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Israele, blitz mirati nel nord di Gaza in attesa dellʼinvasione

"É un impegno comune per una de-escalation per evitare un conflitto che potrebbe avere oggi delle proporzioni inimmaginabili. Mi pare che ci possa essere unità d'intenti. Il dibattito di oggi servirà per capire cosa l'Ue nel concreto possa fare. Penso che possa giocare un ruolo importante". Lo ha dichiarato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, al suo arrivo al vertice Ue a Bruxelles. "Ribadisco che uno degli strumenti più efficaci per sconfiggere Hamas sia dare una concretezza e tempstica per la questione palestinese, dando più peso all'Autorità nazionale palestinese. É un ruolo che l'Ue può giocare", ha aggiunto.

Raid mirati in attesa dell'offensiva di terra che Netanyahu smentisce di aver sospeso: "Il gabinetto di guerra deciderà quando". Hamas: oltre 7mila morti tra cui 3 mila bambini. Raffica di missili sull'area di Tel Aviv. Altri 12 camion di aiuti nella Striscia. Lo Stato ebraico si rifiuta di concedere il visto ai funzionari delle Nazioni Unite dopo la polemica con Guterres. Putin: "Stop a violenza e sangue"

"Stiamo seguendo la tragica situazione in Terra Santa con ansia e cuore dolorante. La lotta contro il terrorismo non può essere in linea con il principio di responsabilità collettiva". Lo ha affermato il presidente russo, Vladimir Putin.

"E' importante fermare spargimenti di sangue e violenza - è l'appello di Putin - la loro crescita è irta di conseguenze devastanti, tutto potrebbe uscire al di fuori dei confini mediorientali".

Putin, in un incontro con i rappresentanti delle organizzazioni religiose russe, ha poi aggiunto: "Desidero sinceramente estendere le mie condoglianze alle famiglie degli israeliani e ai cittadini di altri Paesi, i cui cari sono stati uccisi e feriti nell'attacco del 7 ottobre di quest'anno. Ma è anche ovvio che le persone innocenti non dovrebbero essere ritenute responsabili per i crimini commessi da altri".

"La lotta contro il terrorismo non può essere in linea con il famigerato principio della responsabilità collettiva, quando si uccidono anziani, donne, bambini, intere famiglie, centinaia di migliaia di persone rimangono senza riparo, cibo, acqua e cure mediche. Si tratta di un vero e proprio disastro umanitario", ha concluso.

Le immagini a infrarossi diffuse da Tel Aviv mostrano colonne dei carri armati israeliani muoversi nel buio, varcare le brecce nel muro che circonda Gaza ed entrare nella striscia. Decine di Tank, seguiti dai bulldozer che scavano trincee difensive.

Eppure quella scattata nella notte ancora non è l'operazione annunciata come apice della ritorsione per l'aggressione di Hamas del 7 ottobre. L'idf stesso parla di "blitz mirati", per stanare covi delle brigate al quassam e ripiegare prima che sia giorno.
 
"Non dirò come e quando, ma ci stiamo preparando all'invasione. Il destino di Hamas è segnato" tuona Benjamin Netanyahu nel suo delicato discorso alla nazione. Delicato perché inverte il racconto che vuole l'azione bloccata dalle pressioni diplomatiche, delicato perché affronta, per la prima volta in 19 giorni di guerra, il tema della responsabilità per quanto accaduto il 7 ottobre.
 
Lui, premier del governo di ultradestra della sicurezza a ogni costo, in tv dice che "tutti dovranno dare spiegazioni per quell’attacco, a cominciare da me". Poco prima aveva parlato al telefono con Joe Biden, che gli offre una spalla: nonostante le dichiarazione ufficiali Biden smentisce la richiesta di non invadere Gaza, eppure nella stessa nota della Casa Bianca torna a chiedere moderazione: "Israele deve fare tutto ciò che è in suo potere - dice - per proteggere i civili innocenti".
 
La fase è convulsa, forse cruciale: Tel Aviv deve rispondere alla sete di vendetta e alla necessità di proteggere una corsia per uscire dalla crisi. Da un lato rivendica l'efficacia degli ultimi blitz, terrestri e aerei: Oltre 250 obiettivi neutralizzati dalle forze aeree; 18 terroristi uccisi a Khan Yunis. Dall'altro fa trapelare spiragli sul rilascio degli ostaggi; 224, secondo le ultime stime ufficiali. Un funzionario del governo fa sapere che un numero significativo di loro potrebbe essere rilasciato nelle prossime 48 ore

Intanto uno scudo a stelle e strisce attorno a"Israele. E lʼattesa che si dispiega completamente, che unità antimissile e portaerei raggiungano la loro destinazione. Anche per questo Gerusalemme avrebbe aspettato nel lanciare lʼoperazione di terra. "

I primi presìdi statunitensi nel mare sono la portaerei Gerald Ford e la Eisenhower, per "scoraggiare azioni ostili contro Israele": quest'ultima sta per essere posizionata dall'Atlantico verso il Medio Oriente.
 
E ancora l’Hudner, che era di scorta alla Ford nel Mediterraneo orientale, si sta  dirigendo verso il Mar Rosso per affiancare il cacciatorpediniere Carney, che il 19 ottobre ha abbattuto con razzi terra-aria ben 15 droni e tre missili da crociera nell'arco di nove ore. Un attacco arrivato dallo Yemen, per mano dei ribelli Houthi, sostenuti dall’Iran. Ed è proprio quello dell’accerchiamento di Israele il rischio: quello di una morsa contemporanea -a tenaglia- da Gaza, Libano, Yemen e non solo.
 
E poi c’è la rete di radar coordinati dagli Usa, reti navali e di terra. Come quella di cui fanno parte i siti nel deserto israeliano del Negev, in Qatar, ma anche Iraq e Bahrain. Il Pentagono ha poi annunciato l’invio di diversi battaglioni del sistema di difesa missilistica Patriot e dei sistemi di difesa antimissile ad alta quota ribattezzati THAAD. Ma ci sarebbero in arrivo anche due batterie di Iron Dome, la cosiddetta cupola di ferro che intercetta e neutralizza razzi contro Israele. Senza contare i 2 mila marines pronti all’azione.

Intanto Hamas impone ai palestinesi di sottostare a determinate regole. Uno stato di vessazioni quotidiane e di miseria perenne. Chi ha avuto la possibilità di abbandonare la Striscia e ha ottenuto un permesso di soggiorno in Israele, è stato obbligato a mantenere contatti con la terra madre e trasferire informazioni sensibili ai terroristi, pena ritorsioni. Un unico obiettivo, ribadito in queste prime fasi del conflitto: annientare lo Stato ebraico, non salvaguardare donne e uomini di Gaza.

Negli scorsi giorni Israele ha lanciato un avvertimento alla popolazione di Gaza: avete 24 ore per spostarvi a sud. Una mossa necessaria per evitare vittime innocenti, ma vana. Volente o nolente, nessuno ha potuto lasciare la propria abitazione. Tutto rientra nella pianificazione di Hamas: se Israele intensifica gli attacchi e cresce il numero di civili uccisi, i miliziani possono accusare l’IDF di aver commesso crimini di guerra. Se invece l’IDF limitasse la sua offensiva militare a Gaza per danni collaterali, Hamas sarebbe meno vulnerabile e potrebbe proteggere le sue risorse continuando a combattere.

le dichiarazioni di ieri di Erdogan contro Israele in cui il Sultano arriva addirittura ad osannare i membri di Hamas, definiti “liberatori” e non “terroristi”. Ma il leader di Ankara ha proseguito nell’attacco a Tel Aviv, accusandola di compiere crimini contro l’umanità a Gaza. Il presidente turco ha poi annunciato che cancellerà la visita pianificata in Israele.

il fronte occidentale appare spaccato. Anzi, la polarizzazione sembra essere ancor più ampia rispetto a quella creatasi dopo l’inizio della guerra in Ucraina. In questo caso, Erdogan assunse una posizione nettamente contraria all’invasione della Russia, ampliando la sorveglianza nel Mar Nero e bloccando i rifornimenti russi. L’ultima notizia di cronaca è arrivata lo scorso agosto, dove le tensioni con Mosca sono sfociate addirittura in alcuni spari russi su un mercantile turco, dopo la fumata nera sull’accordo del grano.

Una posizione fuori dal coro nello scacchiere occidentale, che però ha già trovato i suoi primi dubbi all’interno dell’Unione Europea. Non è un caso che, pochi giorni fa, centinaia di funzionari Ue inviavano una lettera alla presidente della Commissione, Ursula von Der Leyen, chiedendo un ribaltamento della posizione filo-israeliana assunta dal principale potere comunitario. Il tutto affiancato dalle tensioni con l’Alto Rappresentante, Josep Borrell, che sin dall’inizio dell’invasione ha criticato Israele sulle modalità di risposta all’invasione di Hamas del 7 ottobre.

 

Fonti Agi / Porro / tg24

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