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Macron: la coalizione anti-Isis lotti anche contro Hamas

Il presidente francese Emmanuel Macron è arrivato in Israele per esprimere la piena solidarietà di Parigi e chiedere di garantire la salvaguardia dei civili a Gaza. Anche Macron, come altri leader occidentali, chiederà che venga istituita una tregua umanitaria per consentire l'accesso degli aiuti a Gaza e l'uscita degli ostaggi. Macron ha in programma incontri con Netanyahu, con il presidente Isaac Herzog e con i rappresentanti dell'opposizione Benny Gantz e Yair Lapid. Il presidente francese incontrerà anche il collega dell'Anp Abu Mazen, a Ramallah.

Macron ha chiesto "un deciso rilancio del processo politico con i palestinesi" e ha annunciato che ne discuterà a Ramallah con il presidente dell'Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen, e domani con diversi leader della regione mediorientale. "La causa palestinese deve essere ascoltata... Domani sarò con diversi leader della regione per portare avanti anche in modo molto concreto l'agenda che ci siamo dati", ha affermato il capo dell'Eliseo da Gerusalemme.

Il presidente francese ha esortato "Hezbollah, il regime iraniano, gli Houthi nello Yemen" a "non correre il rischio sconsiderato di aprire nuovi fronti", mentre la situazione è molto tesa al confine tra Israele e Libano. Macron ha espresso preoccupazione per "una conflagrazione regionale dalla quale tutti perderebbero".

Il presidente francese in Israele e a Ramallah. Il movimento islamista chiede carburante e aiuti umanitari per rilasciare 50 persone, negoziati in stallo. "Nella notte altri 140 morti". Biden sente Netanyahu: bene il rilascio delle 2 donne, Tel Aviv garantisca i corridoi. la Cina assicura "ogni sforzo per la pace"

La Cina "farà tutto il possibile" per sostenere gli sforzi "favorevoli alla pace": lo ha detto il ministro degli esteri Wang Yi al suo omologo israeliano Eli Cohen, nella prima telefonata diplomatica intercorsa tra i due Paesi dall'inizio del conflitto tra Israele e Hamas, dove la Cina ha riconosciuto il diritto di tutti i paesi all'autodifesa pur nel rispetto del diritto internazionale umanitario e della protezione dei civili. La Cina si e' astenuta dal condannare esplicitamente Hamas per gli attacchi.

"Il compito più urgente ora è impedire che la situazione peggiori ulteriormente e porti a un disastro umanitario più grave", ha detto a Cohen il ministro degli Esteri Wang. Ha inoltre ribadito la posizione di Pechino secondo cui la soluzione dei due Stati è l'unica possibile per risolvere il conflitto. 

Sono stati nelle ultime 24 ore oltre 400 gli obiettivi di Hamas colpiti nella Striscia.
Lo ha fatto sapere il portavoce militare spiegando che sono stati eliminati decine di uomini di Hamas in procinto di lanciare razzi e compiere attacchi contro Israele.
In particolare sono stati centrati campi di addestramento nei quartieri di Shujaiyya, Shati, Jabalia, Daraj Tuffah, e Zaytun.

Sono stati anche colpiti centri di comando collocati in moschee usate da Hamas.
I vice comandanti dei battaglioni di Nuseirat, Shati, e Furqan sono stati uccisi.

Israele continua a bombardare Gaza (secondo Hamas i raid notturni hanno causato 140 morti) e a preparare l'invasione di terra. Si continua a trattare per gli ostaggi nelle mani del movimento islamista e la notizia del rilascio di due delle 220 persone detenute da oltre due settimane è stata accolta con favore dal presidente Usa Joe Biden. In una telefonata al premier israeliano, Benjamin Netanyahu, il capo della Casa Bianca ha ribadito l'impegno americano per la liberazione di tutti gli ostaggi, ma anche perché ci sia un passaggio umanitario che permetta da un lato l'ingresso nella Striscia degli aiuti umanitari necessari, dall'alto l'uscita dei civili dalla enclave.

Le trattative, mediate dal Qatar, hanno subito una frenata sulla questione delle forniture di carburanti nella Striscia. Secondo quanto riferisce il Times of Israel, confermando quanto anticipato dal Wall Street Journal, la richiesta di Hamas di ottenere carburanti e aiuti umanitari per rilasciare 50 ostaggi con la doppia nazionalità è stata respinta da Israele che, al contrario, chiede prima la liberazione di tutti i 220 ostaggi.

Le due donne rilasciate ieri sono di nazionalità israeliana e provengono dal Kibbutz Nir Oz: si tratta di Yocheved Lifschitz, 85 anni, e Nourit Kuper, 79 anni. I loro mariti sono ancora fra gli ostaggi detenuti a Gaza; nei giorni precedenti erano state rilasciate una donna americana e la figlia. I dati delle autorità israeliane rendono conto di oltre 1.400 persone uccise nell'attacco di Hamas, mentre gli ultimi bilanci sulle vittime palestinesi nei bombardamenti che ne sono seguiti hanno superato i 5 mila.

La notte scorsa il capo di stato maggiore israeliano Herxi Halevi ha ribadito l'intenzione di "smantellare completamente Hamas, la sua leadership, la sua ala militare e i suoi meccanismi operativi". Da quando, sabato, gli aiuti umanitari sono ricominciati a poter affluire all'interno della Striscia, una cinquantina di camion hanno attraversato il valico di Rafah, ma secondo l'Onu ne servirebbero almeno un centinaio al giorno: per questa ragione viene chiesto di garantire una tregua umanitaria che permetta il flusso degli aiuti; sono saliti a 35 gli operatori umanitari vittime dei bombardamenti sulla Striscia.

Intanto, l'esercito israeliano continua i preparativi per un'offensiva di terra, ammassando soldati alla periferia della Striscia di Gaza ed effettuando limitate incursioni per prendere di mira le infrastrutture di Hamas e cercare di localizzare le persone scomparse o rapite. 

 

Fonte Agi / Ansa

 

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