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Lunedì, 13 Maggio 2024

Milano, strage al Palazzo di Giustizia

Una strage: tre morti, due feriti e una quarta persona uccisa, sembra, da un malore. Una pistola che ha inspiegabilmente varcato i metal detector - tutti funzionanti secondo le ultime indiscrezioni ...

Terrore a Palazzo di Giustizia di Milano dove l'imputato di un processo per bancarotta fraudolenta, l'immobiliarista Claudio Giardiello, 57 anni, ha ucciso a colpi di pistola il giudice Ferdinando Ciampi, Giorgio Erba suo coimputato nel processo sul fallimento dell' Immobiliare Magenta di cui Giardiello era socio di maggioranza e il suo ex avvocato, Lorenzo Alberto Claris Appiani. Il 57enne ha sparato dentro un'aula del terzo piano, nel corso del processo in cui si discuteva del fallimento. Poi è sceso di un piano, ha cercato l'ufficio del giudice Ciampi anche lui doveva testimoniare nel processo, e lo ha ammazzato sul colpo.

Al bilancio delle vittime si aggiungerebbe anche una quarta persona che è stata trovata morta sulle scale del tribunale, ma senza segni di violenza: è probabile - questa è la prima ricostruzione - che sia morta per malore.

Nel 'mirino' del killer ci sarebbe stato anche il pubblico ministero Luigi Orsi che si trovava nell'aula della strage a rappresentare l'accusa. Secondo alcuni testimoni, infatti Giardiello avrebbe rivolto l'arma anche contro di lui senza però riuscire a colpirlo. Il magistrato è rimasto illeso.

Nato 57 anni fa a Benevento esattamente il 6 marzo Claudio Giardiello,  è residente in Brianza, dove lavora nel settore dell'edilizia. L'uomo - che soci ed ex soci chiamavano il conte Tacchia  - aveva avuto diverse società e vari guai finanziari. Negli ultimi tempi poi si trovava in gravissime difficoltà finanziarie, sfociate in diverse cause giudiziarie.

''Ci siamo asserragliati nell'aula, appena sentiti gli spari'', racconta l'avvocato Roberto Faletti, che era in udienza in un'aula accanto a quella dove l'omicida ha sparato. ''I carabinieri ci hanno detto di restare chiusi nell'aula e di non muoverci - ha aggiunto - eravamo in sette, compresi il giudice e il pm''

"Non so nulla ma certo dovrebbe essere impossibile entrare in un Tribunale e sparare. Ho saputo dell'uccisione di un collega, una cosa che mi sconvolge". Così il presidente Anac Raffaele Cantone commenta quanto successo a Milano alle agenzie stampa, uscendo da una riunione a Palazzo Chigi.

Gli inquirenti stanno cercando di capire come l'uomo sia riuscito a entrare in tribunale armato senza essere bloccato dai controlli con i metal detector. In un primo momento un dipendente del tribunale aveva detto che il metal detector dell'ingresso di via Freguglia era rotto, ma poi fonti del palazzo hanno smentito la notizia, affermando che l'apparecchio era stato revisionato pochi giorni fa.

Un'alta delle spiegazioni possibili è che l'uomo possa essere passato insieme al suo legale dalla parte d'ingresso riservata agli avvocati e a cui si accede semplicemente mostrando il tesserino dell'ordine forense. Sulla questione sicurezza è intervenuto anche il Ministro della Giustizia A.Orlando : "Verificheremo se ci sono state falle".

Secondo una prima ricostruzione, Giardiello era seduto tra i banchi del pubblico. Era in corso il contro esame di un testimone da parte del pm quando è scoppiato un litigio in aula. A quel punto ha estratto la pistola e ha sparato uccidendo Lorenzo Alberto Claris Appiani, suo ex avvocato, ora testimone nel processo per il fallimento Magenta. Sempre in aula ha ferito altre due persone in maniera gravissima: Davide Limongelli socio di Giardiello nella società e Stefano Verna, commercialista e altro testimone del processo. Dopo aver sparato, almeno quattro o cinque colpi, è sceso di un piano, ha raggiunto l'ufficio di Fernando Ciampi, giudice fallimentare e ha di nuovo sparato, uccidendo il magistrato sul colpo.

"Ero in una stanza vicino a quella del giudice - ha raccontato un testimone, un avvocato che si trovava vicino all'ufficio di Ciampi - ho sentito gli spari e poi ho sentito una persona correre. Sono entrato nella stanza del giudice, c'erano le cancelliere che piangevano e l'ho visto sdraiato dietro la sua scrivania. Non c'erano tracce di sangue ma gli ho sentito il polso ed era già morto".

'E' una persona sopra le righe, ingestibile come cliente perché non ascoltava mai i consigli. Era uno che pensava che tutti lo volessero fregare, era paranoide''. E' la descrizione al agenzie di stampa dall'avvocato Valerio Maraniello di Claudio Giardiello, il killer che era era imputato per bancarotta. L'avvocato Maraniello ha spiegato di avere difeso Giardiello fino ad un paio di anni fa e poi di avere lasciato il mandato proprio perché era un cliente 'difficile'.

Dopo essere rimasto nascosto nel tribunale per più di un'ora, Giardiello è riuscito a uscire e a fuggire in moto. La fuga è durata per circa trenta minuti, poi il fuggiasco è stato arrestato a Vimercate, paese dell'hinterland che si trova circa a 30 chilometri dal luogo della strage. Era in un centro commerciale. Dopo essere stato portato nella sede della compagnia dei carabinieri del paese per essere sentito dove è arrivato anche il comandante generale dell'Arma, Tullio Del Sette, Giardiello ha avuto un malore ed è stato portato via da un'ambulanza scortata da due pattuglie dei carabinieri.

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