In primis, noi diciamo che l’emergenza del Mezzogiorno è costituita, soprattutto da: infrastrutture, sanità, scuola e previdenza, dove servono investimenti mirati. Nel particolare, l’emergenza del Mezzogiorno è il risultato di una “fotografia” che, per la prima volta, è stata scattata da tre importanti Istituti e Centri di Ricerca italiani: Ance, Svimez e Cresme che hanno analizzato, a fondo, la condizione economica e sociale del Mezzogiorno. Ancora, manca l’attenzione alle risorse umane che, nonostante tutto, si mobilitano, creano opportunità, realizzano reti di cooperazione, alimentano il valore fiducia. Ovvero, manca l’attenzione al cosiddetto “capitale sociale” del Sud. A questo punto, a nostro modesto avviso, la politica nazionale deve adottare questa “strategia”: bisogna intervenire con urgenza su alcuni dei principali nodi e sulla necessità di adottare un progetto e una visione nazionale e territoriale per lo sviluppo del Mezzogiorno; è necessario stanziare una adeguata quantità di risorse economiche ordinarie per assicurare che i Fondi europei non siano sostitutivi, ma effettivamente aggiuntivi, a quelli nazionali; svolgere una forte azione di governance per garantire l’efficienza e l’efficacia della spesa dei fondi pubblici, eliminando la mala burocrazia; migliorare la capacità istituzionale, effettuando una fortissima semplificazione normativa. In conclusione, diciamo che, nel suo complesso, questa “strategia”, se adottata per investimenti ed infrastrutture, può rilanciare il Mezzogiorno.