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Sostenibilità sociale, ambientale ed economica, sviluppo delle aree rurali, difesa della proprietà intellettuale, rispetto dei diritti dei lavoratori, tutela delle biodiversità, contrasto ai cambiamenti climatici e lotta allo spreco, alla fame e alla povertà sono alcuni degli importanti impegni sui quali occorre ora passare atti. E’ quanto afferma la Coldiretti che con una delegazione di giovani italiani, accompagnati dal Consigliere Ecclesiastico Nazionale di Coldiretti, Monsignor Nicola Macculi, sta partecipando alla 49ª Settimana Sociale dei Cattolici Italiani sul tema ‘Il Pianeta che Speriamo. Ambiente, lavoro, futuro. #tuttoèconnesso’, alla presenza del Cardinale Gualtiero Bassetti, presidente dei Vescovi Italiani, del Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile, Enrico Giovannini, Sergio Gatti, direttore generale Federcasse, Stefano Russo,  segretario generale della CEI, del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, del prefetto di Taranto, Demetrio Martino, del Vescovo di Taranto, Filippo Santoro, dei Sindaci di Taranto, Rinaldo Melucci  e Brindisi, Riccardo Rossi, con i direttori di Coldiretti della Puglia e di Taranto, Pietro Piccioni e Aldo De Sario.

L’emergenza Covid ha impoverito più di una famiglia su quattro (28,8%) che ha dichiarato nel 2020 un peggioramento della situazione economica rispetto all’anno precedente – ricorda Coldiretti Puglia - con oltre 200mila persone che in Puglia si trovano in una situazione di povertà assoluta.

La punta dell’iceberg delle difficoltà in cui si trova la Puglia è rappresentata dal numero cresciuto esponenzialmente di persone a rischio povertà, con un’incidenza media pari al 30,4%. Si tratta del valore più elevato degli ultimi quindici anni – aggiunge Coldiretti Puglia - dove fra i nuovi poveri sono coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività saltuarie che sono state fermate dalla limitazioni rese necessarie dalla diffusione dei contagi per Covid.

Le iniziative solidali sono tanto più importanti considerato che l’avanzare dell’emergenza coronavirus ha fatto salire di oltre 200mila i nuovi poveri che hanno bisogno di aiuto anche per mangiare per effetto della crisi economica e sociale provocata dalla pandemia e dalla conseguente perdita di opportunità di lavoro. Una catastrofe sociale senza precedenti dal dopoguerra contro la quale – aggiunge Coldiretti Puglia – è importante garantire interventi anche sul piano alimentare a chi si trova in difficoltà.

Persone e famiglie che mai prima d’ora – precisa la Coldiretti regionale – avevano sperimentato condizioni di vita così problematiche. Contro la povertà – sottolinea la Coldiretti regionale – è cresciuta la solidarietà che si è estesa dalle organizzazioni di volontariato alle imprese e ai singoli cittadini.

Con la crisi un numero crescente di persone è stata costretta a far ricorso alle mense dei poveri e molto più frequentemente – sottolinea la Coldiretti – ai pacchi di aiuto alimentare, anche per le limitazioni rese necessarie dalla pandemia. Fra i nuovi poveri – continua la Coldiretti – ci sono coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività saltuarie che sono state fermate dalla limitazioni rese necessarie dalla diffusione dei contagi per Covid.

Persone e famiglie che mai prima d’ora – precisa la Coldiretti – avevano sperimentato condizioni di vita così problematiche. In realtà il piano di aiuti pubblico– continua la Coldiretti – è stato già anticipato nei fatti dall’impegno di quasi 1 italiano su 3 (30%) che ha partecipato quest’anno a iniziative di solidarietà, fa beneficienza e donazioni per aiutare le famiglie più bisognose piegate dal peso della crisi causata dall’emergenza Covid. Nel 2020 sono stati oltre 5 milioni i chili di prodotti tipici Made in Italy, a chilometri zero e di altissima qualità distribuiti dagli agricoltori della Coldiretti e Campagna Amica per garantire un pasto di qualità ai più bisognosi di fronte alla crescente emergenza provocata dalla pandemia Covid. Si tratta – conclude la Coldiretti – della più grande offerta gratuita di cibo mai realizzata dagli agricoltori italiani per aiutare a superare l’emergenza economica e sociale provocata dalla diffusione del coronavirus e dalle necessarie misure di contenimento.

 

Arrivano le prime castagne pugliesi, un patrimonio della biodiversità a rischio di estinzione in Puglia, con i superbi castagneti che campeggiano sul Gargano, tra Vico del Gargano, Carpino, Ischitella e Cagnano, nel basso Salento tra Supersano, Alessano e ai Paduli, sulla Murgia, strappati a fatica ai virus alieni e al mal dell’inchiostro. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, sulla base del monitoraggio della produzione in Puglia dell’albero del pane, il castagno.

“Si tratta di un ritorno atteso di un prodotto molto gradito dai consumatori che è a rischio di estinzione in Puglia anche per la presenza del cinipide galligeno del castagno proveniente dalla Cina. Contro questa minaccia è stata avviata una capillare guerra biologica, così come la difesa contro il mal dell’inchiostro”, spiega Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

A pesare - sottolinea Coldiretti Puglia - sono stati, oltre al clima, gli attacchi del cinipide galligeno del castagno (Dryocosmus kuriphilus) proveniente dalla Cina, che da anni infesta i boschi provocando nella piante la formazione di galle, cioè ingrossamenti delle gemme di varie forme e dimensioni. Il mal dell’inchiostro, invece, è una malattia provocata dall’agente patogeno Phythophthora cambivora – spiega Coldiretti Puglia - ovvero un fungo appartenetene alla classe degli Oomycetes che provoca danni visibili dalle macchie necrotiche che hanno una caratteristica forma a “lingua di fuoco”.

E’ proprio questa la storia di Peppe Calabrese, un agricoltore eroico di Vico del Gargano, che si prende cura di un castagneto di 80 anni, strappato al cinipede del castagno attraverso la lotta biologica con la diffusione dell’insetto antagonista naturale Torymus sinensis e dal 29 settembre – racconta Coldiretti Puglia – ha iniziato la raccolta della prelibata varietà di castagne San Michele.

“L’umidità del mese di settembre ha provocato un calo del raccolto, ma la qualità è straordinaria – dice Peppe Calabrese – con la castagna dalla buccia lucida che viene via molto facilmente e il frutto è molto dolce”.

Si resta ancora lontani – sottolinea la Coldiretti - dai fasti produttivi del passato per quello che Giovanni Pascoli chiamava “l’italico albero del pane”, simbolo dell’autunno nei libri scolastici di molteplici generazioni di giovani scolari. Basti ricordare che nel 1911 la produzione di castagne ammontava a 829 milioni di chili, ma ancora dieci anni fa era pari a 55 milioni di chili.

Le castagne sono consumate dall’uomo fin da tempi immemorabili, ne parla per primo lo storico greco Senofonte, vissuto tra il 430 e il 355 A. C, che definisce il castagno “l’albero del pane”, poi nel 40 a.c. Marziale. Di castagne parla ancora Virgilio (il quale suggerisce d’innestare il castagno sul faggio) che le ricorda cucinate con il latte e mangiate con il formaggio. Per secoli un vero alimento, o un obbligato surrogato, grazie alle castagne, tante comunità rurali hanno potuto fronteggiare carestie, crisi economiche. Poi un lento abbandono con lo spopolamento delle aree interne della nostra penisola.

Il rischio è quello di trovarsi nel piatto, senza saperlo, castagne straniere provenienti soprattutto da Portogallo, Turchia, Spagna e dalla Grecia, considerato che le importazioni nel 2019 sono risultate pari a ben 32,8 milioni di chili di castagne, spesso spacciate per italiane, con forti ripercussioni sui prezzi corrisposti ai produttori. Da qui la richiesta di Coldiretti di assicurare più controlli sull’origine delle castagne messe in vendita in Italia per evitare che diventino tutte, incredibilmente, tricolori. Ancora peggiore è la situazione dei trasformati, per i quali non vi è l’obbligo di etichettatura di origine e per le farine di castagne che, non avendo un codice doganale specifico, non è neppure dato a sapersi quante ne vengano importate.

Se non si vuole comunque correre il rischio di acquistare spesso a caro prezzo caldarroste straniere in vendita nel centro delle città, la Coldiretti invita i consumatori a prestare attenzione alla qualità e suggerisce di ricorrere a un più genuino fai da te casalingo per garantirsi un prodotto fresco, sicuro e a costi accessibili. Meglio allora frequentare i mercati degli agricoltori di Campagna Amica o quelle sagre che si potranno svolgere in questi giorni dove è possibile fare buoni acquisti di alta qualità oppure rivolgersi alle imprese agricole e riscoprire il gusto di partecipare nei boschi alla raccolta delle castagne.

Un patrimonio che continua a essere presente nelle tradizioni alimentari autunnali degli italiani da consumare – conclude la Coldiretti – in diversi modi: arrosto (dopo averle incise sul lato bombato metterle in una padella di ferro con il fondo forato e cuocerle o sul fuoco vivo o in forno per circa 30 minuti, dopo la cottura si consiglia di avvolgerle in un canovaccio umido); lesse (dopo averle lavate accuratamente, cuocerle in abbondante acqua salata per circa 40 minuti); cotte in latte e zucchero; usate per particolari ripieni, nella preparazione di primi piatti o elaborati secondi a base di carne.

 

Con l’emergenza Covid che ha ridotto per mesi la presenza dell’uomo all’aperto proliferano, con un aumento del 15%, i cinghiali che invadono città e campagne in Puglia. E’ quanto emerge dalla stima di Coldiretti Puglia, in occasione della protesta di agricoltori, cittadini e istituzioni in tutta Italia a partire da piazza Montecitorio a Roma con mobilitazioni nelle principali città capoluogo di regione, a Bari con l’invasione gialla di oltre 1000 agricoltori e allevatori sul  Lungomare Nazario Sauro dinanzi al Palazzo della Regione Puglia. I branchi – sottolinea la Coldiretti regionale - si spingono sempre più vicini ad abitazioni e scuole, fino ai parchi dove giocano i bambini, distruggono i raccolti, aggrediscono gli animali, assediano stalle, causano incidenti stradali con morti e feriti e razzolano tra i rifiuti con pericoli per la salute e la sicurezza delle persone.

La situazione è diventata insostenibile nelle campagne con danni per almeno 15 milioni di euro all’anno alle produzioni agricole ma – sottolinea Coldiretti Puglia - viene compromesso anche l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali in aree di pregio naturalistico con la perdita di biodiversità sia animale che vegetale.

Senza dimenticare il pericolo della diffusione di malattie evidenziato dallo stesso Piano di sorveglianza e prevenzione per il 2021 pubblicato dal ministero della Salute che ribadisce come i cinghiali abbiano una responsabilità fondamentale per la diffusione della Peste Suina Africana (Psa) e dunque una delle misure necessarie in Italia è la gestione numerica della popolazione di questi animali. L’azione dunque secondo il Piano – continua la Coldiretti Puglia – deve essere indirizzata alla riduzione sia numerica che spaziale attraverso le attività venatorie, le azioni di controllo della legge 157/92 articolo 19 e le azioni programmabili nella rete delle aree protette.

In Italia dopo il lockdown per l’emergenza Covid i cinghiali hanno raggiunto la cifra record di 2,3 milioni di esemplari – sottolinea la Coldiretti – con gli animali selvatici nelle città alla ricerca di cibo tra i rifiuti, nei parchi e addirittura nei cortili delle case con evidenti rischi per la salute. C’è chi si è ritrovato un cinghiale in piscina, chi li ha incrociati in mare e anche chi – evidenzia la Coldiretti – li ha fotografati mentre si godono la siesta su un materasso abbandonato accanto ai bidoni della spazzatura.

La Coldiretti chiede che le Regioni si coordinino strettamente con lo Stato e operino in modo risoluto per attuare le misure previste per il controllo e il contenimento dei cinghiali, affinchè:

  • gli agricoltori possano avanzare richiesta di intervento e procedere direttamente in quanto muniti di apposita licenza;
  • l’attività di coordinamento delle azioni di contenimento e prelievo spettino alla polizia municipale e provinciale;
  • gli agricoltori vengano coadiuvati dalle stesse forze dell’ordine, da guardie venatorie volontarie ma possano delegare le attività a cacciatori abilitati iscritti all’apposito registro regionale;
  • il calendario venatorio venga allargato fino a comprendere i mesi che vanno da settembre a gennaio;
  • che la regia complessiva di tali azioni di contenimento e prelievo sia affidata al prefetto in quanto “competente per la tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza.

Restano fiori e piante i regali più gettonato con il 60% dei pugliesi che sceglie calle, lilium, fiori di campo e primule  per la festa della mamma, ma il 19% dei cittadini non ha potuto acquistare alcunché per colpa della crisi causata dal Covid. E' quanto rileva Coldiretti Puglia, sulla base dell'analisi svolta nei mercati contadini di Campagna Amica della Puglia.

Per tutte le mamme nei mercati a Foggia e a Taranto i contadini di Campagna Amica hanno preparato omaggi floreali Made in Italy con il vademecum su come conservare al meglio piante e fiori ma anche assicurargli una “seconda vita”, oltre a regali contadini come saponi al latte di asina, sacchetti di erbe aromatiche, dolcetti di mandorla e vasetti di miele, accompagnati da poesie e ricette. Nel mercato di Brindisi non solo piante e fiori, ma anche spazio alla solidarietà per aiutare le famiglie in difficoltà, dalla spesa sospesa di Campagna Amica all’operazione Solo Dal Cuore l’iniziativa promossa da Coldiretti Donne Impresa insieme ai volontari del Cuamm Medici con l’Africa.

"La forza delle donne e delle mamme contadine è anche nella capacità di mobilitazione per iniziative di solidarietà come il progetto “Prima le mamme e i bambini” con il quale le imprenditrici agricole della Coldiretti stanno sostenendo la raccolta di donazioni per la costruzione in Africa di un reparto di maternità e di una scuola per neo ostetriche a Rumbek, in Sud Sudan. Abbiamo creato una rete femminile collegata a un simbolo, un cuscino a forma di cuore realizzato dalle agrisarte di Sant’Erasmo isola della laguna di Venezia, cucendo insieme due tessuti, uno Made in Italy l’altro Wax africano la cui imbottitura è in fibra naturale di mais e ortica", ha spiegato la responsabile nazionale e regionale di Coldiretti Donne Impresa, Floriana Fanizza.

A fronte di una maggioranza assoluta che dona fiori, c’è - precisa Coldiretti regionale - quasi 1 cittadino su 5 (19%) che quest’anno non regalerà nulla a causa della crisi economica, mentre un ulteriore 12% non fa mai regali in queste occasioni. Il segnale del forte impatto che la pandemia ha avuto sulle disponibilità economiche degli italiani, oltre che sulle categorie produttive.

Il fatto che la stragrande maggioranza dei cittadini si sia indirizzato verso un omaggio floreale rappresenta una boccata di ossigeno per il Vivaio Puglia, uno tra i settori più colpiti dall’emergenza Covid con un danno stimato dalla Coldiretti Puglia pari a 120 milioni di euro. Dopo 2 mesi di chiusure con la Puglia per 8 settimane in zona rossa e arancione, la festa della mamma è il primo appuntamento che apre uno spiraglio di speranza con i cittadini pugliesi in zona gialla da lunedì 10 maggio.

I CONSIGLI COLDIRETTI PER CONSERVARE I FIORI

Acquistare fiori in ottimo stato, senza ammaccature o foglie di colore scuro e con lo stelo abbastanza robusto.

Giunti in casa accorciare il gambo tagliando i 3- 4 cm finali dello stelo, non con le forbici che schiaccerebbero i canali di transito dell’acqua all’interno del fiore, ma con un coltello affilato e con un taglio netto e obliquo.

Cambiare l’acqua ogni giorno, e fare attenzione che sia sempre fresca e pulita.

Sciogliere nell’acqua un’aspirina o 3-4 gocce di candeggina per litro d’acqua al fine di impedire la formazione di batteri che ostruirebbero i canali per portare l’acqua al fiore.

Evitare l’esposizione alla luce diretta e le correnti d’aria sia calda sia fredda e la vicinanza a fonti di calore.

Tenere i fiori lontani dalla frutta che ne accelera la maturazione e ne accorcia la vita.

Un fiore, come un ricordo, è per sempre. Quando inizia a deperire, essiccalo e conservalo per abbellire la tua casa

I rintocchi di campana, nell’Oncologia dell’Ospedale San Paolo, segneranno d’ora in poi un lieto evento: la fine del percorso terapeutico. Il dono di un paziente, consegnato stamane nelle mani del direttore di Oncologia Nicola Marzano e del direttore medico del presidio Angela Leaci, assume - afferma il dottor Marzano - «una ricca valenza simbolica soprattutto perché arriva da chi come Roberto Befo, 47 anni, è da qualche mese alle prese con la sua personale battaglia contro la malattia che però non affronta da solo ma con la condivisione di un reparto che si fa carico del suo attuale vissuto». «E’ il nostro regalo di matrimonio – ha detto Roberto assieme a sua moglie – e dentro c’è tutta la nostra passione per le moto, ma anche l’augurio per tutte le persone che devono affrontare una difficile sfida e il sostegno al personale che, in questo reparto, ci offre le cure più appropriate e una grande umanità».

La campana, fregiata come una “lucky bell” portafortuna (simbolo caro agli appassionati di Harley Davidson), sarà appesa nel reparto di Oncologia e sarà suonata dai pazienti che riescono a sconfiggere il cancro. «È un bellissimo modo di farlo – ha sottolineato Leaci – con un gesto d’amore fra le persone e per la vita con la speranza di ascoltare quel suono molto spesso. Per chi la suonerà e per chi l’ascolterà sarà un bel modo di incoraggiare tutti alla lotta contro i tumori. La testimonianza del donatore rende tangibile l’attenzione che in questo Ospedale abbiamo per l’umanizzazione delle cure e per le persone: le sue parole ci stimolano ad andare avanti». In segno di riconoscenza l'Associazione “Energia Donna”, che affianca le donne nel percorso oncologico, ha consegnato al donatore una pergamena ricordo. Anche questo, come ha detto la presidente Maria Grazia Ramires, un gesto di condivisione di un percorso difficile che, però, ci si augura possa riservare un esito favorevole per tanti.

Emozionate le parole del dr. Marzano: «Il rintocco rappresenta la fine di un percorso – ha rimarcato – ma il suono “fermo e deciso”

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