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MEC: a Catania leadership quasi assoluta con oltre il 50% di disoccupazione giovanile

L’Istat ha diramato i dati sulla disoccupazione italiana. Se in Sicilia, Enna resta il fanalino di coda per la creazione di ricchezza, Catania non può certo dormire sonni tranquilli, essendo la provincia che nell’ultimo ventennio ha segnato le peggiori performances occupazionali. All’orizzonte, anche la caduta dell’occupazione nella STM e nel suo indotto, già falcidiato.

“Catania ha già oggi un reddito medio disponibile familiare di meno di 9000 Euro. Nel prossimo futuro, con questi trend, la quota scenderà ulteriormente di qualche centinaio di Euro, portandoci al livello della Bosnia Erzegovina o dell’Albania.”

A dichiararlo è Claudio Melchiorre, leader dei consumatori del MEC che chiede un incontro immediato tra le forze sociali, compresi i consumatori e quanti possono rappresentare i precari catanesi, vera locomotiva economica del Sud.

“Le politiche sociali e del lavoro dell’ultimo ventennio sono state tutte sballate. I dati di oggi lo dimostrano. Nessuno ha voluto rappresentare i diritti delle partite IVA e dei contrattisti a tempo determinato, dei formatori e dei progettisti, degli agenti e dei promotori. Il risultato, è questa desolazione.”

Il MEC invita tutte queste categorie a unirsi a quanti già hanno aderito al movimento e a promuovere la loro tutela attraverso incontri diretti con l’amministrazione comunale e regionale, per aprire un confronto serrato per il rilancio dell’occupazione. “Senza lavoro, i diritti scompaiono. Senza consapevolezza che le ricette attuali ci portano alla fine della fase avanzata dell’economia siciliana, non si fa un passo. Noi vogliamo reagire. Il Comune e la regione aprano un dibattito a tutto campo per affrontare seriamente la questione. Il confronto coi sindacati degli occupati non serve. E i sindacati ufficiali dei precari restano talmente inconsistenti da non rappresentare nessuno.”

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