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Manfredonia - Importante riconoscimento per il sipontino Stefano Simone

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Non capita tutti i giorni di vedere il proprio nome e la descrizione della propria attività professionale in un libro, né è frequente che, oltre all’analisi all’interno della pubblicazione in questione, si venga menzionati già dalla prima di copertina. Questo è quanto successo ad un giovane concittadino, Stefano Simone, regista, che è stato inserito nel quinto ed ultimo volume dell’opera intitolata “Storia del cinema horror italiano”, di Gordiano Lupi con la collaborazione di Nico Parente, Luca Ruocco e Davide Longoni. L’occhiello è di quelli che farebbero venire i brividi a qualcuno, visto l’accostamento, ma non a Stefano che, invece, incassa con favore quel “Da Mario Bava a Stefano Simone”, utile per spiegare come l’opera tratti di giovani autori attualmente in attività.

A breve anche la Biblioteca comunale di Manfredonia sarà dotata del volume in questione, ma possiamo anticipare che sono ben ventidue le pagine che raccontano del regista “made in Manfredonia”, tra filmografia, trame, attori, (pochi) dati tecnici ed anche una breve intervista. Stefano, che ha trent’anni, è definito “di buona tecnica e di grande cultura cinematografica” e Gordiano Lupi, autore del racconto ‘Cappuccetto rosso’ che il Simone ha reso cortometraggio, scrive: “il regista ha saputo dare alla trama la direzione giusta”. Se lo dice lui, c’è da credergli sulla fiducia, visto che è anche autore ed editore dell’opera che analizza, dalla pubblicazione del suo primo volume, nel 2011, ad oggi, un genere che non riceve molta considerazione da parte dei produttori e dei distributori italiani, ma che raccoglie grandi consensi tra il pubblico.

Non si renderebbe giustizia a Stefano Simone se lo si considerasse ‘solo’ un regista horror, perché non è affatto così e, anzi, il giovane sipontino non si è autorelegato nella realizzazione di film di genere, ma ha saputo spaziare sin qui “raccontando storie – dice Stefano - che, in qualche modo, parlano sempre della condizione di un essere umano”. Non più tardi di qualche settimana fa, per esempio, è stato ricevuto in Municipio insieme agli studenti dell’I.I.S.S. “Rotundi – Fermi”, con i quali ha condiviso la riqualificazione di alcuni luoghi cittadini degradati; in tale occasione, ha realizzato il videoshort (cortometraggio a mò di videoclip) ‘Filo d’Arianna’ che racconta, in soli sette minuti, l’esperienza vissuta dai ragazzi.

Benaugurante il passaggio nel quale si dice che “Abbiamo l’impressione che sentiremo ancora parlare di questo giovane filmmaker pieno di speranze, talento e grande buona volontà. Se il suo maestro è Ingmar Bergman, può essere il giovane Lars von Trier del cinema italiano”!

“Cos’altro aggiungere, se non – chiosa il sindaco Angelo Riccardi - un sincero e partecipe ‘in bocca al lupo’ più che a Cappuccetto rosso!”. E chi non ha inteso a cosa si riferisce il primo cittadino sipontino può approfittare e guardarsi il mediometraggio omonimo, per gustarsi la versione della nota fiaba fornitaci da Stefano.

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