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Campanellini rossi contro la violenza sulle donne

Fiori campanellini rossi. Con foglie verdi alla base. Realizzati con tessuti speciali. Non è mai abbastanza la sensibilizzazione contro la violenza sulle donne. E così, domenica scorsa, in piazza Duca degli Abruzzi, a Marina di Ragusa, all’insegna dello slogan “L’amor non uccide”, i Gruppi di acquisto solidale e la cooperativa Proxima, a distanza di una settimana dalla giornata internazionale sul tema, hanno regalato dei gadget specifici a tutti gli uomini presenti in piazza. Un gadget con un messaggio simbolico molto forte, come testimoniato dai fiori rossi, che è quello di puntare i riflettori su un fenomeno che continua a mietere vittime come se nulla fosse. “No alla violenza contro le donne – sottolinea la presidente di Proxima Ragusa, Ivana Tumino – è stato il principale messaggio della giornata per mettere in rilievo il quale abbiamo avviato questa iniziativa di sensibilizzazione, in collaborazione con Gas Mazzarelli, affinché si capisca finalmente che di questo tipo di violenza non si può continuare a morire come purtroppo le cronache quotidiane riportano senza un istante di tregua. La nostra ha voluto essere una iniziativa che si prefigge di spingere alla riflessione e, allo stesso tempo, all’adozione di misure specifiche contro chi continua a macchiarsi di questi efferati comportamenti che, purtroppo, in alcuni drammatici casi conducono alla morte della vittima. Abbiamo potuto appurare come intorno al fenomeno siano cresciuti l’attenzione e l’interesse. E, naturalmente, auspichiamo che appuntamenti del genere, sebbene possano ritenersi come la classica gocciolina nell’oceano, instillino un minimo di riflessione tra tutti i presenti perché è impossibile che si continui a morire in queste circostanze. E’ stato un bel momento, molto significativo, che ci ha permesso di fare conoscere i gadget realizzati attraverso la nostra sartoria sociale la cui responsabile è Letizia Blandino. Speriamo che in futuro si possano promuovere sempre più iniziative del genere perché c’è bisogno di parlare del fenomeno tutti i giorni e non solo il 25 novembre”.

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