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Inaugurata al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria la mostra “Castelli e Chiese di Calabria e Basilicata”. In esposizione le preziose miniature della Fondazione Carical, realizzate dal maestro Domenico Chiarella per la Calabria e dal maestro Franco Artese per la Basilicata. All’inaugurazione c’erano il presidente della Fondazione Carical, Giovanni Pensabene, il direttore del Museo Archeologico Nazionale, Fabrizio Sudano e l’assessore comunale Anna Briante.
Sono venti manufatti, riproduzioni fedeli di alcuni tra i più importanti monumenti del territorio calabrese e lucano: il Castello Aragonese di Reggio, la Cattolica e il Castello di Stilo, la Cattedrale di Gerace e le monumentali Certosa di Serra San Bruno e Chiesa rupestre di San Pietro in Barisano di Matera.
«Si tratta di una iniziativa meritevole – ha evidenziato l’assessore Briante – ho già fatto un giro nei castelli e nelle chiese e devo rilevare che Calabria e Basilicata sono accomunate da questi tesori del territorio. Da un lato castelli e fortificazioni che hanno segnato secoli di lotte e conquiste e, dall’altro le chiese che, secondo me, potrebbero essere rivalutate attraverso dei percorsi specifici».
E, a proposito della mostra: «Anche la visione coi droni non regala un'immagine così completa come queste miniature – ha aggiunto l’assessore - complimenti ai maestri che le hanno realizzate, alla Carical per l’iniziativa e al Museo che è protagonista di eventi preziosi. L’intreccio tra enti, istituzioni, scuole e museo deve essere costante per rendere palazzo Piacentini ancora più vivo».

Il teatro Manfroce di Palmi si è immerso in "Un sogno ad Istanbul". La rassegna Synergia 48, organizzata dell’associazione culturale Nicola Antonio Manfroce e finanziata con l’avviso pubblico Promozione Eventi Culturali 2022 della Regione Calabria, ha proposto al pubblico un viaggio dentro l'amore che salva e dentro la guerra che ha insanguinato i Balcani dove, nonostante tutto, nevica ancora. Sul palcoscenico Maddalena Crippa, Maximilian Nisi, Mario Incudine, Adriano Giraldi spaziano dalla vibrante interpretazione, alla narrazione, alla voce fuori campo, al canto e alla danza. Così dimensioni private, collettive, corali ed epiche si intrecciano in questa «ballata per tre uomini e una donna», sottolinea Maddalena Crippa, che anche a Palmi, ultima tappa ma solo di questa stagione, ha inanellato un grande successo. Diretto da Alessio Pizzech "Un sogno ad Istanbul" è ispirato al best seller di Paolo Rumiz “La cotogna di Istanbul”, con testo teatrale di Alberto Bassetti.

I saluti del presidente dell'associazione Amici della musica Manfroce, Antonio Gargano, e del magistrato anche promotore del Festival Nazionale di Diritto e Letteratura a Palmi, Antonio Salvati, hanno preceduto l'inizio del viaggio.

Max è un ingegnere austriaco inviato a Sarajevo nel 1997. Maša è una donna che da subito si mostra piena di bellezza e carisma straordinari. Pur avendo conosciuto l'inferno della guerra fratricida, non ha dimenticato il paradiso che era quella stessa terra ferita. «Quelle strade chiuse dalla guerra, oggi sono strade percorribili e vivibili. Del dolore resta il ricordo. Un sollievo da un male terribile e scampato, almeno per alcuni. Non tutto finisce con la morte», dice. Lei ha due figlie. È vedova e divorziata. Con il suo racconto, affascinante e pregno di suggestioni, della distruzione e della rinascita della sua Sarajevo incanta Max. «Lei racchiude la vita in un giro di stelle che si librano nel cielo, leggere». Un legame scandito dal distacco e poi dal ritorno segnato dalla malattia di Maša. Circostanza che non impedirà al loro amore di germogliare e alla passione di esplodere in infinite primavere, intense e gioiose. Una trasposizione teatrale cangiante che si nutre di forti simbologie. Dai capelli rossi lunghi e fluenti, poi divorati dalla malattia di Maša, alla terra, elemento naturale che attraverso il suo tocco e la sua gestualità parla, racconta, testimonia. E la storia incede su un'alternanza fatta di parole narrate e intonate, di ritmi antichi e atmosfere rievocate, di suggestioni e speranze che vibrano in canti struggenti e in danze vivaci.

«Non è una commedia con musiche, non è un musical, non è uno spettacolo teatrale tradizionale. È una ballata assolutamente originale plasmata da "La Cotogna di Istanbul" di Paolo Rumiz, un poema in endecasillabi molto corposo. Ci sono, dunque, i dialoghi e c'è anche il racconto epico che la musica dilata. Una storia privata - spiega l'attrice Maddalena Crippa - ma anche corale perchè richiama la guerra nei Balcani. Maša è una donna straordinaria che incarna la femminilità che l'Occidente sta smarrendo, assorbito come è dal rincorrere la dimensione maschile. È una donna che desidera la maternità, conosce la cura, la dolcezza e la bellezza che in essa risiedono. Conosce la nostalgia di un mondo passato, in cui lei musulmana bosniaca poteva sposare un serbo ortodosso. Conosce l'identità profonda del suo popolo e, attraverso gesti come il lavaggio delle mani oppure la preparazione del caffè, rituali pregni di significato, la incarna, la custodisce e la tramanda. Dunque forza e dolcezza convivono in lei», spiega ancora l'attrice Maddalena Crippa.

«Una ballata, che è un inno alla musicalità - spiega l'attore Maximilian Nisi  - i piani del racconto sono molteplici e intrecciati. C'è il piano di un amore travolgente nonostante il tempo che fugge e i distacchi. C'è una guerra che mette a nudo quanto l'Europa sia fragile, avendo consentito che il peggio avvenisse e seminasse disgregazione frammentazione. C'è una vita che va oltre la morte e che reclama e trova spazio nella narrazione intrisa di struggente speranza di Maša e nel viaggio che Max, ingegnere austriaco e figlio di un nazista, compie innanzitutto dentro sé stesso. Un viaggio attraverso il quale raggiunge, passando da una Sarajevo ferita dalla guerra, una parte di sé stesso alla quale altrimenti mai sarebbe arrivato. Un'autentica epifania per lui. Un'esperienza sul palcoscenico molto particolare, molto poco consueta nel teatro contemporaneo». Legano questi piani del racconto la musicalità e la tradizione che culminano nella Canzone che salda per sempre, al momento del distacco, Max e Maša. «La canzone "La Cotogna di Istanbul" celebra il frutto, emblema della terra e delle origini», conclude l'attore Maximilian Nisi.

La canzone è, dunque, la chiave di volta della narrazione perchè «spalanca le porte sigillate del destino e apre le porte nere della notte».

 

 

Anche il Consorzio del Bergamotto di Reggio Calabria fa tappa a Berlino per Fruit Logistica, la fiera mondiale dedicata al mercato ortofrutticolo. Insieme alla Regione Calabria, il Consorzio si presenta a Berlino durante l’edizione 2024 di Fruit Logistica, presentando il suo frutto e l'essenza in un contesto di eccellenza.

In Germania, dal 7 al 9 febbraio, spazio dunque al Bergamotto di Reggio Calabria ed ai produttori calabresi, rappresentati da Ezio Pizzi. In fiera Giovanna Pizzi, produttrice e componente del Cda, Luigi Frammartino noto produttore dell'oro verde di Calabria e Salvatore Friscia produttore e trasformatore.

 L’evento rappresenta un’importante opportunità per le aziende del comparto alimentare, così come per quelle operanti nella lavorazione alimentare e nell’industria dei processi alimentari. La Calabria e le sue aziende agroalimentari si posizionano in prima fila, grazie all’incessante lavoro dell’Assessorato regionale all’Agricoltura e dell’Arsac. Oltre alla promozione dei prodotti, la tre giorni berlinese prevede momenti dedicati all’approfondimento. In particolare, nel pomeriggio del 7 febbraio a partire dalle ore 15, nell’area della Regione Calabria, si discuterà degli agrumi calabresi, con particolare attenzione proprio al bergamotto di Reggio Calabria, in uno speech del Consorzio di Tutela del Bergamotto di Reggio Calabria, insieme al cedro di Santa Maria del Cedro, alla clementina di Calabria e al limone di Rocca Imperiale, che vede la conclusione dei lavori della dirigente del dipartimento, Alessandra Celi.

 

"Siamo felici di partecipare attivamente all'evento berlinese, che vedrà la partecipazione del direttore del Dipartimento Agricoltura, Giacomo Giovinazzo, e dell’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo. Siamo convinti che si riuscirà, ancora una volta, ad enfatizzare l’importanza e la qualità del frutto e dell’olio essenziale di Bergamotto protetto dal marchio Dop, sul palcoscenico internazionale", assicura il presidente del Consorzio Ezio Pizzi.

Tra i progetti eTwinning attivati quest'anno dagli studenti dell’Einaudi-Alvaro di Palmi ce n’è anche uno dedicato all'educazione alimentare e agli stili di vita funzionali alla salute e al benessere, a partire dal cibo e dalla cucina.

“You are what you eat” è stato portato avanti dagli studenti delle classi 4BL e 4AL del Liceo Linguistico, grazie al lavoro della coordinatrice dei progetti Erasmus di istituto prof.ssa Ester Mura, delle referenti eTwinning prof.sse Serena Stilo e Amelia Cugliandro, del tutor didattico prof.ssa Carmela Sgrò. Il progetto ha visto il gemellaggio delle classi della scuola pianigiana con l'IES “Miguel Cervantes” di Granada.

Un altro progetto, incentrato sull’intelligenza emotiva e l'educazione affettiva, intitolato “From emotions to feelings” ha visto gemellata la 4AS dell’indirizzo Scienze Umane dell’Alvaro con il 4th Lyceum of Iraklio, località nei pressi di Atene. Tutor didattico di quest'ultimo progetto è il prof. Fabio Domenico Palumbo. Gli studenti della 4AS hanno lavorato insieme ai pari età greci sul riconoscimento, l’espressione e la gestione delle emozioni.

Si tratta di opportunità che coniugano la didattica interdisciplinare, le competenze linguistiche e digitali, le soft skills e l’intercultura.

Gli studenti dell'Alvaro avranno infatti la possibilità, con i progetti di mobilità europea, di passare un periodo a Granada e a Iraklio conoscendo la realtà scolastica di quei paesi e socializzando con i loro coetanei spagnoli e greci. Allo stesso modo, gli studenti stranieri potranno visitare la scuola palmese nel corso di quest'anno solare

Hanno preso il via a Palazzo Alvaro, sede della Città metropolitana di Reggio Calabria, i lavori di manutenzione straordinaria e messa a norma di tutto il pacchetto di copertura del palazzo, relativi  all’efficientamento energetico e climatizzazione, compreso il ‘giardino d’inverno’.

Si tratta di un intervento reso necessario per via delle condizioni di ammaloramento dell’impermeabilizzazione sia del terrazzo che della volta a padiglione che sovrasta l’aula consiliare e molti altri ambienti. L’importo del progetto ammonta a circa 600mila euro, seguito dal settore Edilizia, guidato dal dirigente, arch. Giuseppe Mezzatesta, rup arch. Loredana Brianti, con la progettazione e direzione lavori dell’architetto Umberto Sorrenti.

I lavori principali, già in esecuzione, prevedono la rimozione completa dell’attuale pacchetto di copertura e la rimozione delle macchine costituenti l’impianto di climatizzazione. Inoltre sarà realizzato un massetto in aderenza per creazione delle pendenze, la posa in opera di barriera a vapore e di uno strato isolante, la realizzazione del massetto cementizio desolidarizzato previa stesura di uno strato separatore orizzontale, la stesura finale di una prima e di una seconda mano di impermeabilizzante, la posa in opera della pavimentazione del terrazzo di tipo galleggiante, costituita da lastroni in cemento vibrocompresso con finitura in ciottoli montati a secco, al fine di consentire, in futuro, che gli eventuali interventi manutentivi sul manto impermeabilizzante possano avvenire smontando e rimontando la pavimentazione, senza distruggerla.

“Palazzo Alvaro è un edificio di assoluto interesse che, nella sua complessità, esalta ed omaggia la cultura, la storia e la bellezza del nostro territorio, raccontati dai grandi artisti reggini del ‘900. La sua ricostruzione, dopo il sisma del 1908, su progetto dell’ingegnere Gaetano Spinelli e dell’arch. Camillo Autore che completò l’opera, ha voluto racchiudere stili architettonici, colori ed arredi di notevole fattura, rendendo onore anche ai grandi personaggi reggini e alle rispettive città”. Così il sindaco metropolitano Giuseppe Falcomatà che aggiunge: “Era quindi opportuna e necessaria, una operazione di ristrutturazione, adeguamento energetico e mantenimento artistico di Palazzo Alvaro, che presentava in più punti, diverse criticità. Ci auguriamo infine - ha concluso il primo cittadino metropolitano – di rendere fruibile anche un ulteriore spazio culturale: il giardino d’inverno, uno spazio finora mai utilizzato, che si trova proprio sul tetto del Palazzo. Questo per aumentare gli spazi e naturalmente il confort di utilizzo di un Palazzo che nel tempo è diventato la casa dei cittadini metropolitani, con decine di iniziative ogni giorno, mostre d'arte, convegni, conferenze, workshop e tavoli tematici. Un approccio di apertura quindi del Palazzo Istituzionale che costituisce un centro pulsante di attività istituzionali, culturali, artistiche, a servizio dell'intera comunità”.

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