Dopo giorni di attesa e discussioni, è arrivata la bozza del piano di Hamas per un cessate il fuoco con Israele. La proposta è articolata in tre fasi, ciascuna di 45 giorni, per un totale di quattro mesi e mezzo di tregua che dovrebbero portare ad un accordo per la fine della guerra. Fonti informate sui negoziati hanno affermato che i terroristi non chiedono fin da subito garanzie per la conclusione del conflitto, ma che l’intesa deve essere raggiunta prima del rilascio degli ultimi ostaggi.
Per quanto riguarda le fasi del piano, nella prima saranno liberate tutte le donne ancora prigioniere nella Striscia, i maschi sotto i 19 anni, gli anziani e i malati. In cambio, Tel Aviv dovrà scarcerare un totale di 1500 detenuti palestinesi, un terzo dei quali condannato all’ergastolo, e ritirare le proprie truppe dalle aree popolate dell’exclave. Durante la seconda, saranno rilasciati gli ultimi ostaggi maschi e Ie Idf dovranno spostarsi fuori dai confini di Gaza.
Questa fase, però, non verrà attuata fino a quando le parti non avranno concluso “colloqui indiretti sui requisiti necessari per porre fine alle operazioni militari reciproche e tornare alla calma totale”. La terza e ultima parte del piano prevede lo scambio di resti e corpi. Hamas ha chiesto anche un aumento degli aiuti a Gaza, con l’ingresso di 500 camion al giorno. “La gente è ottimista, ma allo stesso tempo prega che questa speranza si trasformi in un vero accordo che ponga fine alla guerra”, ha affermato Yamen Hamad, padre di quattro bambini rifugiato in una scuola della Nazioni Unite nella zona centrale della Striscia e sentito da Reuters. “Le persone attendono notizie di un cessate il fuoco, sono speranzose nonostante i continui bombardamenti”.
Secondo alcune indiscrezioni riportate dall’emittente televisiva israeliana Kan, il primo ministro Benjamin Netanyahu avrebbe dato la sua approvazione alla proposta di tregua. L’ufficio del premier non ha però confermato queste affermazioni e ha riferito al Times of Israel di non avere nuove risposte riguardo all’intesa presentata da Hamas. La leadership politica dello Stato ebraico si riunirà oggi per discuterla. È improbabile che il governo di Tel Aviv accetti un accordo che preveda la fine della guerra e consenta all’organizzazione terroristica di sopravvivere.
"C'è molto lavoro da fare, ma siamo molto concentrati su questo lavoro e si spera, sulla possibilità di riprendere il rilascio degli ostaggi che era stato interrotto", ha detto il segretario di Stato Usa dopo aver informato i leader israeliani sulla proposta di accordo mediata dal Qatar. "Abbiamo tutti l'obbligo di fare il possibile per fornire l'assistenza necessaria a coloro che ne hanno così disperatamente bisogno, e i passi che vengono compiuti - ulteriori passi che devono essere compiuti - sono al centro dei miei incontri qui", ha aggiunto.
Un nuovo round di colloqui sugli ostaggi mediato da Egitto e Qatar inizierà domani al Cairo, hanno riferito fonti egiziane, secondo quanto riportano i media del Cairo rilanciati dai giornali israeliani.
Molte delle proposte avanzate da Hamas per raggiungere una tregua e il rilascio degli ostaggi sono inaccettabili. Lo ha affermato un alto funzionario israeliano citato dall'emittente Channel 13, precisando che la questione ora è se respingere del tutto tali richieste o avviare ulteriori negoziati nel tentativo di ammorbidirle. Secondo quanto riferito da Yedioth Ahronoth, il gabinetto di sicurezza allargato si riunirà domani sera alla luce della controproposta presentata dal Movimento islamico che richiede, tra l'altro, il rilascio di oltre un migliaio di detenuti palestinesi, compresi quelli condannati all'ergastolo per fatti di sangue, un cessate il fuoco di quattro mesi e mezzo e il completo ritiro delle truppe israeliane dalla Striscia.
Intanto l'incontro privato precedentemente programmato tra il segretario di Stato americano Antony Blinken e il capo di stato maggiore dell'IDF, Herzi Halevi non ci sarà. Lo riporta la stampa israeliana. Secondo il Times of Israel, l'incontro sarebbe saltato in quanto l'ufficio di Netanyahu si sarebbe opposto a un incontro tra un diplomatico straniero e il capo dell'esercito senza la presenza di esponenti politici e dirigenti ufficiali. Halevi, scrive ancora la stampa israeliana, partecipa all'incontro tra Blinken e Netanyahu con i suoi collaboratori e i membri del gabinetto di guerra.
La controproposta per una tregua avanzata da Hamas è "più specifica" e "fornisce scadenze": "nessuno dei dettagli" può essere modificato, ha avvertito Mohammad Nazzal, alto esponente dell'ufficio politico di Hamas, in un'intervista ad Al Jazeera. "La macchina omicida israeliana deve essere fermata. Desideriamo vedere il completo ritiro delle forze di occupazione israeliane dalla Striscia di Gaza. La nostra risposta è realistica e le nostre richieste sono ragionevoli", ha sottolineato, sostenendo che gli israeliani "non sono seriamente impegnati in questo accordo". Come garanti dell'accordo, Hamas ha indicato Qatar, Egitto, Turchia, Russia e Onu.
La controproposta di Hamas è stata giudicata "un po' esagerata" dal presidente americano Joe Biden, ma Nazzal ha respinto il commento, accusando il capo della Casa Bianca di essere "totalmente di parte" e di aver "preso parte alla guerra intrapresa contro Gaza". "Ha fornito la copertura politica e legale agli israeliani e ha sostenuto tutte le mosse di Netanyahu. Hanno lavorato fianco a fianco, fornendo assistenza militare e finanziaria", ha sostenuto l'esponente di Hamas.
Stando a quanto riportato da Sky News Arabia, il Qatar avrebbe proposto ad Hamas degli incentivi nel tentativo di avvicinare le posizioni e arrivare ad un accordo. Doha avrebbe chiesto all'organizzazione terroristica di sostituire la richiesta del ritiro completo delle Idf con la formula "lavorare per spingere le forze israeliane a ritirarsi da Gaza", in cambio di un cessate il fuoco di quattro mesi invece di un mese e messo come inizialmente proposto da Tel Aviv, "il ritorno degli sfollati nelle loro aree e la creazione di campi migliori", insieme al ripristino del sistema idrico e fognario. L'Emirato avrebbe inoltre assicurato ad Hamas che Israele acconsentirà a rilasciare tra 3mila e 5mila detenuti e ha riferito al gruppo palestinese la minaccia israeliana di invadere Rafah in caso di mancato raggiungimento di un accordo. L'alto esponente dell'ufficio politico dell'organizzazione Mohammad Nazzal ha però dichiarato in un'intervista ad Al Jazeera che "nessuno dei dettagli" della proposta può essere modificato
“Dobbiamo finire il lavoro. E lo faremo”, ha affermato Gabi Siboni, direttore dei programmi Military and Strategic Affairs e Cyber Security all'Università di Tel Aviv e consulente senior per l'Idf. “I leader di Hamas non si consegneranno mai. Sono molto determinati e combattono per la morte. Dobbiamo dunque ucciderli e li uccideremo”. L’uomo ha però ammesso che la pressione delle famiglie degli ostaggi e degli alleati americani per una tregua è molto forte, ma ha sottolineato anche che l’opinione pubblica di Israele non accetterà mai uno scenario in cui Hamas e i suoi gruppi alleati siano ancora presenti nella Striscia.
Fonte Agi / Giornale e varie agenzie