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Domenica, 12 Maggio 2024

Dopo il debutto trionfale a Milano il 26 ottobre e la meritatissima standing ovation di Roma lo scorso 30 ottobre, ora la tournèe  del M°Alexandros Kapelis riparte da Vicenza dove mercoledì 3 novembre si esibirà nel meraviglioso Teatro Olimpico prima di proseguire con le date di Firenze e Palermo

Riconosciuto per le sue "esecuzioni scintillanti" (Washington Post) e per "le sue capacità virtuosistiche senza alcuna concessione al pubblico né a sentimentalismi decadenti" (Diari de Balears, Spagna), Alexandros Kapelis presenta per il suo debutto in Italia l’acclamato programma "I Miti Greci:

La vasta ricchezza del mito greco, con le sue superbe esplorazioni filosofiche, ha esercitato un'influenza inevitabile sui grandi artisti di ogni epoca. Le arti visive e la letteratura sono state le più vulnerabili al fascino, la trascendenza e il carattere universale del mito greco. Allo stesso modo la Lirica, fin dai suoi inizi, è stata marcata dalle sue archetipiche figure eroiche e tragiche.  In modo meno evidente, ma ugualmente notevole, la musica "pura" o "assoluta" non è stata immune allo spirito dell'Antichità Classica, la quale ha pervaso il repertorio pianistico. 
Con opere di Rameau, Clementi, Liszt, Debussy, Kostantinidis e Hadjidakis, questo programma trova la sua prima ispirazione nella Grecia e nella sua mitologia.

Al Veneto dedica ben tre tappe: due a Venezia, la città che lo ospita da meno di un anno su invito della Fondazione Malipiero con la nomina di Artist Residente e una a Vicenza.

Di padre greco e madre Peruviana, Kapelis trascorre a New York la maggior parte della sua vita adulta, dove all'inizio della sua carriera viene riconosciuto dall'International Press Service-IPS come "uno dei più promettenti giovani musicisti classici di ogni nazionalità in attività a New York al momento."

Ospite durante varie edizioni del Progetto Martha Argerich a Lugano, Kapelis ha collaborato con artisti quali Mischa Maisky, Juri Bashmet, Renaud Capuçon, e la grande Martha Argerich.  Nelle parole della stessa Argerich, Kapelis "non ha eguali per Rachmaninov e suona i classici con un gusto stupefacente." (Classica No. 169; Parigi, Febbraio 2015).

"Kapelis si è buttato vigorosamente nel gaudio selvaggio dell'Ile Joyeuse di Claude Debussy, e ha cesellato in modo esperto la posatezza delle sue Danzatrici di Delfi."
THE WASHINGTON POST (Washington, D.C.)

"Una rarità nella sua generazione, Kapelis suona in modo espressivo ed evocativo." INTERNATIONAL PRESS SERVICE- IPS (New York)

il piccolo Marcello
La corsa di Anna Magnani, la sora Pina, una splendida Nannarella ancora trentenne, il filo di fuoco dei nazisti e lei che cade a terra mentre io mi divincolo dall'abbraccio di Don Pietro e grido "Mamma!! Ma'..." dopo aver riempito di calci un soldato tedesco che non mi lasciava passare.... Quella scena abbiamo dovuto girarla due volte perche' Roberto Rossellini non mi aveva detto che nel film Anna Magnani sarebbe morta... E io mi sono impressionato molto, mi sono messo a piangere, non riuscivo a clamarmi e non volevo girare più. Al soldato a cui davo i calci hanno dovuto mettere degli stracci all'interno degli stivali perchè a farza di dare calci si era fatto male....
Vito Annicchiarico, l'ultimo testimone del Manifesto del Neorealismo, a settanta anni dall'uscita del film di Roberto Rossellini che cambiò il modo di fare film, racconta segreti, aneddoti, curiosità in un libro di Simonetta Ramogida dal titolo ROMA CITTA' APERTA, VITO ANNICCHIARICO, IL PICCOLO MARCELLO RACCONTA IL SET.
Il libro di Simonetta Ramogida, con la Prefazione di Laura Delli Colli, edito da Gangemi a settanta anni dall'uscita del film emblema del Neorealismo, conduce per mano il lettore nei luoghi in cui fu girata la pellicola con cui Roberto Rossellini rivoluzionò il modo di fare cinema. Per Vito sono i luoghi del cuore. Roberto Rossellini mi disse: "fammi vedere dove abiti, portami davanti alla tua scuola, voglio conoscere la chiesa dove fai il chierichetto". E così Vito lo conduce per le vie del Pigneto. C'e' la chiesa di Sant'Elena, dove nel dopoguerra e in una Roma assediata dalle truppe tedesche e dai fascisti Vito serve la messa; c'e' l'Oratorio di Via Avellino dove Vito gioca a pallone con i suoi compagni; c'e' il cortile di Via Raimondo Montecuccoli dove ci fu effettivamente una retata, e dove furono girate alcune scene del film. C'e' Via Trionfale, dove Vito va a scuola prima dell'arrivo degli americani a Roma, in un collegio vicino a Forte Bravetta dove fu fucilato Don Pietro Pellegrini (Aldo Fabrizi). E' la vita vera di Vito, che vive nel quartiere del Pigneto a Roma quando Roberto Rossellini nel 1944 lo incontra in una mattina di primavera vicino Largo del Tritone mentre fa lo Sciuscià, e con l'espediente di pulire quaranta paia di scarpe riesce a convincerlo ad andare con sé. Quello con Roberto Rossellini e' l'incontro magico che cambia la vita. Nei locali della Cis Nettunia di Via Crispi Vito conosce anche lo sceneggiatore Sergio Amidei. Il regista del Neorealismo dice soltanto: 'Eccolo qui'. Vito ancora non capisce che le quaranta paia di scarpe non ci sono, ma comincia ad avere il sospetto di aver perso una mattinata dietro a quel signore dai modi gentili che però non si era presentato… Vito ha solo dieci anni, quando Roberto Rossellini lo vede per la prima volta. Da quel momento è il cinema la sua giostra, il set la sua vita e il luogo in cui conosce Anna Magnani che lo protegge, lo accarezza, lo difende dalle ire di Aldo Fabrizi, che non lo trova mai quando devono girare assieme una scena, e gli dice: 'se te prendo te sghilombo!' Ma Vito che trova ogni occasione per tornare dai suoi compagni Sciuscià, non ci fa caso, tanto Aldo Fabrizi non lo può raggiungere per le vie di Roma. Lui corre così velocemente tra Via Rasella, Via del Tritone, Via degli Avignonesi dove la troupe sta girando Roma Città Aperta che, è come se volasse nel vento…
Vito-Marcello svela circa 70 anni dopo l'uscita del film che "Nell'orecchio di Francesco lui rispose 'col cavolo'. Poi in fase di doppiaggio la risposta fu: 'te vojo tanto bene'. Anna Magnani avrebbe voluto adottarlo, ma sua madre disse 'no'. Roberto Rosselini 'era un pezzo di pane'. Un uomo estremamente generoso e di grande umanità. 'Per me era come un padre'. Vito fa effettivamente il chierichetto nella vita reale non solo in Roma Città Aperta. Serve la messa nella Chiesa del Sacro Cuore di Via Marsala, e si trova accanto al prete che celebra una messa subito dopo l'eccidio delle Fosse Ardeatine proprio in una fossa, vicino ai corpi dei martiri. Ancora oggi un brivido corre lungo la schiena quando lo racconta. Il libro contiene anche una rassegna fotografica, alcune immagini inedite e fuoriscena di film girati con Gennaro Righelli e con Vittorio De Sica tratti dall'album di famiglia. I francobolli intitolati a Teresa Gullace, la martire da cui Rossellini e Amidei prendono spunto per la figura della sora Pina (AnnaMagnani), e poi c'e' la corrispondenza con Mario Gullace, il figlio di Teresa Gullace che lo ritrova dopo molti anni, e l'incontro con Claudio Venturini, il figlio di Aldo, il produttore di Roma Città Aperta, che rimette in moto i ricordi, i frammenti, i tasselli di un mosaico indimenticabile, da cui nasce questo libro. Vito Annicchiarico nasce a Grottaglie il 26 febbraio 1934. Nel 1944 approda al cinema con Roberto Rossellini, poi partecipa a diversi altri film. Viene scritturato da Gennaro Righelli, interpreta di nuovo il ruolo del figlio di Anna Magnani, in Abbasso la miseria! anche se in questo caso si tratta di un figlio 'adottivo', e successivamente partecipa anche al film Abbasso la ricchezza. Nel 1946 esce Ok.John!, e Vito è ancora sulle scene. Poi prende parte alla realizzazione del film di Domenico Gambino, Un mese di onestà con Lauro Gazzolo, Roberto Villa e Carlo Ninchi. Fino a che nel 1948 interpreta la parte di Coretti, nel film Cuore di Duilio Coletti e Vittorio De Sica, tratto dall'omonimo romanzo di Edmondo De Amicis e partecipa con lo stesso regista e Anna Maria Pietrangeli alla realizzazione del film Domani è troppo tardi, ispirato a Printemps Sexsuel di Alfred Machard. Nel 1949 lavora alla pièce L'uomo, la bestia e la virtù con Aroldo Tieri e Carlo Ninchi. E' comunque spesso a teatro sempre con Anna Magnani e Aldo Fabrizi. Quando Roberto Rossellini va sulla Costiera Amalfitana e a Napoli per girare Paisà lo porta con sé. Lascia il cinema dopo aver rifiutato l'offerta di Rod Geiger, proprio il produttore di Paisà, di recarsi negli Stati Uniti per lavorare nel cinema e studiare contemporaneamente. Non senza riuscire a fare prima un'esperienza indimenticabile con la sceneggiatura di Cesare Zavattini e Mario Soldati con Chi é Dio? Il primo esempio di progetto documentaristico sulla catechesi scritto per le scuole. Nel 1955 la sua vita cambia completamente: inizia a lavorare in una multinazionale americana, dove rimarrà fino al termine della sua carriera. Nel 2004 Claudio Venturini, il figlio di Aldo, il produttore di Roma città aperta, dopo un viaggio negli Usa ha l'idea di realizzare un film-documentario dal titolo I figli di Roma città aperta, un viaggio attraverso i luoghi in cui fu girato il film, con la partecipazione di critici cinematografici, e testimoni di quel grande fermento culturale che fu il Neorealismo, e le straordinarie testimonianze di Luca Magnani e di Renzo Rossellini. Ed è così che il piccolo Marcello, il bambino simbolo del Neorealismo italiano, torna sul set. Dopo una lunghissima pausa torna sulle scene diretto da una giovane regista, Laura Muscardin, per la produzione Nuvola Film di Amedeo Bacigalupo. Il docu-film viene presentato nel 2005 al Tribeca Film Festival di New York, la creatura di Robert De Niro, dove vince il Premio Wide Angle. Nel 2011 il critico cinematografico Alberto Crespi realizza il documentario per le strade di Roma Voi siete qui, per la produzione Eskimo, ideato dallo stesso Alberto Crespi assieme ad Alessandro Boschi e diretto da Francesco Matera. Ancora una volta è Vito a condurre il regista nei luoghi in cui fu girato Roma città aperta: sono il numero 17 e il numero 36 di via Raimondo Montecuccoli, dove furono realizzate alcune scene del film simbolo del Neorealismo, e dove si svolse realmente una retata. Voi siete qui e' stato presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2011. Vi hanno preso parte tra gli altri, anche Vincenzo Cerami, Marco Bellocchio, Gigi Proietti, Mario Monicelli, Armando Trovaioli, Carlo Lizzani, Giuliano Montaldo e Nanni Moretti.

Alessandro Gassman

Una stagione sotto il segno del padre Dante. «Ad ogni spettacolo, in base al tema e al genere, gli attori protagonisti leggeranno un canto della Divina commedia», così spiega Giuseppe Dipasquale lanciando la nuova stagione 2015/16 del Teatro Stabile di Catania. E dantesco è il motto che segna il nuovo cartellone, impaginato dal direttore del Teatro Stabile di Catania all’insegna di “Fatti non foste a viver come bruti”, l’ammonimento che Ulisse eleva dal girone dei fraudolenti nell’Inferno (Canto XXVI, verso 119).

«Abbiamo scelto un forte monito culturale – sottolinea Dipasquale - rivolto a quanti capiscono, e ancor più a quanti non capiscono, che il destino proprio dell’uomo (“considerate la vostra semenza”) è tutto in quel “seguire virtute e canoscenza”. Il teatro è in ciò veicolo primario di cultura, sapere, virtuoso confronto. Un ruolo che la società e la classe politica dovrebbero avere ben chiaro, evitando di considerare la cultura in genere come l’ultima voce dell’economia».

In questa visione, in illuminata controtendenza e nonostante la crisi, il cartellone 2015-2016 presenta alla Sala Verga 10 spettacoli di cui ben 5 prodotti o coprodotti dallo Stabile etneo. Basta scorrerli in rapida carrellata per fare emergere la forte pregnanza dei titoli e, come brevemente vedremo, le loro forti tematiche (la follia e bestialità umane, la crisi della società occidentale e altro ancora), che virgolettiamo di seguito per maggiore evidenza. E cospicua si rivela la presenza di prestigiosi artisti del panorama teatrale nazionale. Mariano Rigillo e Anna Teresa Rossini rinnovano il sodalizio registico con Giuseppe Dipasquale, in veste di regista anche Alessandro Gassman che dirige Anna Foglietta. Un lungo elenco che annovera, tra gli altri, Geppy Gleijeses, Alessandra Costanzo, Paolo Graziosi, Laura Marinoni, Mimmo Mignemi, Eros Pagni, Massimo Popolizio nella doppia veste di attore e regista, Elisabetta Pozzi, Umberto Orsini, Stefania Rocca e Franco Castellano, Angelo Tosto. Accanto a loro registi, autori, scenografi, costumisti, musicisti, a vario titolo coinvolti negli allestimenti: da Claudio Fava a Pascal Rambert, da Maurizio Balò ad Antonio Fiorentino a Mario Incudine, da Luca De Fusco a Paolo Magelli, da Franco Però a Marco Sciaccaluga e Walter Pagliaro. Nomi tutti che non hanno bisogno di presentazioni.

Ma andiamo con ordine, cominciando dalle produzioni che vedono impegnato l’ente. Il tema della “bestialità umana” è trattato da Luigi Pirandello nell’ambito del genere grottesco in L'uomo, la bestia e la virtù, regia di Giuseppe Dipasquale, costumi Adele Bargilli, scene Paolo Calafiore, musiche Mario Incudine; con Geppy Gleijeses, Marco Messeri, Marianella Bargilli insieme a Mimmo Mignemi (produzione Teatro Stabile di Catania e GITIESSE- Artisti riuniti, dal 13 al 29 novembre 2015).

La “follia in epoca moderna” è la tematica del dramma La pazza della porta accanto, novità assoluta di Claudio Fava, ideazione scenica e regia di Alessandro Gassman; con Anna Foglietta e Alessandra Costanzo, Angelo Tosto (produzione Teatro Stabile di Catania e Teatro Stabile dell'Umbria, dal 9 al 23 dicembre 2015).

Alla “nascita della civiltà occidentale” si lega la tragedia greca, di cui è paradigma l’Orestea eschilea, che verrà proposta in due parti: Agamennone (dal 28 dicembre 2015 al 3 gennaio 2016) e Coefore/Eumenidi (dal 4 all'8 gennaio 2016). La regia è di Luca De Fusco, scene di Maurizio Balò, costumi di Zaira De Vincentiis, coreografie Noa Wetheim, musiche di Ran Bagno, adattamento vocale di Paolo Coletta; con Mariano Rigillo, Elisabetta Pozzi, Angela Pagano, Gaia Aprea, Claudio Di Palma Giacinto Palmarini, Anna Teresa Rossini, Paolo Serra (produzione Teatro Stabile di Napoli, Teatro Stabile di Catania).

“La società irrisa” è il risvolto del vaudeville di Labiche La cagnotte, che andrà in scena per la regia di Walter Pagliaro, scene e costumi di Luigi Perego, musiche di Germano Mazzocchetti, con Pippo Pattavina, Valeria Contadino, Margherita Mignemi (produzione Teatro Stabile di Catania, dal 22 gennaio al 7 febbraio 2016).

Il Re Lear shakespeariano tratta invece “la tragedia dell’ingratitudine”; la regia è di Giuseppe Dipasquale, con Mariano Rigillo nel ruolo del titolo e Anna Teresa Rossini. Si ricompone il trio che ha portato allo straordinario successo di Erano tutti miei figli, campione d’incassi in tournée per ben ultime tre stagioni (produzione Teatro Stabile di Napoli - Teatro Stabile di Catania, dove si darà l’anteprima assoluta, dall'1 al 17 aprile 2016).

E veniamo alle produzioni ospiti. Della “crisi della società occidentale” è emblematico specchio la commedia Scandalo, del corrosivo Arthur Schnitzler; la regia è di Franco Però, scene Antonio Fiorentino, costumi Andrea Viotti, musiche Antonio Di Pofi; con Stefania Rocca e Franco Castellano (coproduzione Teatro Stabile Friuli Venezia Giulia, Artisti Riuniti e Mittelfest 2015, dal 23 al 28 febbraio 2016).

Quando e dove lo Stato latita, prospera “la società altra”, alternativa cioè all’ordine costituito, quella descritta nel dramma Il sindaco del rione Sanità di Eduardo De Filippo; la regia è di Marco Sciaccaluga, scene di Guido Fiorato, costumi di Zaira de Vincentiis, luci di Sandro Sussi, musiche di Andrea Nicolini; con Eros Pagni, primo attore non napoletano a trionfare nel ruolo di Eduardo (coproduzione Teatro Stabile di Genova, Teatro Stabile di Napoli dall'1 al 6 marzo 2016).

Della “crisi dell’arte” ci parla la commedia Repetition (La prova), testo, regia e coreografia di Pascal Rambert, scene Daniel Jeanneteau, luci Yves Godin, musiche Alexandre Meyer; con (in ordine alfabetico) Anna Della Rosa, Laura Marinoni, Luca Lazzareschi, Giovanni Franzoni (produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione, dal 15 al 20 marzo 2016).

Sulla “crisi economica” porta a riflettere la commedia di Arthur Miller Il prezzo, traduzione di Masolino D’Amico, regia Massimo Popolizio, scene Maurizio Balò, costumi Gianluca Sbicca, luci Pasquale Mari; con Umberto Orsini, Massimo Popolizio, Alvia Reale, Elia Schilton (produzione Compagnia Orsini, dal 19 al 24 aprile 2016).

“La giungla della città” con le sue insidie è al centro del dramma Quai Quest (Approdo di ponente) di Bernard-Marie Koltès, traduzione Saverio Vertone, regia Paolo Magelli, dramaturg Zelika Udovicic, scene Lorenzo Banci, costumi Leo Kulas; musiche Arturo Annecchino; con Valentina Banci e Paolo Graziosi.

Info campagna abbonamenti: botteghino Teatro Verga, via Giuseppe Fava 35, tel. 095 7310888, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., www.teatrostabilecatania.it Prolungamento prelazione per tutti i turni, dal 7 al 17 settembre 2015. Costi invariati rispetto alla scorsa stagione. Abbonamento a 8 spettacoli (6 fissi e 2 a scelta): Turno Prime €140, Turni D (domenicali pomeridiani) €140; Turni Aziendali (pomeridiani e serali infrasettimanali): in azienda €100, botteghino teatro €110; Turni Primo Sabato Serale-Secondo Sabato Serale: in azienda €120, botteghino €130; Turni AZ/diurna-AZ/C.C. pom. AZ/fer. pom. (sabato pom.): in azienda €105, botteghino €115. Abbonamento giovani: a posto fisso e prenotazione libera €70. Abbonamenti liberi a 8 spettacoli a scelta su tutto il cartellone: Turni serali €110, Prezzo speciale giovani €70; a 6 spettacoli, Turni serali €55 (solo per i giovani).

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Le grandi passioni in scena con la danza al Teatro di San Carlo:

la gelosia di Otello, amore e morte di Carmen, in una Spagna descritta da compositori francesi di tardo ‘800, Jules Massenet, Georges Bizet, e dal compositore russo contemporaneo Rodion Ščedrin

l’entusiasmo, i sogni e la determinazione degli Allievi della Scuola di Ballo,

per un omaggio alla carriera di Anna Razzi

 

5 appuntamenti

Giovedì 8 Ottobre 2015 ore 20.30

Venerdì 9 Ottobre 2015 ore 18.00

 

Martedì 13 Ottobre 2015, ore 20.30

Mercoledì 14 Ottobre 2015, ore 18.00

 

Martedì 20 Ottobre 2015, ore 20.30

 

Ritorna al Teatro di San Carlo “Autunno Danza”, con 5 appuntamenti in meno di due settimane, -da giovedì 8 a martedì 20 ottobre 2015-, una rassegna che da sei anni il Massimo napoletano dedica all'arte coreutica.

 

La kermesse si apre giovedì 8 ottobre ore 20.30 (in replica venerdì 9 ottobre ore 18.00) con Otello, il dramma della passione e della gelosia per eccellenza, ispirato all’omonima tragedia di William Shakespeare (1564 -1616), qui nella sensuale e travolgente versione coreografica di Fabrizio Monteverde, su musiche di Antonín Dvořák (1841 - 1904).

I due protagonisti Otello e Desdemona sono interpretati da due amatissime stelle della danza, circondati dall’affetto di Napoli e divenuti popolari anche per il pubblico del piccolo schermo: José Perez e Anbeta Toromani; il primo ballerino ospite, Alessandro Macario, vestirà invece i panni del perfido Iago.

La vicenda del ‘Moro di Venezia’, uscito dalla penna di Shakespeare nel 1603 circa, acquista connotazioni cariche di intimismo e nuances esotiche, tramite gli accenti e la dinamica dell’ouverture concerto Othello Op. 93, B. 174, che Antonín Dvořák compose nel 1892 (parte della trilogia Natura, Vita e Amore), a distanza di pochi anni da quello verdiano del 1887.

 

Il secondo balletto in programma, martedì 13 ottobre ore 20.30 e mercoledì 14 ottobre ore 18.00, è un dittico dal sapore latino, che unisce: Spanish Dance&Concerts, con una nuova coreografia firmata dal maître de ballet del San Carlo, Lienz Chang, su musiche di Jules Massenet (1842-1912) e Carmen suite, composta da Georges Bizet (1842 - 1912) con popolare coreografia di Alberto Alonso, ripresa da Sonia Calero.

L’eroina, uscita dall’immaginazione di Prosper Mérimée nel 1845, è interpretata dall'étoile Svetlana Zakharova, che frequenta assiduamente le stagioni del San Carlo, di cui è ospite da molti anni. Oltre al Corpo di Ballo, questa produzione, ripresa dal Maggio Musicale Fiorentino, prevede anche l'Orchestra stabile del Teatro, guidata dalla bacchetta di Alexei Baklan.

Amore e morte, eros e thanatos, sono le pulsioni che accomunano i primi quattro appuntamenti di questa rassegna. La morte di Desdemona e Carmen, la gelosia di Otello e Don José. L’apollineo e il dionisiaco emergono in entrambe le produzioni, e si palesano in un’alternanza di momenti estremamente lirici ed intimi per poi esplodere con accenti dirompenti, cui si aggiungono suggestioni tardo romantiche di tutta Europa: dalle atmosfere slave di Antonín Dvořák, che fa sua la lezione di Giuseppe Verdi, ad una Spagna dipinta dalla tavolozza musicale di Jules Massenet e Georges Bizet. Queste grandi passioni, rilette dalle coreografie di Fabrizio Monteverde, Lienz Chang e Alberto Alonso non potevano non essere interpretate da José Perez, Anbeta Toromani, Alessandro Macario, Svetlana Zakharova e Denis Rodkin, coadiuvati dal Corpo di Ballo del Teatro di San Carlo.

 

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Infine martedì 20 ottobre ore 20,30 il Gala della Scuola di Ballo del Teatro di San Carlo la più antica scuola di genere, fondata nel 1812, che quest'anno dedica un doveroso omaggio ad Anna Razzi, direttrice della scuola da ben 25 anni.

 

Sento di rivolgere un sentito ringraziamento – afferma la Sovrintendente Rosanna Purchia - alla nostra Anna Razzi che con amore, sacrificio e abnegazione non ha mai smesso, in questi 25 anni, di educare i nostri giovani a questa meravigliosa disciplina che è la danza. Da parte nostra, negli ultimi anni il Lirico di Napoli ha ripreso la tradizione di allestire spettacoli e nuove produzioni a cura della Scuola, realtà che è tornata ad essere costantemente invitata a partecipare a festival e rassegne internazionali di danza”.

 

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OTELLO

Musica | Antonín Dvořák

Coreografia | Fabrizio Monteverde

Maître de Ballet e Assistente alla Coreografia | Lienz Chang

Scene | Fabrizio Monteverde

Costumi | Santi Rinciari

Disegno Luci | Emanuele De Maria

 

Interpreti

Otello, José Perez

Desdemona, Anbeta Toromani

 

Corpo di Ballo del Teatro di San Carlo

Allestimento originale del Balletto di Roma

 

Teatro di San Carlo

Giovedì 8 Ottobre 2015 ore 20.30

Venerdì 9 Ottobre 2015 ore 18.00

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  • Un programma lungo 14 mesi con 22 titoli di opera e balletto e 23 concerti, un cartellone che va da settembre 2015 a novembre 2016 con una programmazione ancora più ricca rispetto agli anni passati che punta a valorizzare le eccellenze dei complessi artistici di casa: 23 concerti sinfonici, 16 titoli per la stagione lirica e di balletto, 3 per Autunno Danza e ancora 3 titoli d'opera per il “San Carlo Opera Festival” che per la prima volta viene annunciato con così largo anticipo.

 

  • Un totale di 150 alzate di sipario, 4 nuove produzioni (Carmen di Georges Bizet, Norma di Vincenzo Bellini, Zenobia in Palmira di Giovanni Paisiello, e Romeo e Giulietta di Sergej Prokof’ev coreografia di Leonid Lavrovsky, rivista da Mikhail Lavrovsky) e 3 coproduzioni mai viste al San Carlo (Falstaff di Giuseppe Verdi, il dittico Goyescas di Enrique Granados e Suor Angelica di Giacomo Puccini, Le nozze di Figaro di Wolfgang Amadeus Mozart). Numeri che premiano gli sforzi compiuti dalla Fondazione negli ultimi tempi e che hanno come esito positivo una progettualità a lungo termine e di elevato livello artistico, in piena coerenza con le finalità e lo spirito del decreto Valore Cultura. Un Teatro aperto alla città e affacciato sul mondo, cui fanno ritorno i grandi nomi del circuito internazionale.

 

  • · Un cartellone che passa in rassegna i più illustri compositori di scuola napoletana, attraversa la storia del Lirico fin dalla nascita, ripercorre le tappe salienti di una memoria che fa rivivere le sue stagioni dorate attraverso le celebrazioni, occasioni importanti per ricordare uno stile che da sempre riesce a innovare le tendenze proiettandosi nel futuro. Una tradizione fulgida, piantata nell’alveo dei conservatori, fucine del talento e trampolini di lancio per il palcoscenico più ambito: il San Carlo. Da questo “golden stage” sono passati tutti i più grandi: Domenico Sarro, autore della prima opera andata in scena al Lirico il 4 novembre 1737, l’Achille in Sciro, di cui verranno eseguite le più belle pagine, in una selezione in forma di concerto pensata per festeggiare i 300 anni dalla nascita del primo sovrano di casa Borbone, a cui si deve l’edificazione del più antico “tempio della lirica nel mondo”: re Carlo (1716-2016); Pasquale Cafaro, di cui quest’anno ricorrono i 300 anni dalla nascita (1715-2015) e autore di una Cantata che lega la sua forza musicale al culto del Santo più venerato dai napoletani: San Gennaro per le Celebrazioni dedicate nell’ambito della Sinfonica. Una tradizione che supera la prova del tempo: un cambiamento epocale che passa anche dall’orchestra del Massimo, protagonista il Cafaro – come anche Sarro - delle riforme più rilevanti che hanno contribuito alla costruzione di un suono raffinato e nobilitato nel tempo dalla sensibilità di direttori che portano fino alla stagione Barbaja, con Rossini e Donizetti alla guida delle compagini artistiche, promotori di una qualità musicale che giunge fino ai nostri giorni. Alla morte di Cafaro sarà Giovanni Paisiello a “sopraintendere all’Orchestra del R. Teatro”, interprete di una trasformazione che porta con sé i frutti più maturi di una scuola che ha esportato una cultura in Europa e nel mondo, attraverso la musica. Proprio a Paisiello il San Carlo dedica le Celebrazioni per i 200 anni dalla morte (1816-2016) con riletture originali curate direttamente sugli autografi. È il caso di Zenobia in Palmira, un nuovo allestimento targato San Carlo, che riporta alla luce la cifra napoletana più autentica del compositore tarantino. Un’eco forte e persistente che traccia il segno di un’eredità che giunge fino agli albori del Novecento di Umberto Giordano e di Francesco Cilea, compagni di studi al Conservatorio di Napoli, nella classe di Paolo Serrao. Le loro Fedora e Adriana Lecouvreur scelte per questa stagione sono composte sul finire di un Ottocento che porta già in dote al nuovo secolo le sperimentazioni timbriche di impronta moderna. Ultimi epigoni di un secolo d’oro, che parla una sola lingua, quella del melodramma, che da Verdi (di cui Falstaff in cartellone ricorda la potenza espressiva) passa il testimone al Puccini meno conosciuto ma non “minore” per la sensualità della scrittura musicale del “trittico”, di cui si ascolteranno Suor Angelica e Il Tabarro (in dittico rispettivamente con Goyescas di Granados e Il nano di Zemlinsky). Un romanticismo, le cui sinuose peregrinazioni sonore passano attraverso le volute melodiche di Vincenzo Bellini, che proprio al San Carlo firma il suo esordio con un’opera prima scritta per il palcoscenico del Massimo cittadino. La scelta ricade però nel solco profondo di una popolarità conquistata a suon di melodia, pura, eterna e senza tempo. Sarà infatti il Bellini della Norma ad essere eseguito nel nuovo allestimento del San Carlo. Infine, la leggera freschezza della Vedova allegra, l’operetta-capolavoro di Franz Lehár, e le note spumeggianti de Le nozze di Figaro di Mozart, ci ricordano quanto sia difficile essere semplici. Come un classico che non invecchia, elegante sempre e fuori tempo mai.

 

ZUBIN MEHTA E IL SAN CARLO:

 

Sul podio del Lirico più antico d’Europa, Zubin Mehta, tra i più grandi e versatili direttori al mondo, inaugura il 12 settembre la stagione sinfonica con la Sinfonia n. 4 e la Sinfonia n. 6 di Pëtr Il'ič Čajkovskij, e apre il 13 dicembre la Stagione Lirica con Carmen di Georges Bizet.

Indiano, 79 anni, una carriera prodigiosa che lo ha portato a dirigere le più importanti compagini esistenti, Mehta torna al San Carlo dopo i successi di Tristano e Isotta e della “Terza” di Mahler segnando così con la sua autorevole presenza la stagione 2015 – 2016 del Teatro di San Carlo e legando a doppio filo il suo nome a quello del Massimo napoletano.

“Siamo orgogliosi - afferma la sovrintendente Rosanna Purchia – di essere diventati in questi anni, punto di riferimento per i più affermati direttori d'orchestra, così come dimostra il nostro recente passato. È per questo che voglio ringraziare il maestro Mehta per aver voluto ancora una volta dimostrarci il suo affetto e la sua vicinanza, e per aver scelto di essere con noi per l'apertura della stagione lirica e di quella sinfonica, due appuntamenti significativi della vita del nostro teatro. L'atmosfera e l'entusiasmo suscitati sia nel pubblico che in noi addetti ai lavori in occasione della messa in scena del Tristano e Isotta e dell'esecuzione della “Terza” di Mahler non potevano restare episodi isolati e la rinnovata presenza di Mehta al San Carlo conferisce ulteriore prestigio alla nostra programmazione”.

 

LE INAUGURAZIONI:

 

Sinfonica

La stagione sinfonica del Teatro di San Carlo si apre sabato 12 settembre ore 20.30 con Zubin Mehta alla guida dell'orchestra stabile in un programma che inanella alcune delle pagine più dense del lirismo tardo-romantico: la Sinfonia n.4 in fa minore, op.36 e la Sinfonia n.6 in si minore, op.74 “Patetica” di Pëtr Il'ič Čajkovskij inaugurano l’integrale del compositore russo che si concluderà nel settembre 2016.

Scritta tra il 1876 e il 1878 ed eseguita per la prima volta a Mosca sotto la direzione di Nikolaj Rubinstein, la “Quarta” di Čajkovskij rappresenta uno dei lavori più amati dal musicista stesso che infatti la definì “un fatto eccezionale e la miglior cosa che abbia composto fino ad oggi”. La Sinfonia n. 6 “Patetica” è stata definita il testamento, l’addio alla vita dell’autore.

 

Lirica

Carmen di Georges Bizet, capolavoro tra i più noti e amati, inaugura domenica 13 dicembre la stagione lirica e di balletto 2015-16 del Massimo napoletano.

La direzione ancora una volta è affidata a Zubin Mehta, alla guida delle maestranze di casa, mentre a firmare la regia è Daniele Finzi Pasca, svizzero di Lugano, già applaudito sia a Napoli che in tournée a San Pietroburgo per la sua onirica versione di Pagliacci con effetti speciali, giochi di luce e acqua. Il nuovo allestimento presenta dunque le scene di Hugo Gargiulo, le coreografie di Maria Bonzanigo e costumi di Giovanna Buzzi. Due le artiste internazionali che vestono i panni della gitana Carmen, le mezzosoprano Marìa José Montiel e Clementine Margaine, mentre Eleonora Buratto interpreta la dolce Micaëla. Fabio Sartori e Aris Argiris sono rispettivamente Don José ed Escamillo. L'opera di Georges Bizet, eseguita in prima assoluta il 3 marzo 1875 all'Opera di Parigi, è andata in scena al San Carlo in oltre quaranta rappresentazioni, dalla prima del 1885 fino alle più recenti firmate Lina Wertmuller, Pappi Corsicato e Micha van Hoecke.

 

 

LE CELEBRAZIONI

 

Paisiello

Nel 2016 ricorrono i 200 anni dalla morte di Giovanni Paisiello, figura di primo piano della Scuola napoletana che ha reso grande Napoli nel mondo. Il San Carlo, che fa del recupero della tradizione partenopea un presupposto imprescindibile della propria mission, celebra il compositore con la messa in scena al Teatrino di Corte di Palazzo Reale di due sue opere: Zenobia in Palmira, nuovo allestimento con la regia di Riccardo Canessa, direttore Francesco Ommassini, e La grotta di Trofonio, allestimento del Festival di Martina Franca con la direzione d'orchestra di Alessandro De Marchi. Un concerto, inoltre, vede protagonista la formazione dei Fiati del San Carlo, che eseguirà "Gli Zingari in Fiera”, Sei Quadri per due flauti, due clarinetti, due corni, fagotto e basso continuo.

 

Carlo III di Borbone

Per celebrare i 300 anni dalla nascita di Carlo III di Borbone e festeggiare la ricorrenza della fondazione del San Carlo, il prossimo 4 novembre si terrà una selezione in forma di concerto dell' Achille in Sciro di Domenico Sarro su libretto di Pietro Metastasio, titolo che il 4 novembre 1737, giorno onomastico del sovrano, inaugurò il “Nuovo Grande Real Teatro San Carlo di Napoli”. La drammatizzazione è a cura di Filippo Zigante, voce recitante Mariano Rigillo, direttore Alessandro De Marchi.

 

Celebrazioni San Gennaro

Sono due i concerti in programmazione al Duomo di Napoli in occasione delle celebrazioni del Santo Patrono della città. Il 6 ottobre Marco Faelli dirige orchestra e coro nel Requiem di Gabriel Fauré, mentre il 9 ottobre il direttore Pietro Borgonovo guida le compagini stabili nell'esecuzione di due brani di Pasquale Cafaro, in occasione dei 300 anni dalla nascita del compositore.

 

DIRETTORI E SOLISTI INTERNAZIONALI

Il Teatro di San Carlo si conferma meta privilegiata per direttori e solisti di fama internazionale che si alternano sul podio nel corso di tutta la stagione. Da segnalare la presenza di Fabio Luisi e il ritorno di Daniel Oren.

 

Attualmente direttore principale del Metropolitan Opera e direttore musicale all'Opera di Zurigo, Fabio Luisi è in cartellone con due appuntamenti nella stagione sinfonica: sabato 21 e domenica 22 novembre alla guida di orchestra e coro stabili nella Sinfonia n.2 di Gustav Mahler (soprano Julia Kleiter, contralto Patricia Bardon), e venerdì 30 ottobre (fuori abbonamento) con l'Orchestra dell'Accademia Teatro alla Scala per la Sinfonia n.5 in do diesis minore di Mahler.

Doppio anche l'appuntamento con Daniel Oren, che proprio al San Carlo ha ricoperto il ruolo di direttore musicale dalla metà degli anni '80. Oren è impegnato in un concerto sinfonico, giovedì 3 e venerdì 4 dicembre con l'orchestra del San Carlo e Yoav Levanon, pianista prodigio di appena 11 anni, in un programma che include il Concerto n.1 in mi minore per pianoforte e orchestra, op.11 di Fryderyk Chopin e la Sinfonia n. 3 in mi bemolle maggiore, op. 55 “Eroica” di Ludwig van Beethoven, ed è ancora sul podio nell’ottobre 2016 per Adriana Lecouvreur di Francesco Cilea, titolo tra i più frequentati dal maestro israeliano.

Il 26 e il 27 novembre il leggendario talento di Pinchas Zukerman, nella duplice veste di direttore e violino solista, si confronta, assieme alla violoncellista Amanda Forsyth, con brani di Čajkovskij che valorizzano la vena melodica della sua scrittura.

Patrick Fournillier, esperto tra i più riconosciuti sulla scena internazionale del repertorio francese, rilegge Francis Poulenc (Concerto in re minore per due pianoforti e orchestra) e Georges Bizet (“Roma”, Sinfonia in do maggiore). L’interpretazione pianistica è affidata alle sorelle Katia e Marielle Labèque.

 

 

Ritorna nel '16 anche Gabriele Ferro con un concerto il 17 settembre (Sinfonia n. 3 in re maggiore, op. 29 “Polacca” e Sinfonia n. 5 in mi minore op.64 di Pëtr Il'ič Čajkovskij ) e con un’opera, Le Nozze di Figaro di Wolfgang Amadeus Mozart, in scena dal 27 settembre, spettacolo con la regia di Chiara Muti.

Torna al San Carlo anche Nello Santi, ultimo erede della scuola di Toscanini, per dirigere il 21 febbraio 2016 Norma di Vincenzo Bellini, con la straordinaria voce di Mariella Devia, la regia di Lorenzo Amato, le scene e i costumi della coppia da Oscar Frigerio/Squarciapino.

Sono diversi gli appuntamenti che vedranno impegnato Pinchas Steinberg al Massimo napoletano, un concerto sinfonico con Michele Campanella al pianoforte il prossimo 17 ottobre (Čajkovskij Concerto n.1 in si bemolle minore per pianoforte e orchestra, op.23 e Sinfonia n.1 in sol minore, op.13 “Sogni d'inverno”) e ben tre opere liriche: Falstaff di Giuseppe Verdi che debutta al San Carlo a marzo (con la regia – ripresa da Marina Bianchi - del grande Luca Ronconi, recentemente scomparso), per il San Carlo Opera Festival del prossimo anno Madama Butterfly di Puccini con la regia di Pippo Delbono e Aida di Giuseppe Verdi con la regia di Franco Dragone.

A Donato Renzetti è invece affidata la direzione di Goyescas di Enrique Granados e Suor Angelica di Puccini, due atti unici del Novecento riuniti in dittico, in cartellone dal 28 maggio all'8 giugno 2016.

Altri ritorni eccellenti sono quelli di Michele Mariotti, in concerto il 2 e il 3 aprile con la Sinfonia n. 8 “Incompiuta” e la Messa n.6 in mi bemolle maggiore di Franz Schubert; Juraj Valčuha alla guida di Orchestra e Coro in un programma che unisce la Sinfonia n.5 in si bemolle maggiore di Prokof'ev e Oedipus Rex di Stravinskij, opera - oratorio in due atti su testo di Jean Cocteau che sfoggia la voce recitante del Premio Oscar Toni Servillo, già applaudito al San Carlo negli ultimi anni sia in occasione dello spettacolo Sconcerto nel 2011 che nel Lélio di Berlioz (2012); la coreana Han – na Chang in programma il 9 e il 10 aprile con il giovane talento del pianoforte Yevgeny Subdin.

 

Oltre al già citato Michele Campanella, esponente di spicco della scuola pianistica napoletana, altri importanti solisti si esibiranno nella sala del Niccolini: Rudolf Buchbinder, specialista del repertorio pianistico beethoveniano (sabato 6 e domenica 7 febbraio, sul podio l'austriaco Ralf Weikert), il genio del violino Uto Ughi in un programma mozartiano (domenica 15 e martedì 16 maggio 2016). Non mancherà un'incursione nella musica di George Gershwin con un concerto che il prossimo 22 febbraio vedrà protagonista la stella del jazz nazionale Enrico Pieranunzi al pianoforte, con Gabriele Pieranunzi al violino e Gabriele Mirabassi al clarinetto. Tra i concerti di musica da camera, da ricordare l'appuntamento con Nazzareno Carusi, virtuoso del pianoforte che si esibirà assieme al Quartetto d'Archi del Teatro di San Carlo -formato dalle prime parti Cecilia Laca, Luigi Buonomo, Antonio Bossone e Luca Signorini - e insieme a Ermanno Calzolari al contrabbasso in un programma interamente dedicato a Franz Schubert.

 

 

I REGISTI:

Apprezzato già in Don Checco e Bohéme, Lorenzo Amato è il regista che firma uno dei nuovi allestimenti della stagione 15 – 16: Norma di Bellini che debutta al Massimo napoletano il 21 febbraio con un cast di stelle di prim'ordine. La direzione è di Nello Santi, le scene e i costumi di Frigerio e Squarciapino, protagonista la straordinaria voce di Mariella Devia.

Federico Tiezzi cura la regia de La vedova allegra di Franz Lehár (in scena dal 22 gennaio al 3 febbraio), allestimento in coproduzione con il Verdi di Trieste, il Carlo Felice di Genova e l'Arena di Verona con le scene di Edoardo Sanchi e i costumi di Giovanna Buzzi, sul podio Alfred Eschwè. Il ruolo di Njegus, comico caratterista parlante, sarà ricoperto dal noto cantante e attore Peppe Barra.

Un doveroso omaggio al genio di Luca Ronconi è previsto a marzo con la messa in scena della sua versione di Falstaff di Giuseppe Verdi – regia ripresa da Marina Bianchi – con le scene di Tiziano Santi e i costumi di Maurizio Millenotti, allestimento del Teatro di San Carlo in coproduzione col Petruzzelli di Bari e con il Maggio Musicale Fiorentino.

Di Lamberto Puggelli è la regia di Fedora di Umberto Giordano (dal 3 all'11 maggio), ripresa da Salvo Piro, scene e costumi di Luisa Spinatelli, protagonista nel ruolo del titolo Fiorenza Cedolins.

Del napoletano Andrea De Rosa regia e scene del dittico Goyescas di Enrique Granados – Suor Angelica di Giacomo Puccini con i costumi di Alessandro Ciammarughi e le luci di Pasquale Mari, allestimento del Teatro di San Carlo in coproduzione con il Maggio Musicale Fiorentino e il Regio di Torino.

Adriana Lecouvreur di Cilea avrà la regia del newyorkese Lorenzo Mariani (già al San Carlo con un meraviglioso Candide di Bernstein), le scene di Nicola Rubertelli e i costumi di Giusi Giustino.

Altro nuovo allestimento in cartellone è Zenobia in Palmira di Giovanni Paisiello con la regia di Riccardo Canessa.

A Chiara Muti è affidata la regia de Le nozze di Figaro di Wofgang Amadeus Mozart in scena dal 27 settembre al 4 ottobre - allestimento in coproduzione con il Petruzzelli di Bari – con le scene di Ezio Antonelli e i costumi di Alessandro Lai, titolo di punta della prossima edizione del San Carlo Opera Festival.

Sempre per il festival “estivo” del San Carlo ritornano Madama Butterfly con la regia eversiva di Pippo Delbono e l'Aida visionaria di Franco Dragone.

 

 

LE VOCI:

Tra le grandi voci in cartellone svettano Mariella Devia (sua la Norma diretta da Nello Santi a febbraio); Fiorenza Cedolins (ruolo del titolo in Fedora di Umberto Giordano a maggio); Luciana D'Intino (Mrs Quickly in Falstaff di Giuseppe Verdi a marzo, la zia principessa in Suor Angelica di Giacomo Puccini a maggio e Adriana Lecouvreur con la direzione di Daniel Oren ad ottobre); Barbara Frittoli sarà La contessa di Almaviva ne Le Nozze di Figaro a settembre; Daniela Barcellona protagonista di un recital nella stagione sinfonica che la vedrà accompagnata al piano da Alessandro Vitiello e impegnata nel ruolo di Amneris nell'Aida di Franco Dragone; Bruno Praticò e Carmela Remigio ne La vedova allegra di Lehár in programma a gennaio; E ancora si ricordano, Eleonora Buratto, Micaëla nella Carmen inaugurale, e Anna Pirozzi nel ruolo del titolo in Adriana Lecouvreur,entrambe applauditissime nella scorsa stagione rispettivamente in Turandot e Il Trovatore, Rosa Feola (Susanna ne Le nozze di Figaro) e Maria José Siri (ruolo del titolo in Suor Angelica).

Tra le voci maschili Brian Judge e Fabio Sartori (Don José in Carmen), Markus Werba (Il conte Danilo ne La vedova allegra), Carlo Colombara (Oroveso in Norma), Roberto De Candia (il ruolo del titolo in Falstaff e De Siriex in Fedora), Vladimir Stoyanov (Ford in Falstaff), Roberto Aronica (Il Conte Loris Ipanov in Fedora), Aquiles Machado (Pinkerton in Madama Butterfly), Antonello Palombi e Stefano La Colla (entrambi impegnati in Aida nel ruolo di Radames).

 

I BALLETTI:

Particolare attenzione è riservata al balletto, con diversi titoli in programmazione, in linea con la politica di valorizzazione del Corpo di ballo degli ultimi anni. Oltre al consueto appuntamento natalizio con Lo Schiaccianoci, Coppélia vede la compagnia di casa impegnata dal 31 marzo al 12 aprile nella coreografia di Roland Petit - ripresa da Luigi Bonino - su musica di Léo Delibes di cui proprio nel 2016 ricorreranno i 180 anni dalla nascita.

A giugno è la volta di Romeo e Giulietta di Prokof'ev con la coreografia di Leonid Lavrovsky rivista da Mikhail Lavrovsky, protagonisti Oleysa Novikova nel ruolo di Giulietta e Leonid Sarafanov in quello di Romeo, nuovo allestimento sancarliano con le scene di Nicola Rubertelli.

Star indiscussa della prossima edizione di Autunnodanza, Svetlana Zakharova danza sabato 13 e domenica 14 ottobre in uno dei titoli più amati dall'étoile russa: Carmen suite, libretto e coreografia di Alberto Alonso su musiche di Bizet, Scedrin e Massenet.

Ritorna l'8 e il 9 ottobre l'Otello di Monteverde con José Perez e Anbeta Toromani mentre il 23 e il 24 ottobre appuntamento con il Gala della Scuola di Ballo diretta da Anna Razzi.

IL FUTURO:

Grazie ad una ritrovata tranquillità gestionale ed economica che consente di guardare con maggiore serenità al futuro, è già programmata l'inaugurazione della stagione 2016 – 17: sarà Otello di Gioachino Rossini opera di cui ricorre il bicentenario e che il pesarese compose proprio a Napoli, dove debuttò il 4 dicembre 1816 al Teatro del Fondo (oggi Mercadante).

 

 

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