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Aereo caduto: lutto all'Onu

“La comunità ambientalista oggi è in lutto. Molti di quelli che hanno perso la vita erano in viaggio per venire a partecipare e sostenere l’Assemblea per l’Ambiente dell’Onu“: lo si legge in una dichiarazione dell’Agenzia per l’Ambiente dell’Onu di Nairobi, in riferimento all’incidente aereo in Etiopia. “Abbiamo perso funzionari dell’Onu, giovani delegati che venivano l’Assemblea, esperti scienziati, accademici ed altri partner“. “L’intera Assemblea onorerà la loro memoria con i nostri sforzi questa settimana“.  

Lutto al Palazzo delle Nazioni Unite a Ginevra per le vittime dell'aereo caduto in Etiopia tra le quali figurano molti rappresentanti dell'Onu. Le bandiere dei Paesi membri che sventolano fuori del palazzo sono state rimosse ed è rimasto solo il vessillo azzurro delle Nazioni Unite esposto a mezz'asta. Un minuto di silenzio è stato osservato in apertura dei lavori della quarantesima sessione del Consiglio dei diritti umani. Michael Moller, Direttore generale dell'Ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra ha dichiarato che l'incidente aereo, costato la vita a 157 persone tra cui membri Onu e delegati in viaggio verso l'Assemblea Onu per l'ambiente a Nairobi, è stato ''uno choc profondo per tutti''. Moller ha dunque espresso ''solidarietà ai familiari delle vittime'' esortandoli ad avere ''forza e coraggio in questo difficile momento''

Persone speciali" , dicono di loro, con curriculum di tutto rispetto, lauree da 110 e lode e diverse esperienze appena trentennigià in diverse organizzazioni umanitarie in progetti di sviluppo nel "mondo povero".

Si chiamavano Maria, Virginia, le ragazze che, nei ricordi di chi le ha conosciute, vengono definite " Eccellenze italiane nella Cooperazione". Maria, dopo essersi laureata prima all'università di Roma Tre e poi alla Luiss in ' Relazioni internazionali, scienze politiche e governò con il massimo dei voti, aveva conseguito un master, è stata autrice di diverse pubblicazioni e anche consulente per l'associazione di studio, ricerca e internazionalizzazione in Eurasia e Africa. Poi ha svolto il volontariato con Medici Senza Frontiere e infine ha cominciato la sua avventura nel Wfp.

È forse per quella scelta di vita "un po' così", dedicata agli altri, in condizioni spesso difficili, dure, rischiose, a volte solitarie degli operatori umanitari, che la morte dei cooperanti italiani a bordo dell'aereo precipitato in Etiopia sta suscitando reazioni così sinceramente commosse.

Aveva già visto tutte le Meraviglie del mondo, le mancava solo Petra, l'Africa era la sua seconda casa e se chiudeva gli occhi anche un solo istante per immaginare il futuro, sognava di aprire un giorno una Onlus tutta sua. Virginia Chimenti, Vivi, viaggiava da quando era bambina. Prendere l'aereo per lei era come infilarsi nella metropolitana. 

Un po' come per tutta la sua famiglia, papà Claudio, che è professore universitario a L'Aquila, mamma Daniela, dentista di Corso Trieste e la sorella più grande Claudia, che lavora nell'ambito alberghiero, fare le valigie o mettersi uno zainetto sulle spalle era un'azione abitudinaria, scandita dalla grande mappa del pianeta appesa alla parete del corridoio di casa. Un giorno, per fare una sorpresa ad Alessandro, un compagno universitario trasferito in Cile, prese l'aereo e bussò alla sua porta. Vivi era così. E se è morta in un incidente aereo «non era lì per caso», ne sono sicuri tutti nella sua abitazione in zona Lanciani. «La sua eredità sta in quei viaggi e nella sua dedizione instancabile per specializzarsi in Economia e mettersi a disposizione degli altri, anche in quel viaggio, l'ultimo, come consulente finanziaria per il World Food Programme dell'Onu».  

Maria Pilar Buzzetti, 30 anni, e Virginia Chimenti, 26 anni, lavoravano per le Nazioni Unite, per il World Food Programm ( Wfp) per la precisione, l'Agenzia Onu che assiste circa 80 milioni di persone nel mondo, impegnata a combattere la fame, fornendo assistenza alimentare nelle emergenze...

La Procura di Roma ha aperto intanto un fascicolo di indagine in relazione alla morte degli italiani. Il procedimento, coordinato dal procuratore Giuseppe Pignatone, è al momento senza indagati e ipotesi di reato. Nello schianto, poco dopo il decollo da Addis Abeba, hanno perso la vita l'archeologo siciliano Sebastiano Tusa, il presidente dell'Ong Link 2007, Paolo Dieci, alcuni appartenenti a una onlus di Bergamo e due ragazze impegnate nel programma alimentare mondiale dell'Onu.  

Etiopia, è il giorno dopo il disastro aereo dell'Ethiopian Airlines: 157 le vittime, tra cui otto italiani. Intanto si continuano a cercare le cause della sciagura. Secondo i media internazionali, la tv di stato etiope ha reso noto che è stata ritrovata la scatola nera del Boeing. Recuperata anche la seconda scatola nera: i dispositivi trovati sono in particolare il "registratore di voce della cabina di pilotaggio ed il registratore digitale dei dati di volo". E arrivano i primi stop a terra dei Boeing 737 Max: oltre all'Ethiopian, decisione analoga dalla Cina e dall'Indonesia, così come da Cayman Airways. Si attiva l'agenzia europea sicurezza aerea (Easa) con un monitoraggio, 'ma è presto per decidere'. 

Ethiopian Airlines ha bloccato tutti gli aerei Boeing 737 Max, cioè quelli dello stesso modello precipitato ieri 6 minuti dopo il decollo. 'A seguito del tragico incidente del 10 marzo - si legge in un tweet della compagnia aerea - Ethiopian Airlines ha deciso di tenere a terra tutti i Boeing 737 Max. Non si conoscono ancora le cause della sciagura - prosegue la nota - e la decisione è presa in via precauzionale. La compagnia - conclude il comunicato - diffonderà ulteriori informazioni non appena disponibili' 

Mettete a terra quell'aereo finché non verranno effettuati tutti i controlli. L'allarme arriva dall'Associazione Nazionale Piloti (Anp) che ha chiesto all'Enac (Ente nazionale aviazione civile) di intervenire su tutte le compagnie italiane che hanno in uso il Boeing 737 Max 8. 

Il modello prodotto dalla società statunitense è finito nel mirino dopo l'incidente di ieri in Etiopia in cui sono morte 157 persone. Ed è il secondo schianto in pochi mesi con lo stesso tipo di aeromobile. Per questo i piloti hanno chiesto di intervenire su tutte le compagnie italiane che lo usano, mettendo a terra le macchine e facendo i controlli necessari.

Anche la Corea del Sud ha intanto lanciato una indagine "precauzionale" sul Boeing 737 Max 8. Un team di 4 tecnici ha visitato la Eastar Jet, compagnia locale low cost, avviando accertamenti sul pilota automatico e altri sistemi. L'esame finirà venerdì e non ci sono al momento piani per tenere a terra i B737 Max, riferisce l'agenzia Yonhap

E le compagnie aeree cinesi hanno ricevuto l'ordine di sospendere l'uso del Boeing 737 Max: lo riporta la rivista finanziaria Caijing, citando fonti vicine a dossier in merito alla mossa della Civil Aviation Administration of China, l'Authority di settore. 

Anche la Cayman Airways ha deciso di lasciare a terra temporaneamente i suoi due Boeing 737 Max 8. Il ceo del vettore caraibico Fabian Whorms ha spiegato che, anche se la causa del disastro non è ancora chiara, la sua compagnia ha comunque deciso questa misura cautelativa per "mettere la sicurezza dei nostri passeggeri e degli equipaggi al primo posto". La Cayman Airways è la compagnia di bandiera delle Isole Cayman, territorio britannico d'oltremare.  

Quello di ieri è il secondo incidente per il Boeing 737 Max 8, a cinque mesi da quello della Lion Air verificatosi in Indonesia, in cui persero la vita 189 persone. 

Dal canto suo l'Enac sottolnea come in Italia volino solo 3 aerei di questo tipo e tutti in uso alla compagnia Air Italy. "Dalle verifiche condotte, l'Enac conferma che il vettore italiano opera in piena osservanza delle prescrizioni operative emesse dal costruttore Boeing e approvate dalla Faa - Federal Aviation Administration, Ente americano certificatore dei velivoli Boeing, dopo un incidente analogo verificatosi in Indonesia nell'ottobre 2018 che aveva coinvolto un aeromobile Boeing 737 Max 8", ha spiegato l'ente, "Le prescrizioni riguardano sia la formazione dei piloti, sia l'aggiornamento dei manuali di volo. L'Enac, inoltre, è in contatto con la Easa - European Aviation Safety Agency, Agenzia europea per la sicurezza aerea, per le eventuali determinazioni europee in merito a tale tipologia di velivoli". 

Non è la prima volta che succede. Anche nel caso dell'aereo precipitato lo scorso 29 ottobre in Indonesia, l'incidente era avvenuto poco dopo il decollo e l'aereo, operato dalla Lion Air, era nuovo. Ma cosa c'è dietro a queste drammatiche stragi? Molto probabilmente l'incapacità dei piloti di gestire il nuovo software che corregge in fase di decollo l'assetto.

Il Boeing 737-800 Max della Ethiopian Airlines era nuovissimo ed era operativo da appena quattro mesi. Secondo quanto riferito dal ceo dell'Ethiopian Airlines, Tewolde Gebremariam, citato dal quotidiano keniora Daily Nation, l'ultimo controllo di manutenzione di routine sul velivolo era stato effettuato il 4 febbraio. Il capitano, Yared Getachew, aveva alle spalle più di ottomila ore di volo, mentre il co-pilota Ahmed Nur Mohammod, aveva invece 200 ore di volo. 

Uno stesso modello Boeing 737-800 Max della Lion Air era precipitato in mare cinque mesi fa con 190 persone a bordo al largo delle coste indonesiane. Il 6 novembre 2018 la Boeing aveva emesso un allarme su un software di controllo e con il quale si istruiva i piloti sulle procedure da adottare in caso di input errato da un sensore. Nel mirino ora finisce quel nuovo software che corregge in fase di decollo l'assetto del velivolo qualora l'angolo di salita non sia ottimale e rischi così di farlo andare in stallo. Il problema, secondo quanto ricostruito sin qui, sarebbe stato la mancata comunicazione ai piloti della Ethiopian Airlines che, in fase di decollo, avrebbero continuato a correggere l'intervento del software.

Stando alle indagini fatte in Indonesia negli ultimi cinque mesi, il Boeing 737 Max 8 avrebbe bisogno di motori più potenti, anche di dimensioni, per "tenere" tecnicamente l'angolo di attacco. Per ovviare a questo problema, come spiegato dall'esperto per la Sicurezza del Volo, Antonio Bordoni, ai microfoni di Uno Mattina, la casa costruttrice avrebbe messo a punto il nuovo sistema anti stallo che dovrebbe, appunto, aiutare i piloti correggendo automaticamente questa criticità e raddrizzando il muso del velivolo per recuperare portanza. 

Se chi guida l'aereo non è a conoscenza del software, appena vede i valori dell'altimetro instabili, si contrappone all'azione di correzione del software. Secondo gli operatori del settore, come riporta Leggo, il Boeing 737 Max avrebbe subito avuto fortuna sul mercato per "la facilità con cui i piloti potevano passare al nuovo modello con una formazione minima sulle differenze di allenamento e nessun tempo aggiuntivo per il simulatore".

Oltre alla mancata comunicazione del nuovo sistema anti stallo, l'incidente di ieri svela un altro possibile difetto. Il software dovrebbe correggere l'assetto in fase di decollo ma, come riporta anche Leggo, non sempre manca portanza sulle ali se l'aereo sale a velocità troppo bassa. Se la manovra viene fatta quando c'è vento contrario, infatti, la portanza è sufficiente anche se rallenta il velivolo. "L'algoritmo - si legge - considera solo la velocità di salita ma non la portanza istantanea che l'aereo trova durante la manovra". Lo scorso 7 novembre, in seguito alle indagini fatte sul Lion Air 737 Max caduto a Giacarta, era stata richiesta una revisione del manuale di volo. Da rivedere erano, appunto, le procedure operative che spiegavano come affrontare lo stabilizzatore fuori controllo.

L'agenzia europea per la sicurezza aerea (Easa) sta "monitorando da vicino" la situazione dopo l'incidente, ha detto un portavoce, secondo quanto riporta l'agenzia Bloomberg. E' troppo presto per fornire indicazioni alle compagnie europee, o per agire, ha detto il portavoce. L'Easa è in contatto con l'autorità americana Federal Aviation Administration (Faa) e con le autorità etiopi.

"L'Ente Nazionale per l'Aviazione Civile informa che gli aeromobili di questo modello nella flotta italiana sono 3, in uso alla compagnia Air Italy. Dalle verifiche condotte dall'Enac si conferma che il vettore italiano opera in piena osservanza delle prescrizioni operative" emesse dal costruttore Boeing e approvate dall'ente americano Federal Aviation Administration, dopo l'analogo incidente in Indonesia nell'ottobre 2018.

Il ministro dei trasporti dell'Indonesia ha ordinato alle compagnie locali di mettere a terra temporaneamente gli aerei Boeing 737 Max in possesso nelle loro flotte, riferisce l'agenzia Bloomberg. Il ministro ha stabilito che i velivoli B737 Max vengano lasciati a terra da domani, quando inizieranno le ispezioni e potranno tornare in servizio solo dopo la certificazione degli ispettori di volo. Dieci degli 11 velivoli in questione sono della Lion Airlines, il restante di Garuda Indonesia.

Otto italiani si trovavano sul Boeing 737 dell'Ethiopian Airlines precipitato in Etiopia. Nella lista passeggeri figura anche l'assessore ai Beni Culturali della Regione Siciliana Sebastiano Tusa, archeologo di fama internazionale, Sovrintendente del Mare della Regione. Tusa era diretto in Kenya, per un progetto dell'Unesco, dove era già stato nel Natale scorso insieme con la moglie, Valeria Patrizia Li Vigni, direttrice del Museo d'Arte contemporanea di Palazzo Riso a Palermo.

Tra le vittime anche tre componenti della ong bergamasca Africa Tremila: il presidente Carlo Spini - 75 anni, originario di Sansepolcro (Arezzo) e residente a Pistoia -, sua moglie, infermiera, Gabriella Vigiani e il tesoriere della onlus Matteo Ravasio. Morto anche Paolo Dieci, residente a Roma, presidente della ong Cisp e rete LinK 2007, un'associazione di coordinamento consortile che raggruppa importanti Organizzazioni Non Governative italiane, in particolare 14 ong: Cesvi, Cisp, Coopi, Cosv, Gvc, Icu, Intersos, Lvia, Medici con l'Africa Cuamm, Ccm, Elis, World Friendss, Ciai e Amref. Ci sono anche i nomi di Virginia Chimenti, funzionaria del World Food Programme dell'Onu, Rosemary Mumbi e Maria Pilar Buzzetti nella lista degli 8 italiani che erano a bordo: lo si apprende da fonti diplomatiche.

"Il mio profondo dolore per la tragedia dell'aereo dell'Ethiopian Airlines - scrive il vicepremier Luigi Di Maio -, in cui hanno perso la vita anche 8 nostri connazionali. Esprimo la mia vicinanza alle loro famiglie e alla Regione Sicilia per la perdita dell'assessore Sebastiano Tusa".

"Dolore e preghiera per tutte le vittime della tragedia aerea in Africa, siamo vicini ai famigliari e lo saremo anche in futuro", ha detto il ministro dell'Interno Matteo Salvini.

"Sono vicino alle famiglie delle vittime dell'incidente aereo in Etiopia, a pochi chilometri da Addis Abeba. Una terribile tragedia anche per il nostro Paese", scrive il presidente della Camera Roberto Fico.

"Il disastro aereo in Etiopia nel quale hanno perso la vita 157 persone tra cui 8 italiani è una tragedia che ci colpisce tutti. Esprimo il mio più vivo cordoglio - ha detto il presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati -, anche a nome del Senato, ai familiari delle vittime, molte delle quali in Africa per ragioni umanitarie. Partecipo al dolore della Regione Sicilia per la perdita dell'assessore Sebastiano Tusa".

Esprimo il più sincero cordoglio e profonda vicinanza ai familiari delle vittime - ha scritto su Facebook il ministro dei beni culturali Alberto Bonisoli - del terribile incidente aereo. Mi unisco al dolore di amici, parenti e congiunti dei nostri otto connazionali deceduti nell'impatto. Rivolgo a loro le mie più sentite condoglianze".

 

 

 

 

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