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Il Cirs fa scoprire agli studenti "L'acqua che berremo"

Gli studenti dello scientifico e il presidente Ruggieri a cava Misericordia

 

Quale lo stato dell’arte in relazione alla situazione idrica nell’area iblea? Quali le risorse idriche nelle zone carsiche e, soprattutto, quali le problematiche di vulnerabilità, tutela e gestione? Sono questi gli interrogativi che il Cirs, Centro ibleo di ricerche speleo-idrogeologiche, cercherà di sciogliere nel contesto della manifestazione “L’acqua che berremo” in fase di svolgimento a Ragusa. Una serie di eventi promossi in una occasione davvero speciale. “Nel 2014, infatti – dice il presidente del Cirs, Rosario Ruggieri – festeggiamo i quarant’anni dalla fondazione della nostra associazione che ha sempre avuto finalità a carattere scientifico e culturale. Abbiamo predisposto, per questo motivo, una serie di iniziative che, a cominciare da quella tuttora in fase di svolgimento, si prefigge, a fini didattico-divulgativi, di coinvolgere il mondo della scuola, con incontri in aula e visite guidate presso punti di approvvigionamento idrico, costituiti da sorgenti carsiche utilizzate a fini idropotabili, e impianti tecnologici di trattamento delle acque, gestiti da enti sia pubblici che privati”.

Il primo di questi appuntamenti divulgativi si è tenuto stamani con le classi I B e I C del liceo scientifico “Enrico Fermi”. Cinquanta studenti, infatti, con la presenza delle insegnanti Mirella Blundo e Silvana Guardiano (ma al progetto hanno partecipato anche le docenti Giovanna Ragusa e Piera Palma, grazie all’adesione arrivata dal dirigente scolastico Francesco Musarra) hanno avuto modo di visitare le sorgenti di cava Misericordia denominate Oro-Scribano e Misericordia. “La valle – ha spiegato Ruggieri – è di origine carsica. Anche le sorgenti sono carsiche. Significa che l’acqua che contiene Co2, quindi anidride carbonica, resa acida, riesce a modellare ed ampliare le fratture. La roccia di questa zona è tutta fratturata. L’acqua, la pioggia nello specifico, entra nelle fratture ed inizia piano piano ad allargarle. L’acqua che entra all’interno fuoriesce nelle parti più basse e forma le sorgenti. Queste ultime sono state, parecchie anni fa, captate dal Comune di Ragusa e portano l’acqua sino ai rubinetti di casa nostra”. A supportare gli studenti, che tra l’altro hanno cominciato a studiare, novità di quest’anno, Scienze applicate, sono stati, oltre al presidente Ruggieri, Giovanni Gianninoto e Antonello Ingallinera del Cirs, e i rappresentanti dell’Ageo Ragusa, l’associazione dei geologi della provincia che collabora con l’iniziativa: il presidente Piero Spadaro con Rosario Zaccaria e Nicoletta Tringale. Domani mattina, a partire dalle 8,30, con raduno al liceo scientifico “Fermi”, è prevista un’altra missione lungo la stessa cava mentre mercoledì 30 aprile, nell’auditorium “San Vincenzo Ferreri” si terrà il convegno “L’acqua che berremo” a partire dalle 10 del mattino e per l’intera giornata. La manifestazione è sostenuta dalla Società speleologica italiana di concerto con il Comune di Ragusa e in collaborazione con l’Ageo Ragusa, l’Ordine regionale dei geologi di Sicilia, l’Arpa Sicilia, l’Asp 7 Ragusa, il consorzio di bonifica 8 Ragusa, l’Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Palermo) e dal dipartimento regionale Acqua e rifiuti.

 

 

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