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La tragedia di Pavone Canavese sara uno dei primi 'casi" dopo l'entrata in vigore della nuova legge

Si tratta dell'ennesima rapina finita in tragedia. Un tabaccaio ha sparato e ucciso un ladro che stava cercando di svaligiargli il negozio.
Un tabaccaio ha sparato e ucciso un ladro che aveva tentato l'assalto nella notte alla sua tabaccheria. È successo a Pavone Canavese, alle porte del quartiere San Bernardo di Ivrea. Tre persone hanno tentato l'assalto alla tabaccheria, in via Torino: il titolare, che abita sopra il locale, è uscito con una pistola e ha ucciso uno dei malviventi, originario della Moldavia. Ascoltato in procura, l'uomo è stato indagato per eccesso colposo di legittima difesa.

«Totale solidarietà al tabaccaio, che spero possa fruire della nuova legge che garantisce la legittima difesa a tutti», ha detto Salvini. «Attendendo rispettosamente le comunicazioni della procura di Ivrea - ha aggiunto Salvini, parlando a Firenze -, quello che so è che si tratta di un commerciante 67enne incensurato, persona perbene, che deteneva legalmente un'arma, che è stato vittima di 5, 6, 7, 8 precedenti furti e rapine, che stanotte si è svegliato, si è ritenuto in difficoltà, aggredito, ha sparato. Purtroppo qualcuno è morto: però se invece di fare il rapinatore questa persona avesse fatto un mestiere onesto, oggi staremmo parlando di altro».

Nella sua intervista all'Adnkronos, il benzinaio difende a spada tratta Marcellino Iachi Bonvin. "Noi lavoratori- continua Stacchio- vendiamo prodotti dello Stato che sono di tutti: chi fa una rapina fa un danno non solo al proprietario dell'attività, ma anche all'intera cittadinanza. Il tabaccaio ha tutelato la sua vita e i soldi dello Stato". Per Stacchio, "la vita è sacra e va difesa fino alla morte. Il clero fa credere che Dio sia amore e perdono, ma Dio è stato violento fin dal diluvio universale. Questi malviventi fanno un danno anche ai loro connazionali che vivono e lavorano in Italia rispettando le leggi".  

"La vera vittima non è il morto, ma il tabaccaio - attacca Stacchio - Basta con l'ipocrisia per cui uno deve dormire di notte con l'ansia che qualcuno possa entrare nella sua abitazione. Dov'è lo Stato?"  

L'esercente intorno alle 3 di notte ha sorpreso all'interno della sua attività tre malviventi. Uno di loro, un moldavo di 23 anni, aveva non mano un palanchino, ovvero un ferro probabilmente usato per forzare la saracinesca del negozio. Le telecamere di videosorveglianza potranno forse chiarire l'esatta dinamica dei fatti. Sul caso indaga la polizia e la procura di Ivrea, che a breve ascolterà Bonvin, ha aperto un fascicolo con l'ipotesi di eccesso di legittima difesa. I pm stanno cercando di capire se in questo caso è applicabile la nuova norma voluta dal ministero dell'Interno e approvata dal Parlamento.  

Il malvivente rimasto ucciso è originario della Moldavia ed era incensurato. Così come incensurato è il titolare della tabaccheria che negli ultimi anni aveva subito numerosi furti. I pm lo hanno già iscritto nel registro degli indagati: l'ipotesi è "eccesso di legittima difesa". Secondo quanto apprende l'Agi, infatti, il ladro non sarebbe stato armato di pistola ma in mano avrebbe avuto un palanchino, ovvero un ferro usato per forzare la saracinesca del negozio. Le telecamere di videosorveglianza potranno forse chiarire l'esatta dinamica.

Dopo l'approvazione in Parlamento, questo potrebbe essere il primo caso di cronaca in cui verrà applicata la nuova legge sulla legittima difesa. La norma voluta dal ministro dell'Interno che ha espresso "solidarietà politica e umana" è infatti chiara: la difesa è legittima quando una persona "compie un atto per respingere l’intrusione posta in essere con violenza o minaccia di uso di armi o di altri mezzi di coazione fisica, da parte di una o più persone".

La vicenda del ladro ucciso da un tabaccaio a Pavone Canavese potrebbe diventare uno dei primi 'casi di specie' dopo l'entrata in vigore della nuova legge - appena due mesi fa - sulla legittima difesa. Ma al momento l'esito giudiziario della vicenda non è scontato. Marcellino Iachi Bonvin risulta indagato dalla procura di Ivrea affinché - secondo quanto sottolineato dallo stesso Procuratore - gli sia garantito il diritto della difesa legale e la presenza di un avvocato. Secondo le nuove norme la difesa è sempre legittima, perché la proporzione tra difesa e offesa viene riconosciuta «sempre» quando una persona reagisce con un'arma all'aggressione o alle minacce subite in casa o nel luogo di lavoro, e non è punito chi reagendo in quel modo, era «in stato di grave turbamento».

I magistrati stanno cercando di capire se è possibile applicare la nuova norma. Il nuovo testo, infatti, è andato a regolamentare anche l'articolo 55 del codice penale che riguarda - appunto - la disciplina dell'"eccesso colposo". Ad oggi non è punibile chi si è difeso "in stato di grave turbamento, derivante dalla situazione di pericolo in atto".

Nel caso di Iachi Bonvin, infatti, le armi erano regolarmente denunciate, lo stesso commerciante era stato aggredito più volte e aveva già subito dei furti. Il presunto ladro era incappucciato, come i complici che sono fuggiti, e aveva un palanchino. Se assolto penalmente, Iachi Bonvin non sarebbe neppure obbligato a risarcire - civilmente - i familiari del presunto ladro: la nuova normativa sancisce che non c'è responsabilità di chi ha agito in condizioni di legittima difesa. L'articolo 8 della legge, inoltre, prevede che l'indagato potrà contare sul gratuito patrocinio se il suo procedimento è stato archiviato, prosciolto o si è riconosciuto il non luogo a procedere.
Certo, secondo quanto emerso in queste ore il 23enne moldavo non sarebbe stato armato. Ma per la nuova legge sulla legittima difesa non è necessario che il ladro abbia una pistola in mano. È sufficiente infatti che vi sia il "pericolo di aggressione" e che vi sia la sola minaccia di utilizzare un'arma. Ad oggi, infatti, "sussiste sempre il rapporto di proporzione" se "taluno legittimamente presente" usa "un'arma legittimamente detenuta o altro mezzo idoneo al fine di difendere: a) la propria o la altrui incolumita'; b) i beni propri o altrui, quando non vi è desistenza e vi è pericolo d'aggressione". Le disposizioni, si legge nelle note della Gazzetta Ufficiale, "si applicano anche nel caso in cui il fatto sia avvenuto all'interno di ogni altro luogo ove venga esercitata un'attivita' commerciale, professionale o imprenditoriale".

Ora è la polizia a indagare su quanto successo alle porte del quartiere San Bernardo di Ivrea, in via Torino. I banditi sarebbero stati in tre. L'esercente, che abita sopra la tabaccheria, sarebbe sceso con la pistola in mano e avrebbe ucciso uno dei ladri. Non sono ancora chiare le dinamiche dell'accaduto. L'uomo sarà interrogato in procura dal procuratore capo di Ivrea Giuseppe Ferrando e dal pm titolare del fascicolo, Giuseppe Drammis. Intanto gli agenti danno la caccia ai due complici.

 

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