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Il per sempre dell'amore

Carissimi,

credere cristianamente significa credere in Gesù e in quello che Gesù ci ha rivelato di Dio. Questa rivelazione è definitiva e quindi non dobbiamo aspettarci che ci siano altri modi (diversi da Gesù) o altri tempi (differenti da quelli di Gesù) in cui Dio potrebbe parlarci, per manifestare qualcosa di più di sé. Anche Maria di Nazareth (con tutto il rispetto), la “madre di Dio, perché madre di Gesù”, quando “parla”, non dice (e come potrebbe!!!) nulla di nuovo di Dio e di Gesù. Ora, pensiamoci bene: poiché, in Gesù, Dio ci parla non tanto “mandandoci una lettera” o “comunicandoci una bella dottrina”, ma piuttosto “mostrandosi vitalmente in quello che Gesù in persona è e vive”, allora non ha altro modo di parlarci che attraverso l’umanità di Gesù. L’umanità di Gesù è, infatti, la Parola del Dio vivente (= l’uomo Gesù è il Figlio di Dio, la Parola di Dio). Questo permette di capire perché, se crediamo, con questa fede ci concentriamo non solo su “Dio”, ma, meglio, anche su “ciò che ce lo fa vedere”. Non è così? Allora con la fede cristiana puntiamo sull’umanità di Gesù che è sacramentum di questo Dio, perché Gesù proprio in quell’umanità è l’immagine e la somiglianza in cui Dio ci ha creati, “nel sempre del suo amore eterno” perché gli esseri umani manifestino amore-“per sempre”. Saranno capaci gli esseri umani di vivere questo “amore-per-sempre” che Dio è, nelle tante forme del dono di sé per gli altri, come la pro-esistenza di Gesù paradigmaticamente ha mostrato? Boh! Non si può dire a tavolino. Nel frattempo si può dire che Dio ci crede. Dio crede negli esseri umani, perché sa come sono fatti e lotta per e con loro, perché vivano per/come egli li ha creati (la cosa interessa la famiglia che è tanto “tradizionale”, secondo Gesù, da avere le sue radici nel passato originario dell’umano: “maschio/donna, unità generativa di figli”). Ciò che Dio crede appartiene a Dio stesso. E questo è il bello del cristianesimo: è fede in Dio e, in Gesù, è anche fede in ciò che Dio crede …degli esseri umani.

Santa giornata

Mons. Tonino Staglianò

Vescovo di Noto

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