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La crisi dell'istruzione occidentale

978-88-89341-41-4


Christopher Dawson

La crisi dell’istruzione occidentale

a cura di Paolo Mazzeranghi

con presentazione di Lorenzo Cantoni

D’Ettoris Editori

Collana: Magna Europa. Panorama e voci

F.to 15 x 21 brossura cucito

pp. 218 €. 19,90

ISBN: 978-88-89341-41-4

The Crisis of Western Education (1961) è frutto della riflessione di Christopher Dawson, sviluppata dal 1953 al 1958 in numerose conferenze — anche in ambito universitario, a Oxford, a Dublino e a Bangor — sulla necessità d’introdurre lo studio della cultura cristiana nell’istruzione superiore dei paesi anglosassoni. Tale idea si rafforza dopo che, nel 1958, è chiamato a insegnare alla Harvard University. Il contatto con la gioventù universitaria statunitense, sia cattolica che protestante, conferma la sua convinzione che l’ignoranza dei cristiani nei confronti della loro stessa cultura sia non solo uno dei principali ostacoli sulla strada di un serio ecumenismo, ma anche causa non secondaria del fallimento dell’intero sistema d’istruzione occidentale, nonostante i pretesi progressi nei metodi educativi.

Secondo lo storico britannico, è necessario che l’uomo occidentale inverta la tendenza che ha dominato la nostra civiltà durante gli ultimi tre secoli e ricuperi l’uso delle sue facoltà spirituali superiori, atrofizzate nella ricerca del potere politico, economico e tecnologico. Tale riscoperta, sia religiosa che filosofica, presuppone la riforma del sistema d’istruzione superiore, che non veicola più l’esistenza del fattore spirituale sia nell’interiorità individuale che nella vita associata. Fino a che la tradizione culturale cristiana avrà spazio nell’istruzione superiore, la vittoria del secolarismo nella cultura e della sua proiezione sociopolitica non sarà completa, e l’ordine tecnologico, che oggi minaccia la libertà spirituale e la stessa esistenza dell’uomo, potrà essere subordinato a un principio superiore che ne limiti le potenzialità totalitarie.

 

Henry Christopher Dawson (1889-1970), dopo gli studi a Oxford e la conversione al cattolicesimo nel 1914, intraprende una difficile carriera di storico indipendente dal mondo accademico britannico, a cui si accosta solo saltuariamente e per incarichi limitati. Storia delle civiltà, storia delle religioni, storia dell’educazione occidentale sono i suoi principali campi d’interesse, ed è noto principalmente come studioso della cultura medioevale, anche se negli anni dell’affermazione dei regimi totalitari e del secondo conflitto mondiale pubblica saggi e tiene conversazioni radiofoniche di carattere maggiormente politico. Le opere che nascono a seguito delle Conferenze Gifford, tenute nel 1946-1947 presso l’università di Edimburgo, fra le più celebri del Regno Unito, ne amplificano la fama, e, nel 1958, è chiamato a occupare la prima cattedra di Studi Cattolici Romani creata alla Harvard University, negli Stati Uniti d’America.

 

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