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Discorso del sindaco Bianco in occasione della visita di Renzi

Quello che abbiamo mostrato oggi al presidente Renzi è il volto di una città attiva e operosa, discreta, non appariscente. Una città che ha nel suo patrimonio genetico la voglia di ripartire, di ricostruire. Questo Palazzo, come la città tardo barocca che avete visto, è stato ricostruito dopo un terremoto di proporzioni catastrofiche. La laboriosità è un elemento essenziale della vita della città di Catania. Naturalmente come in ogni aspetto positivo c’è anche un lato negativo. Facilmente questo giardino fertile diventa giungla se non c’è un giardiniere in grado di tenerlo in ordine e se non c’è un sentimento collettivo di partecipazione.

Siamo alla ricerca di un rilancio della città. Il Comune di Catania negli ultimi 20 anni ha perduto circa un quarto della sua popolazione, siamo attualmente circa 300milaabitanti. In compenso è enormemente cresciuta la Città Metropolitana, la conurbazione che esiste senza soluzione di continuità. La cintura metropolitana ha oggi 800mila abitanti e con i parametri della Legge Delrio coincidenti con la Provincia gli abitanti sarebbero 1.200.000. Quindi saremmo la settima Città metropolitana d’Italia, di gran lunga la più grande non capoluogo di Regione. E da sempre paghiamo un prezzo salato per questa nostra situazione.

A Catania abbiamo un Ateneo che è il più antico dell’Isola, fondato nel 1434 dagli Aragonesi che ci ricompensarono così per avere riportato la capitale a Palermo. Ci diedero anche l’autonomia comunale, cosa che questa città ha sempre avuto non dovendo subire l’autorità imperiale con la quale c’era un rapporto forte di dissenso. L’Università ha oggi 50.000 studenti molti dei quali provengono dal Distretto della Sicilia sud orientale.

Il 26 febbraio di quest’anno, alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano noi abbiamo sottoscritto la nascita del Distretto Sud orientale. Non ne possiamo più di regioni inefficienti e che tolgono l’aria ai comuni e massacrano molto spesso la loro autonomia. In particolare, nelle regioni a statuto speciale questo clima spesso è irrespirabile, nonostante l’azione positiva che io vorrei incoraggiare della nuova Giunta di Governo, purtroppo a partire dai fondi europei che troppo spesso non vengono utilizzati né quantitativamente né qualitativamente in modo adeguato. Abbiamo fatto nascere qui il Distretto della Sicilia Orientale: le tre province di Catania, Siracusa e Ragusa, le tre Camere di Commercio, i tre comuni capoluogo, hanno fatto squadra. Siamo stati legittimati come soggetto proponente anche progetti comunitari che quindi non passano da strutture regionali ma hanno un accesso diretto a Bruxelles.

Catania è una città che cresce e che supera le sue difficoltà. L’aeroporto di Catania quest’anno chiuderà il suo bilancio con 7.400.000 passeggeri, con una crescita, la più alta tra tutti gli scali d’Italia di grandi dimensioni, mediamente del 15%. Ma la cosa più importante di questo 15%, la più significativa, è la crescita dei passeggeri dei voli dall’estero. Abbiamo in questo momento circa 2.500.000 passeggeri che arrivano con collegamenti internazionali. Abbiamo un porto che sta tornando a vivere che, dal punto di vista commerciale, registrerà una crescita del traffico merci del 22%. Un indicatore chiaro di un inizio di ripresa che riguarda anche nostra realtà; chiaramente in mezzo alle difficoltà che abbiamo, e che noi conosciamo, nella vita di ogni giorno.

Il principale degli ostacoli allo sviluppo della nostraterra è proprio la criminalità organizzata. Ma devo dire pubblicamente grazie a nome della città di Catania all’azione straordinariamente efficace della Procura della Repubblica, della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Dia, con un’azione competitiva tra di loro, hanno compiuto in questi anni centinaia di arresti e non soltanto di mafia ma anche di criminalità organizzata che crea intrecci con il mondo degli affari e della politica. Ci hanno dato e ci danno una mano formidabile, il contributo migliore per far rinascere l’economia della nostra realtà.

Il Distretto del Sud Est di cui parlavamo ha anche un Interportoin fase di realizzazione, due mercati agroalimentari, una metropolitana lunga circa trenta chilometri che si sta realizzando a Catania. Ma la nostra città ha soprattutto una fortissima propensione imprenditoriale, tanto da esser stata definita la Milano del Sud. Oggi haivisto una delle aziende dell’Etna Valley ma ce ne sono molte altre, e hai visto anche, nelle aziende che hai visitato, lacapacità di innovazione di questi ragazzi sui quali dobbiamo puntare per far crescere la nostra realtà.

Cosa abbiamo bisogno per andare avanti? Uno dei problemida risolvere, lo abbiamo detto, è quello della criminalità. Un altro problema è quello del costo del credito: qui paghiamo uno o due punti in più, se non addirittura tre, che in altre regioni d’Italia. Mi rendo conto che si tratta del mercato, ma ci vuole qualche meccanismo che abbatta il costo del credito rendendo le nostre imprese competitive con quelle del resto del Paese. La terza questione riguarda le infrastrutture. Questa realtà per crescere deve utilizzare bene i fondi comunitari. Per esempio per costruire la seconda pista dell’aeroporto di Catania e poter far atterrare anche i grandi aerei che porteranno qui, sempre più numerosi, turisti da altre parti del mondo.

C’è stato un periodo, Matteo, in cui il Sud è cresciutopiù della media del Paese perché c’era il credito d’imposta, un credito automatico , non filtrato né dalla burocrazia né dalla politica. Un credito che va non a chi, semplicemente, investe, ma a chi, con il suo investimento produce ricchezza, pagando meno tasse su quello che ha prodotto. Uno strumentoformidabile per il Mezzogiorno e per il settore della ricerca e fu un clamoroso errore toglierlo.

Noi abbiamo fatto squadra con i sindaci del Distretto delSud Est e in una prossima occasione torneremo a invitarti per parlare dei nostri progetti concreti che trasformeranno idee innovative in realtà. Intanto ti ringraziamo per avere oggi con la tua presenza dato un incoraggiamento a un’idea di Sud che non si piange addosso o si commisera, ma che ha orgoglio della propria identità, consapevolezza dei limiti e voglia di avere un futuro adeguato.

Grazie Presidente e in bocca al lupo.

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