Le Commissioni alla Camera di Esteri e Difesa, dopo aver ascoltato le informative dei ministri Mogherini e Pinotti, approvavano a larga maggioranza (Pd, Forza Italia, centristi, Ncd) la risoluzione che autorizza il governo a fornire armi ai curdi. Contrari i Cinque stelle, che in un prolisso documento caldeggiavano l'invio ai peshmerga non di «equipaggiamenti letali» ma di «elmetti e giubbotti antiproiettile», contraria Sel all'inseguimento del vacuo pacifismo grillino, astenuta la Lega col pretesto che si votava in commissione e non in plenum. Mogherini ha rivendicato il ruolo italiano nella costruzione di «una cornice internazionale» attorno all'invio di aiuti anche militari per rispondere alle richieste del Kurdistan iracheno, sottolineando che «non era scontato che la Ue rispondesse in quanto tale, e con decisione unanime». In Irak «è a rischio la vita di civili, cristiani, yazidi, musulmani: è un dovere politico, ma soprattutto morale, rispondere a un dramma umanitario». Ma quella di Isis, spiega il ministro, «è una minaccia che riguarda anche l'Italia». Tanto che il Dipartimento di pubblica sicurezza del Viminale ha inviato ai prefetti e ai questori una circolare che sollecita più vigilanza sugli obbiettivi sensibili.
Berlusconi ufficialmente tace, ma secondo il quotidiano di famiglia,in queste ultime ore ha momentaneamente accantonato i dossier economici per concentrarsi su una politica estera che preoccupa ogni giorno di più. In questo senso, pare lo abbiano molto colpito le parole di Papa Francesco che è arrivato a parlare di una «Terza guerra mondiale» anche se «combattuta a pezzi».
È una «riflessione complessiva» quella del leader di Forza Italia. Che con i suoi interlocutori telefonici si limita a rilevare l'assenza di «peso politico» dell'Italia ma non punta il dito direttamente contro Matteo Renzi. Secondo il quotidiano il Giornale per Berlusconi, il problema è decisamente più ampio, perché «i singoli Stati possono fare ben poco». Il punto, insomma, è «l'assenza dell'Europa». Che - è il senso dei suoi ragionamenti - magari si affretta a decidere sanzioni improvvide a carico della Russia che hanno conseguenze dirette sull'economia dei singoli Stati membri ma che poi preferisce essere del tutto insipiente sull'emergenza immigrazione che vede l'Italia in prima fila. Insomma, «così non si può andare avanti».
Anche secondo Il Mattinale il governo avrebbe molte responsabilità in quella che è una «politicuccia estera». «Purtroppo - si legge nella nota politica del gruppo di Forza Italia della Camera - a questo oggi l'Italia è ridotta. Esclusa dalle trattative tra Russia e Ucraina, ciò che con Berlusconi al governo sarebbe stato impensabile. Impotente e in coda sull 'Irak, con il premier che cerca di recuperare con gesti simbolici di presenza quanto non riesce a combinare ai tavoli dove si decide, dove peraltro non lo invitano neppure». Parla invece di «doppio schiaffo» Daniele Capezzone. «In soli due giorni - dice - siamo rimasti fuori dal vertice sull'Ucraina e poi respinti dall'Ue in materia di immigrazione con il no su Frontex. Renzi subisce umiliazioni che, in un altro contesto politico, sarebbero sulle prime pagine di giornali e tg». Pure il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri parla di «totale irrilevanza dell'Italia a livello europeo» con «Renzi e i suoi ministri incapaci di far valere le nostre ragioni». Mentre secondo il capogruppo di Forza Italia al Senato Paolo Romani l'Ue «non risolverà mai nulla» ed è dunque necessaria una «azione diretta e coordinata dall'Italia sulle spiagge della Libia».
La posizione di Forza Italia, secondo il mattinale insomma, è piuttosto critica su tutto il fronte della politica estera. E non va meglio sui temi economici, nonostante la disponibilità data a Renzi da Berlusconi a sostenere - valutando caso per caso - quei provvedimenti che possono risollevare un'Italia ormai in deflazione. «Troppa carne al fuoco - recitano a caratteri cubitali rossi le prime righe del Mattinale - produce incertezza e ha un costo: uccide l'economia. La sfiducia nel futuro è colpa del governo, pessimo anche in comunicazione». Ecco perché, chiosa l' house organ del gruppo azzurro presieduto da Renato Brunetta, «per il capo del governo e per il suo partito l'autunno rischia di essere un Vietnam».