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Un week-end improntato alle migliori sonorità sprigionate da uno degli strumenti a fiato per eccellenza, il saxofono! Sabato 4 maggio e domenica 5 maggio il Museo del Saxofono di Fiumicino, che ospita la più grande collezione al mondo di questo amatissimo strumento, propone due eventi dedicati alla musica, alla didattica e alle storie del jazz.

Si inizia il primo giorno, alle ore 18:30, con la band Jam Session, un ensemble d’eccezione costituito da 13 giovani musicisti. Un concerto gratuito offerto alla cittadinanza e che vuol essere  testimonianza del valore della musica intesa come linguaggio universale, ponte culturale e strumento di integrazione sociale. Un progetto musicale coinvolgente ed inclusivo, con un’orchestra di fiati che propone un brillante ed energico repertorio costituito dai più famosi brani di autori del calibro di Duke Ellington, Robert Jhonson, Joan Tizol, Dizzie Gillespie, Walter Donaldson, Kansas J McCoy e Herbie Hancock.
Il concerto è realizzato in collaborazione con la scuola di musica Jam Session, una delle più grandi e importanti di Bologna e dell’Emilia Romagna. Per l’evento si consiglia la prenotazione. L’accesso è consentito fino ad esaurimento posti.

Domenica 5 maggio il Museo propone invece una intera giornata da trascorrere tra gli oltre 600 strumenti musicali del Museo del Saxofono di Fiumicino grazie alla nuova e originale proposta culturale realizzata dal Museo con il sostegno della Regione Lazio (Linea di intervento per Biblioteche, Musei e Istituti similari, Ecomusei e Archivi – Piano Annuale 2023. L.R. 24/2019).
Il mattino alle ore 11:00 è in programma una visita guidata speciale alle collezioni del museo mentre alle ore 18:30 è in programma il concerto Conversaxioni, una performance basata su racconti, aneddoti, musiche suggestive e stupefacenti strumenti che si trasformano in una sorta di concerto-racconto, narrando l’idea costitutiva del museo e le più avvincenti metamorfosi del saxofono.
Il Museo del Saxofono è un’eccellenza del territorio di Fiumicino e l’unico, nel panorama internazionale, dedicato al saxofono, lo strumento musicale più “endoscopico”, quello che, più di ogni altro, entra nel corpo del musicista traducendo e amplificando le passioni e le emozioni custodite nell’animo del saxofonista.
Strumento versatilissimo e a suo agio in qualsiasi forma musicale, il sax riesce a ritagliarsi un proprio spazio in ogni genere e quando c’è bisogno di adattamenti si presta all’evoluzione della scena musicale riuscendo sempre a mantenere la sua personalità. A lui Attilio Berni, il più grande collezionista di saxofoni al mondo, ha voluto dedicare un tempio museale, unendo storia, scienza ed edutainment, aperto a tutti. 
I visitatori e gli ascoltatori della giornata potranno ammirare strumenti rari e inusuali, dal minuscolo soprillo di soli 32cm al mastodontico sub-contrabbasso J’Elle Stainer, dal Grafton Plastic di Ettore Sommaruga agli strumenti dell'inventore Adolphe Sax, dal mitico Conn O-Sax al Selmer CMelody di Rudy Wiedoeft, dal Jazzophone ai grandiosi Conn Artist, dai saxofoni a coulisse ai rothfoni, dal sax tenore Selmer Mark VI Varitone appartenuto a Sonny Rollins all’oficleide.
Un'esposizione di stupefacenti strumenti per districarsi nelle innumerevoli trasformazioni del saxofono e incontrare i grandi capolavori delle fabbriche Conn, Selmer, King, Buescher, Martin, Buffet, Rampone, Borgani, ecc…seguendo un connubio tra arte e artigianalità, creatività e tradizione che dalla bottega dell'inventore Adolphe Sax giunge fino ad oggi. Questo e molto altro ancora in un autentico spazio della cultura musicale “saxy”.

 Attilio Berni, saxofonista, diplomato in clarinetto al Conservatorio di Musica "S. Cecilia" di Roma, dal 1993 svolge una intensa attività di ricerca storica ed organologica sul saxofono e sugli strumenti a fiato.  Ha collaborato con la L.A. SAX di Los Angeles e l’italiana Roling’s. È membro dell’Association des Collectionneurs d’Instruments à Vent di Parigi ed è testimonial delle fabbriche EPPELSHEIM (Germania) e J’ELLE STAINER (Brasile).
Molteplici le collaborazioni cinematografiche e televisive tra le quali: “La leggenda del pianista sull’oceano” di G. Tornatore, “The Talented Mr. Ripley” di A. Minghella, “The Blue River” di P. Scharnk, “The Gangs of New York” di M. Scorsese, “Speciali” televisivi sugli strumenti musicali vintage per La7, Jazz Channel e RAI.

Ha organizzato mostre e conferenze nei Conservatori di Musica di Roma, Bari, Lecce, Avellino, L’Aquila, Monopoli, Salone della Musica Classica e Jazz di Ferrara, Sala Anselmi di Viterbo, Perugia Classico, Scuderie Aldobrandini di Frascati, Palazzo Valentini di Roma, Accademia delle Belle Arti di Lecce, 15° World Saxophone Congress di Bangkok, Sale Grifoni di Cerveteri, Jazzit di Collescipoli, Castello Reale di Moncalieri, MIM di Bruxelles, Villa Gugliemi a Fiumicino, Musica Antiquaria a Cesena, Forma e Poesia  Jazz Festival di Cagliari, 18° World Saxophone Congress di Zagabria, Italian & Swiss Jazz Festival 2021 e 2022.
Si è esibito in alcuni dei teatri più prestigiosi italiani ed europei: MIM Theatre di Bruxelles (Belgio), Tagliacozzo (Festival di Mezza Estate), Potsdam (Germania), Valladolid (Spagna), Opéra di Bordeaux, Abbazia di St. Michel en Thierache (Francia), Casa del Jazz, Auditorium della Conciliazione, Parco Auditorium della Musica (Italia), Teatro Lisinski di Zagabria (Croazia).

 

l Comandante Carlo Gatti ha esercitato il Comando per anni nei settori Portuale-d’Altura operando molti disincagli e manovre, numerose azioni di salvataggio e antincendio. Nel 1975 ha vinto il concorso di “Pilota del Porto di Genova”, esercitando la professione fino al pensionamento e sono stati decisivi i suoi studi per la realizzazione della Torre di Controllo del Traffico Portuale genovese. Attualmente è impegnato in attività di storico e fotografo navale, curatore di Mostre storico-marinare nazionali-internazionali e, nell’ultimo convegno organizzato dai Lions International S. Margherita Ligure-Portofino su Guglielmo Marconi, di cui ricorrono i 150 anni dalla nascita, ha approfondito la figura del grande scienziato dialogando con il giornalista e storico Marco Delpino.

Quest’ultimo, fra le varie domande di attualità, gli ha chiesto: “L’era marconiana è finita oppure è tuttora in divenire?” Il Comandante Carlo Gatti ha risposto: “Guglielmo Marconi è considerato il padre della radio non solo per gli apparecchi e gli strumenti inventati, o per essere stato il primo a depositarne il brevetto, ma anche e soprattutto per averne avuto l’idea, diventata un sogno, la cui realizzazione lo impegnò nel corso di tutta la sua esistenza, fin dai primi esperimenti a Villa Griffone nel 1895. Marconi ha sempre avuto piena coscienza delle potenzialità della comunicazione senza fili, anche quando nessuno confidava in lui e nelle sue intuizioni, e il suo essere lungimirante è sempre stato accompagnato dalla riflessione critica su quanto già fatto. In senso ampio, l’invenzione della radio ha risvolti ed evoluzioni ancora oggi: la tecnologia inventata dal genio bolognese, infatti, è fondamentale per il funzionamento del telefono cellulare, ma anche per le imprese spaziali su Marte o Saturno. I sistemi di radiocomunicazione hanno infatti permesso di realizzare le imprese astronautiche mentre i satelliti, a loro volta, stanno portando un notevole contributo all’ulteriore sviluppo delle telecomunicazioni mondiali. Analogamente, internet e il telefono cellulare, la cui comparsa ci ha resi quasi increduli, sono diventati parte della normalità quotidiana e non è sempre scontato recepirli come sintesi finale di una serie di passaggi tecnologici che hanno nella radio l’elemento vitale e fondante. La componentistica elettronica inizialmente sviluppata per l’industria della radio ha reso possibile il decollo dei calcolatori elettronici e, a distanza di anni, l’informatica è diventata un elemento portante delle radiocomunicazioni. Se oggi possediamo i cellulari, i tablet e il wi-fi, se possiamo utilizzare le immagini satellitari e ipotizzare viaggi su Marte, lo dobbiamo anche e soprattutto a Marconi, il signore del wireless, un italiano che alla fine dell’Ottocento ha inventato il terzo millennio, grazie a quel formidabile crescendo di scoperte scientifiche e successi imprenditoriali che ne fanno un precursore dell’era digitale, quasi uno Steve Jobs ante litteram. Ciò che Marconi ha seminato continua tuttora a germogliare nella tecnologia che riguarda il telecomando da remoto. Gli sviluppi già in atto hanno dell’incredibile. Faccio solo qualche esempio sempre legato al mondo delle navi. Ieri tutti abbiamo visto i Top Gun appontare sulle portaerei con 200 pulsazioni cardiache ed erano al limite di svenire. Ci furono molti incidenti e perdite di piloti e costosissimi aerei. Oggi, quando i piloti sono a pochi chilometri dalla loro unità, inseriscono il pilota automatico e l’appontaggio avviene nella massima sicurezza con qualsiasi “condimeteo”. L’uomo è già escluso! Oggi si parla tanto di intelligenza artificiale, ma essa è già applicata in tanti settori, anche in quello navale che pochi conoscono. Ogni giorno la TV ci mostra le performance dei droni telecomandati da migliaia di chilometri di distanza che vengono impiegati in attività belliche. Da almeno 5 anni sono in atto esperimenti di navi traghetto che navigano e attraccano in banchina senza equipaggio! A Livorno, da oltre un anno, esperimentano una manovra reale, non “vissuta” al simulatore di manovra, in cui i rimorchiatori lavorano per la nave (tirano e spingono) senza equipaggio a bordo. Si è ormai certi che nel giro di pochi anni il traffico marittimo, sia in navigazione sia in porto, sia diretto da remoto con onde radio marconiane. Il traguardo che intendono raggiungere gli scienziati è quello di abbattere l’errore umano. Ma questo significa anche “eliminare” intere categorie di marinai che hanno scritto la Storia marittima fino ad oggi.

Negli ambiti del progetto “Undulna” (dal titolo di una lirica di Gabriele D’Annunzio) - che celebra il centenario di Eleonora Duse e il suo rapporto con la letteratura - sotto la direzione scientifica del prof. Pierfranco Bruni, componente del Comitato Nazionale Celebrazioni Duse del Ministero della Cultura e responsabile unico della Comunicazione, prende forma, fra le varie iniziative, l’idea di coinvolgere le giovani generazioni nel progetto de quo.
A tal fine, al video ufficiale di "Undulna" è stato abbinato anche un breve filmato di circa sei minuti, che condensa in una breve sessione temporale le notizie rilevanti afferenti al percorso artistico ed umano della Duse attraverso l'utilizzo di un linguaggio scorrevole e fruibile, nonché di una grafica accattivante.
“Eleonora Duse raccontata… ai ragazzi e alle ragazze”, questo il titolo del lavoro scaturito da una idea di Anna Montella, che ne ha curato anche la realizzazione video-grafica.
L'ideazione del progetto matura e prende forma in una logica di micro-learning, un promettente ambito in tendenza crescente a livello educativo, fortemente influenzato dal web e dall’evoluzione registrata dai contenuti digitali e basato sulla creazione di piccole unità di conoscenza: un approccio la cui applicazione nella didattica offre la possibilità di strutturare percorsi di apprendimento agili e innovativi.
Dunque, pillole di insegnamento "lean", focalizzate su un argomento specifico.
Il concetto di fondo è infatti che più le unità didattiche sono piccole e dettagliate, più rimangono impresse nella mente di qualsiasi studente, di ogni età ed ogni livello culturale ed accademico, che in questo modo sostanzialmente le interiorizza con maggiore facilità.

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