Una pioggia di petali di rosa. Una cascata lenta, meravigliosa, in grado di riempire gli occhi di sensazioni positive, quella consumatasi sabato sera nella navata centrale della Chiesa Madre di Comiso che ha reso suggestivo e affascinante il rito della Svelata. Tutto ciò dinanzi a una folla di fedeli che ha assistito con grande devozione a uno dei momenti più sentiti dei solenni festeggiamenti in onore di Maria Santissima Addolorata. Il simulacro settecentesco della Vergine, gelosamente custodito nella nicchia dell’altare laterale, è così riapparso adornato di una splendida veste. Il manto, un’opera di pregevole artigianato locale, di velluto blu scuro tempestato da stelle dorate, è stato realizzato nel 1880 su commissione della signora Giuseppina Ciarcià. Prima della Svelata, il manto (spazio in questo caso a quello nuovo realizzato nel 2000 donato dalla signora Nunziata Vittoria per salvaguardare l’antico) è stato portato in processione, insieme con la raggiera, la spada, le spille a forma di cuore e al fazzoletto, adagiati su cuscini di seta portati dai paggi dalla chiesa di San Biagio alla Chiesa Madre. A portare il manto il vicepresidente del comitato dei festeggiamenti, Maurizio Meli, con il segretario Nunzio Taranto e il tesoriere Luca Giurato. La processione assume la caratteristica denominazione de “A pigghiata ro Mantu” ed è un’altra fase significativa dei festeggiamenti della Vigilia. La Svelata, negli ultimi anni, è stata resa ancora più caratteristica dalla genialità, dalla fantasia e dalla dedizione dei giovani della Chiesa Madre che, oltre a disporre drappi, veli ed elementi architettonici appositamente creati, hanno pure animato la cascata di petali di rose in grado di conferire all’intera cerimonia un fascino insostituibile. Petali di rosa che costituiscono una speciale cornice durante il ritiro della preziosa tenda in filet, appositamente realizzata nel 1928, che, tra la commozione dei fedeli, svela a tutti il simulacro dell’Addolorata segnando, a tutti gli effetti, l’inizio gioioso della festa. Subito dopo è stato cantato l’inno composto da monsignor Francesco Rimmaudo e musicato dal maestro Alfio Pulvirenti nel 1910. Ad animarlo uno stuolo di voci bianche che ha dato voce all’accorato “Salve alla Madre” da parte di tutti i fedeli presenti. A seguire la solenne celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo della diocesi di Ragusa, mons. Carmelo Cuttitta. Oggi pomeriggio, alle 18, intanto, si assisterà in piazza all’uscita del simulacro della Madonna Addolorata la quale, chiusa nel suo magnifico baldacchino dorato, che ne mette in risalto la solennità, dopo che il coro dei bambini eseguirà nuovamente il canto dell’inno, nella vicina piazza Fonte Diana, sarà portata trionfalmente per tutta la città dal “gruppo dei portatori”. Alle 22,30, sempre oggi, l’arrivo del simulacro in piazza Fonte Diana che sarà accompagnato in processione sul sagrato della Chiesa Madre. Qui sarà eseguito un “affresco di luce” sulla facciata dell’edificio di culto a cura del luminografo di fama internazionale Gaspare Di Caro. La performance sarà accompagnata dalle note e dalle voci del Coro polifonico ibleo diretto dal maestro Nello Cavallo che canterà lodi a Maria. A mezzanotte, un grandioso spettacolo pirotecnico. Domani, lunedì 22 maggio, in occasione della festa di Santa Rita, prenderà il via l’ottavario dell’Addolorata. Alle 9 ci sarà la celebrazione eucaristica, quindi alle 18,30 la recita del Rosario e la coroncina del mese di maggio. Alle 19 la santa messa presieduta dal sacerdote Giovanni Filesi. Al termine la benedizione delle rose. Alle 21, in piazza Fonte Diana, la compagnia “Teatro del Pero”, metterà in scena la commedia brillante in tre atti di Luigi Capuana dal titolo “U paraninfu”.