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Trump sopravvive al secondo duello con Hillary

Poteva essere il suo capolinea, dopo lo scandalo del video osceno contro le donne che gli ha messo contro il partito. Invece Donald Trump, come un gatto dalle sette vite, sopravvive nonostante le enormi pressioni anche al secondo duello tv con Hillary Clinton e quindi resta in corsa per la Casa Bianca, anche se la raffica dei recenti scandali sembra aver compromesso le sue possibilita' di rimonta. La candidata democratica supera agevolmente la prova, dribblando le trappole del rivale contro le infedelta' del marito, ma non assesta il possibile colpo del ko, forse per evitare un terreno minato anche per lei. Secondo il primo sondaggio a caldo della Cnn, Hillary ha vinto nettamente: 57% a 34%.

Quando i due candidati arrivano nell'auditorium della George Washington University di St. Louis (Missouri) il clima è teso. Lo si capisce da un dettaglio: non si stringono neanche la mano, solo un timido saluto con il capo e un sorriso abbozzato. Quello che segue è un dibattito molto intenso, con durissimi scambi di accuse e domande serrate. A porgerle non sono solo i due moderatori ma anche il pubblico, come previsto dalla formula del dibattito (town-hall). Ed è proprio una domanda del pubblico a compiere il "miracolo". Siamo alla fine del dibattito, per un'ora e mezzo Hillary e Trump se ne sono date di santa ragione.

Un cittadino prende la parola e chiede, ai due candidati, cosa rispettino l'uno dell'altro. La tensione inaspettatamente si scioglie. La prima a rispondere è Hillary Clinton: "Rispetto i suoi figli, incredibilmente capaci e devoti. Come madre e nonna considero questa una cosa molto importante. Credo che questa elezione sia diventata così intensa e conflittuale - ha aggiunto - perché la posta in gioco è alta". Donald Trump apprezza la risposta della rivale, e dopo aver ribadito la stima per i propri figli, non vuole essere da meno in carineria: "Non si arrende mai (Hillary, ndr). È una che combatte. Non condivido i suoi giudizi ma lei è una combattiva". Manca solo la scritta finale delle fiabe: "... e tutti vissero felici e contenti". Entrambi appaiono sinceri, quasi buoni amici. Eppure, fino a pochi minuti prima, lo scontro è stato totale. Tasse, economia, sanità, immigrazione, rapporti con l'islam, guerra in Siria, Russia. Non c'è un tema su cui ci sia accordo tra Hillary e Donald. Muro contro muro su tutto. Due visioni di America differenti e due ricette molto distanti. Lo scontro è forte, crudo, appassionato. L'ultima parola spetta agli americani, il prossimo 8 novembre. Al di là di ciò che dicono e diranno i sondaggi nei prossimi giorni, in questo mese scarso che ci separa dal voto può accadere ancora tutto.

"Credetemi - ha detto Trump verso la fine del dibattito - lei ha tanto odio nel cuore". La attacca così duramente perché lei in alcune dichiarazioni ha offeso i suoi sostenitori. Poi ribadisce: "Abbiamo una nazione divisa e non possiamo permetterci altri 4 anni di Barack Obama. È quello che avreste con lei" alla presidenza. Poco prima Hillary, rispondendo ad una precisa domanda del moderatore, aveva cercato di spiegare che lei non ce l'ha con gli elettori del tycoon ma con Trump stesso. In un altro passaggio molto acceso del confronto Trump ha detto a chiare lettere che se fosse lui a fare le leggi "Hillary sarebbe in galera". Si riferiva allo scandalo del server privato di posta elettronica utilizzato dalla Clinton quando era segretaria di stato. Secondo Trump "non è pensabile che le 30.000 email cancellate" da Hillary riguardassero il matrimonio della figlia Chelsea. Lei ha riposto ironizzando sul numero: "In realtà erano 35mila". Poi ha ammesso di aver fatto un errore e che se tornasse indietro non lo rifarebbe. Ma, ha assicurato, "non è mai stato provato che qualcuno sia entrato in possesso di quelle mail accedendo al mio server".

Mancano circa 60 giorni alla fatidica data delle elezioni presidenziali degli Stati Uniti. Qualora il prossimo 8 novembre dovesse vincere la candidata democratica Hillary Clinton – sempre che la salute sia dalla sua parte – le ripercussioni geopolitiche su scala internazionale sarebbero inevitabilmente importanti e significative. Nella fattispecie, sono tre i Paesi che temono di più un trionfo dell’ex Segretario di Stato: Russia, Cina e Iran.

Recentemente il giurista americano Bruce Fein, esperto di diritto internazionale, ha scritto una disamina durissima sull  Huffington Post, in cui sostiene che “un voto alla Clinton equivale a votare a favore di una guerra contro Russia e Cina”.

Secondo Bruce Fein, la Clinton, nell’eventualità diventasse presidente, eserciterebbe una politica estera molto aggressiva, la stessa che ha sempre portato avanti nel corso della sua carriera politica: “Lei ha sostenuto e continuerà a sostenere le guerre degli Stati Uniti in Afghanistan, Iraq, Yemen, Somalia, Libia – prosegue Fein – In tutti questi conflitti, tuttavia, la promozione della libertà è solo per un pretesto per il dominio globale, un po’ come lo era la guerra del Vietnam. Nessuno dei ribelli sostenuti dall’America in questi Paesi rispetta i crismi della democrazia o dello Stato di diritto. Inoltre la nostra presenza militare ha spesso aggravato le certe situazioni e alimentato il caos, come nella Libia post-Gheddafi”.

“Se credete che le guerre degli Stati Uniti contro la Russia e la Cina siano necessarie – scrive il noto e stimato giurista statunitense – per adempiere alla missione divina degli Stati Uniti di promozione della libertà, della giustizia e della civiltà nei rispettivi popoli di Russia e Cina, allora dovete votare per il candidato democratico Hillary Clinton. Se credete, come l’ex Segretario di Stato Dean Acheson, che gli Stati Uniti siano la locomotiva del genere umano e il resto del mondo sia soltanto un vagone – un’arroganza che ha prodotto la raccapricciante guerra in Vietnam – allora è lei vostro candidato”.

Ma tornando al confronto di ieri Trump ha superato le aspettative. Il dibattito di 90 minuti resta privo di colpi di scena memorabili e offre meno scintille di quello che ci si poteva attendere. Ma i due si affrontano a muso duro sin dall'inizio, senza neppure stringersi la mano, e non rinunciando a qualche colpo basso. Il primo lo sferra il tycoon giocando d'anticipo, con una breve apparizione a sorpresa poco prima del duello insieme a quattro donne: tre ex accusatrici di Bill (Paula Jones, Wathleen Willey e Juanita Broaddrick) e una (Kathy Shelton) che rimprovera a Hillary di aver difeso quando era avvocato il suo stupratore. Poi le porta anche al dibattito e le fa sedere a poca distanza da Bill. Sono gli spettri del passato dei Clinton che il magnate vuole contrapporre ai suoi, quelli del video 'sessista' del 2005, in modo da partire ad armi pari in un dibattito che si annuncia esplosivo.

Prima di attaccare pero' un Trump dal tono umile si difende per spazzar via il fango di quel video: "Non ne sono orgoglioso, me ne scuso con la mia famiglia e con il popolo americano, ma erano chiacchiere da spogliatoio", ribadisce, giurando inoltre di non aver mai agito cosi' aggressivamente con le donne. A differenza di Bill: "non c'e' mai stato nessuno nella storia della politica che abbia abusato cosi' delle donne come Bill Clinton", incalza. Hillary non abbocca e cita Michelle Obama: "quando gli altri volano basso, noi voliamo alto". Ma non rinuncia a commentare il video dello scandalo, pur senza affondare il colpo, forse sperando nell'autocombustione di Trump: "il video dimostra esattamente chi e'", "cosa pensa delle donne, cosa fa alle donne".

Secondo le agenzie di stampa queste sono le accuise all'ex presidente Bill Clinton che e' stato accusato di aver avuto molte relazioni extraconiugali, ma ha ammesso solo quelle con Monica Lewinsky e Gennifer Flowers, negando tutte le altre. Ecco chi sono le donne comparse con Donald Trump per accusare Bill e la moglie.

-PAULA JONES: nel 1994 cito' in giudizio Bill per molestie sessuali, sostenendo di aver ricevuto delle avances nel 1991. Clinton nego'. Il caso fu inizialmente messo da parte ma la Jones fece ricorso. Durante la deposizione per il processo, Clinton nego' anche di aver avuto rapporti sessuali con Monica Lewinsky, deposizione per cui venne poi sottoposto ad impeachment. In seguito, le parti trovarono un accordo (che non includeva ne' scuse ne' ammissione di colpa) e Clinton verso' alla Jones 850.000 dollari. Bob Bennet, il suo avvocato, affermo' che l'unico motivo per cui strinse l'accordo fu quello di porre fine al processo in modo da poter andare avanti con la sua vita.

-WATHLEEN WILLEY: Nel 1998 la volontaria della Casa Bianca accuso' Clinton di averla molestata in un corridoio nel 1993. Un comitato indipendente determino' che la Willey aveva fornito all'FBI informazioni false, nonche' incoerenti con la testimonianza giurata nel caso Jones, e concluse che non c'era alcuna prova di dubitare dellla versione di Bill, che aveva negato tutto.

-JUANITA BROADDRICK: nel 1999, l'infermiera dell'Arkansas accuso' Clinton di averla stuprata circa nel 1978, sebbene non ricordasse la data esatta. Le affermazioni della Broaddrick furono ritenute contraddittorie e inattendibili e il caso fu archiato nel 2001. Anche in questo caso Bill aveva respinto ogni addebito.

-KATHY SHELTON: fu abusata a 12 anni, nel 1975, e a difendere il suo aggressore fu l'allora avvocato Hillary Clinton. Per

Tra gli altri casi di sospette infedelta' di Bill, c'e' quello della modella di nudo e attrice Gennifer Flowers che nel 1992 affermo' di avere una relazione con Clinton sin dal 1980. Interrogata sulla questione, all'inizio nego', ma poi cambio' la sua versione. Lo stesso Clinton ammise di aver avuto un incontro sessuale con la Flowers. Sempre nel 1998, Elizabeth Gracen ritratto' una sua testimonianza di sei anni prima, sostenendo di aver passato una notte con Clinton nel 1982, e in seguito si scuso' con Hillary. Nel corso dell'anno, tuttavia, la Gracen si rifiuto' di comparire in tribunale nonostante fosse stata citata come testimone da Kenneth Starr.

Cosi durante il confronto dopo i primi 20 minuti si gira la pagina degli scandali sessuali e si passa all'Emailgate. Hillary ribadisce la linea "Ho sbagliato, mi sono scusata, non lo rifarei", Trump affonda: "stai mentendo di nuovo", "dovresti vergognarti". Quindi la minaccia, la piu' pesante del dibattito, quella di mettere in prigione la sua oppositrice: "se fossi presidente nominerei un procuratore speciale per indagare l'uso del server privato" quando era segretario di stato, ndr e "tu saresti in galera". Hillary replica attaccandolo sulle tasse federali non pagate ma lui e' abile nel ribaltare le accuse: "certo che l'ho fatto. E cosi' fanno gran parte dei tuoi donatori". Il tycoon cerca di demonizzare la sua rivale: "sei un diavolo", "hai il cuore pieno di odio". Ma Hillary sembra piu' empatica col pubblico, mentre lui si aggira nervoso sul palco come se stesse aspettando un bus. Poi, quando arrivano ai temi piu' politici, viene fuori la maggiore competenza della Clinton, soprattutto in politica estera. Alla fine la stretta di mano c'e' e con un riconoscimento reciproco: di Donald lei rispetta "i suoi figli, devoti e capaci", di Hillary lui ammette che "non molla mai, e' una combattente". Terzo ed ultimo round il 19 ottobre.

La Cnn sottolinea: Hillary è stata meno brillante del primo. Secondo gli analisti di Cnn, inoltre, la candidata democratica nonostante gli sforzi profusi non è riuscita a sferrare il colpo del Ko. Trump ha retto il colpo, riuscendo a limitare i danni: non era un momento facile per lui, dopo il video pubblicato dal Washington Post e le accuse di sessismo. Sempre secondo la Cnn per il 63% del campione analizzato Trump è andato meglio del previsto, per il 21% è andato peggio e per il 15% uguale rispetto alle aspettative. Un'altra rilevazione (YouGov) evidenzia che il dibattito è stato vinto da Hillary, ma con uno scarto più ridotto: 47% a 42%.

Tutti i commentatori su una cosa sono d'accordo: Trump stavolta ha fatto il Trump. E non ha avuto problemi a dire come la pensa: che metterebbe in galera Hillary (per lo scandalo delle email), che non ha pagato le tasse federali per svariati anni (perché glielo permetteva la legge). Il tycoon ha tirato fuori quegli artigli che nel primo dibattito aveva colpevolmente dimenticato. E per difendersi dalle accuse di sessismo e volgarità, ha detto chiaro e tondo che Bill Clinton ha fatto molto peggio di lui: ha molestato diverse donne, e sua moglie Hillary non solo lo ha coperto, ma ha minacciato le vittime degli abusi.

"La spavalda performance di Trump - ha scritto il New York Times - forse non stabilizzerà la sua candidatura, ma è destinata a mettere a tacere le affrettate speculazioni dei giorni scorsi secondo cui potrebbe essere costretto a ritirarsi". Secondo Larry Sabato, della Virginia University, il repubblicano "ha entusiasmato la sua base, fermato l’emorragia e rintuzzato gli sforzi del Gop di convincerlo a dimettersi". Il Financial Times si spinge oltre dicendo che "se si guarda al barometro delle attese, Trump ha vinto il secondo duello in tv: ci si attendeva che implodesse e non lo ha fatto.

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