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Coldiretti: col Covid cresce la micro e macro criminalità nelle campagne

Con l’emergenza Covid sta crescendo il fenomeno della micro e macro criminalità con furti di olive, mezzi e danneggiamenti, per cui è stato richiesto l’intervento dell’Esercito. E’ quanto denunciato da Coldiretti Puglia, nel corso del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica convocato dal Prefetto di Bari, Antonio Bellomo, a cui hanno partecipato il Procuratore Cataldo Motta e l’onorevole Colomba Mongiello della Fondazione "Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare".

“Siamo molto preoccupati per le condizioni di lavoro e di vita nelle aree rurali pugliesi, dove i nostri agricoltori vivono loro malgrado una quotidianità da far west, fatta di furti di prodotto, alberi, mezzi agricoli, racket e abigeato”, ha affermato il direttore di Coldiretti Puglia, Pietro Piccioni.

“Le aziende hanno bisogno di sicurezza, perché la criminalità le costringe a vivere quotidianamente attanagliate in un clima di incertezza e paura. E' necessaria – ha chiesto il l’ex procuratore Cataldo Motta dell’Osservatorio sulla criminalità in agricoltura - l'attivazione di una cabina di regia tra il Ministero delle Politiche Agricole e il Ministero dell'Interno che coordini le attività delle forze dell'ordine, che va sostenuto con l’intervento dell'Esercito in alcune aree a forte rischio”.

Il fenomeno della micro e macro criminalità nelle aree rurali pugliesi – secondo la denuncia di Coldiretti – è divenuto pressante e pericoloso per la stessa incolumità degli agricoltori, tanto che in questo scenario di strisciante diffusione dell’illegalità e clima di pericolosa incertezza, le aziende corrono il forte rischio di perdere competitività. Infatti, ultimamente, si registra un’impennata di fenomeni criminali che colpiscono e indeboliscono il settore agricolo. E non si tratta più – per Coldiretti – soltanto di “ladri di polli”, quanto di veri criminali che organizzano raid capaci di mettere in ginocchio un’azienda, specie se di dimensioni medie o piccole.

“I furti di olive sono praticamente quotidiani con i danneggiamenti degli alberi – ha spiegato il presidente di Coldiretti Terlizzi, Nicola D’Orfeo – tanto da aver spinto alcuni agricoltori ad organizzarsi con ronde notturne e diurne per presidiare le campagne, oltre ad affidarsi al Consorzio delle Guardie Campestri, e non possiamo permetterci che continui ad essere messa a repentaglio l’incolumità dei nostri produttori”.

Nei furti di olive riescono in pochi minuti a portare via oltre 30 kg di olive ad albero, battendo gli ulivi con mazze di ferro o alluminio, per far cadere il maggior quantitativo di prodotto, ma danneggiando al contempo gravemente le piante.

“Capitolo a parte merita – ha aggiunto l’Onorevole Colomba Mongiello dell’Osservatorio Agromafie - il mercato parallelo di prodotti agricoli provenienti da migliaia di chilometri di distanza, a partire dall’olio, spesso sofisticati, spacciati per prodotti di qualità, quando di qualità non sono, per cui viene illegalmente utilizzato il marchio ‘made in Puglia’, a danno dell’imprenditoria agricola pugliese e dei consumatori. Non solo si appropriano di vasti comparti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta, ma compromettono in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani ed il valore del marchio Made in Italy”.

I poteri criminali si “annidano” nel percorso che uva da vino, olio, frutta e verdura, carne e pesce, devono compiere – insiste Coldiretti Puglia - per raggiungere le tavole degli italiani passando per alcuni grandi mercati di scambio fino alla grande distribuzione.

Con i classici strumenti dell’estorsione e dell’intimidazione le agromafie impongono i prezzi dei prodotti agricoli e la vendita di determinate produzioni agli esercizi commerciali che a volte, approfittando della crisi economica, arrivano a rilevare direttamente grazie alle disponibilità di capitali ottenuti da altre attività criminose. Non solo si appropriano di vasti comparti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta, ma – continua la Coldiretti Puglia – compromettono in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani ed il valore del marchio Made in Italy.

La Puglia è una regione a forte vocazione agricola ed è per questo – conclude Coldiretti Puglia - che il business delle agromafie è divenuto particolarmente appetibile.

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