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“Detenuti non mollate”, lo Spazio Libero Cervantes sul problema carceri

Striscioni firmati dallo Spazio Libero Cervantes nei pressi del carcere di Piazza Lanza a sostegno dei detenuti.

«La nostra azione vuole difendere la dignità dell’uomo, elemento imprescindibile. L’essere colpevole, condannato o carcerato in generale non può far venire meno la dignità di essere umano: sovraffollamento, suicidi e morti sono solo alcuni dei problemi che vivono i detenuti, ma anche chi in carcere ci lavora» scrive in una nota lo Spazio Libero Cervantes.

«Sono sempre più frequenti i casi di suicidio tra le guardie carcerarie, o in generale degli operatori del sistema carcerario, indice di un sistema al collasso».

«Dal canto nostro sappiamo bene che la sensibilizzazione della società riguardo agli emarginati, al carcere e alla devianza, è un’impresa faticosissima, e anche per questo proseguiamo con maggiore determinazione il nostro percorso».

Lo Spazio Libero Cervantes ha iniziato a trattare la situazione carceraria qualche anno fa con l’On. Fleres e la scorsa estate con Totò Cuffaro durante la tre giorni di Magmatica. «Oggi vogliamo mandare un messaggio semplice ai detenuti ma speriamo possa essere di grande

conforto: “non mollate” (come scritto negli striscioni)».

«Questa società che condanna prima di verdetti dei giudici e non toglie il peso di una pena anche se espiata non ci piace. Pensiamo che bisogna costruire le occasione di riscatto per chi era un “nemico” ed ha smesso di esserlo e affermare il principio di carcere come luogo di rieducazione e non di condanna a morte».

«Occorre fare i conti con l’eccessiva lentezza della giustizia, che contribuisce al sovraffollamento delle carceri che conta una popolazione di detenuti fatta da quelli in attesa di primo giudizio, alla quale si affianca quella degli imputati ricorrenti condannati in primo grado ed in attesa di giudizio di appello e i detenuti che hanno subito condanna definitiva in Cassazione: il numero che viene fuori è al di sopra delle possibilità delle strutture. Questo dato si traduce spesso in condizioni disumane e morte. Il dato che ci allarma maggiormente, infatti, sono i

978 suicidi sui 2705 detenuti morti dal 2000 al 7 ottobre».

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