di essere pronti a confrontarsi con il governo in qualsiasi momento, ma soltanto in occasioni e sedi istituzionali.

È passata la linea dettata da Giorgia Meloni, dopo che invece Silvio Berlusconi aveva caldeggiato il sì all'invito del governo e lo stesso Matteo Salvini si era detto, l'altra sera, disposto a intervenire al summit di villa Pamphilj.

«Gli italiani non hanno bisogno di altri show e passerelle, c'è bisogno subito della cassa integrazione per milioni di lavoratori, soldi veri per imprenditori e famiglie, scuole aperte e sicure. Il luogo del confronto e della discussione è il Parlamento, non sono le ville o le sfilate. 60 milioni di persone non possono dipendere dall'umore di Rocco Casalino», attacca Salvini.

«Abbiamo sempre detto di essere disponibili al confronto, vogliamo dare nostro contributo, abbiamo sempre risposto positivamente agli appelli: siamo disponibili a confrontarci con il governo sui contenuti prima degli Stati generali, a Palazzo Chigi», ha detto il vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani.

Per Visco,sono quelle della pubblica amministrazione, dell'innovazione, della salvaguardia del patrimonio naturale e storico-artistico. Non è in discussione per Visco la sostenibilità del debito pubblico; d'altro canto, sono punti importanti per il Paese il debito netto con l'estero, la ricchezza reale e finanziaria delle famiglie, il debito privato che ci vedono in posizione migliore di quella di altri importanti partner europei. Occorre agire, mentre cresce l’incertezza e lo scenario di base della Banca d'Italia stima un calo del Pil nell'anno del 9,2 per cento, mentre un altro scenario, sempre dell’Istituto, prevede una caduta del 13,1 per cento. Dove attingere le risorse per gli interventi? Visco ripropone la linea del 29 maggio, la ricomposizione del bilancio pubblico, il contrasto dell'evasione e dell’economia sommersa, la diminuzione del premio al rischio sui titoli pubblici, l'uso pragmatico ed efficace dei fondi europei. Istruzione e ricerca sono settori cruciali di intervento, come lo è il Mezzogiorno dove bisogna intervenire sui fattori alla base dei ritardi rispetto al resto del Paese piuttosto che fare leva solo su trasferimenti monetari.

A questo punto ci si potrebbe domandare: ma Conte non avrebbe potuto recepire “sic et simpliciter” le proposte della Banca d'Italia, anziché mettere in piedi questa sceneggiatura degli Stati Generali che indulge all'effetto-vetrina e rimastica problemi ben noti?

Ma è particolarmente importante la chiusura del discorso del Governatore laddove egli auspica che gli incontri possono concludersi con “ degli atti concreti” per fare avanzare il Paese. Ecco il “ punctum dolens”: la concretezza che continua a mancare e che, invece, di fronte alla perdurante gravità della situazione sarebbe ancor più dovere del Governo osservare rigorosamente ed attuare. Si passerà finalmente dalle parole ai fatti o si continuerà con la descrizione delle aree di intervento, aspettando non si sa a chi tradurre in pratica?

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