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Assisi, patto contro il fondamentalismo

Trenta anni dopo il primo raduno che volle Papa Wojtyla, ad Assisi si tornano a riunire i leader religiosi per un maxi G8 della fede. Papa Francesco è al Sacro Convento di Assisi per la Giornata di Preghiera per la pace che chiude l'evento interreligioso organizzato dalla Comunità di Sant'Egidio, dalla diocesi di Assisi e dalle Famiglie Francescane.

Cosi ad Assisi le religioni firmano un patto contro le derive fondamentaliste. Papa Francesco voleva pregare con tutti loro per il Dio della pace, per contrastare le divisioni, per frenare la xenofobia e i populismi, per dare voce a chi soffre. "Non esiste un Dio di guerra" ha twittato il pontefice prima di partire in elicottero il Vaticano e raggiungere la cittadella umbra, in occasione della cerimonia di chiusura dell'evento interreligioso 'Sete di Pace', organizzato dalla Comunità di Sant'Egidio. Non sarà una fiction, non sarà uno show. "Oggi uomini e donne di tutte le religioni saremo ad Assisi non per uno spettacolo, ma semplicemente a pregare per la pace" ha spiegato. Ad Assisi lo aspettavano centinaia di esponenti religiosi, arrivati da tutto il mondo, sciiti, sunniti, ortodossi di varie chiese, scintoisti, buddisti giapponesi, evangelici, ebrei. Solo i buddisti tibetani non ci sono, mancano all'appello, il Dalai Lama non è stato invitato per non compromettere la delicatissima trattativa in corso tra la Chiesa cattolica e la Cina. A volte su tutto prevale la realpolitik.

Lo spirito col quale il Papa è partito per Assisi è stato spiegato da Francesco stesso all'omelia della Messa celebrata prima della partenza in Casa Santa Marta. In ginocchio a pregare il Dio della pace, insieme, "oltre le divisioni delle religioni", fino a sentire la "vergogna" della guerra e senza "chiudere l'orecchio" al grido di dolore di chi soffre. "Oggi uomini e donne di tutte le religioni saremo ad Assisi non per uno spettacolo, ma semplicemente a pregare per la pace", ha detto il Papa prima di partire per la cittadina umbra secondo un tweet dell'Osservatore Romano con l'hashtag #papaasantamarta. "Ho scritto una lettera ai vescovi di tutto il mondo perché nelle diocesi si preghi con tutti gli uomini di buona volontà", ha aggiunto Francesco, sempre secondo l'Osservatore Romano

Francesco in diverse occasioni ha invocato un fronte comune al fine di arginare la terza guerra mondiale a pezzi. Un brutto conflitto esteso e alimentato non solo da fanatici islamici, ma dai mercanti di armi, da persone senza scrupoli che giocano sulla pelle degli altri seminando sangue, terrore, emigrazioni, catastrofi umanitarie. In fondo non è altro che l’ipocrisia dei Paesi più ricchi che con una mano offrono aiuti umanitari ma poi l'altra producono armamenti da vendere agli stessi gruppi fondamentalisti. Senza parlare doppio ruolo dei Paesi del Golfo, del Qatar e dell'Arabia Saudita. “Non possiamo chiudere l'orecchio al grido di dolore di questi fratelli e sorelle nostri che soffrono per la guerra".

Francesco è stato accolto dal Custode del Sacro Convento, padre Mauro Gambetti. Il Papa ha salutato e abbracciato Bartolomeo I, patriarca ecumenico di Costantinopoli; Ignatius Aphrem II, patriarca siro-ortodosso di Antiochia; Justin Welby, arcivescovo di Canterbury e Primate della Chiesa di Inghilterra; Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma; Abbas Shuman, vice presidente dell'Università Al-Azhar; il fondatore della Comunità di Sant'Egidio Andrea Riccardi. Ad accoglierlo anche alcuni rappresentanti del governo italiano: stretta di mano e scambio di qualche parola tra il Papa e il ministro della Giustizia Andrea Orlando, il ministro dell'Ambiente Gianluca Galletti e il viceministro agli Esteri Mario Giro.

Papa Francesco ha salutato i 25 rifugiati che saranno presenti al "pranzo di pace" con Bergoglio e gli altri leader religiosi. Dieci sono arrivati in Italia con i 'corridoi umanitari' di Sant'Egidio, dieci arrivano dal Cara di Castelnuovo di Porto, cinque sono assistiti dalla Caritas di Assisi. 

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