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Le Pen tende la mano a Meloni

Marine Le Pen ha dichiarato di essere aperta a possibili accordi con Giorgia Meloni, in vista delle elezioni del Parlamento europeo previste per il 2024. Intervistata da La Verità, la presidente del Rassemblement National ha affermato di conoscere la premier italiana “da molto tempo”, sostenendo che “potremmo avere punti di vista diversi, ma meno di quanto pensa il presidente del Consiglio”. L’obiettivo di Le Pen sarebbe quello di unirsi in “un gruppo ampio, unito e forte nel Parlamento europeo”.

Durante l’intervista, la presidente francese ha espresso grande ottimismo per un’alleanza con Meloni in occasione delle prossime elezioni europee. “In materia di politica estera, ad esempio, le nostre differenze sono molto meno importanti della caricatura che se ne fa”, ha affermato Le Pen, sottolineando che “ciò che ci divide è secondario rispetto a ciò che ci unisce”. Secondo la presidente francese, la formazione di un “gruppo ampio, unito e forte” nel Parlamento Ue, che vedranno protagoniste le due presidenti, sarebbe possibile nel rispetto ovviamente delle “particolarità di ciascun partito, che ha le proprie tradizioni e il proprio contesto sociale”. Poi ha specificato: “Cerchiamo alleati, non cloni”.

Intanto Giorgia Meloni fa quadrato. La Premier si sente accerchiata e se la prende, in stile berlusconiano, con la pressa della magistratura. Se il Mes sembrava aver messo in imbarazzo il governo tutto quello che è arrivato dopo è quasi uno tsunami: da Santanché a Delmastro fino a La Russa (il figlio) ognuno, a modo suo, alle prese con la giustizia. È in questo quadro che ci si appresta ai tatticismi vari, già iniziati, in vista delle prossime elezioni europee. Lega e Forza Italia sono già usciti allo scoperto lasciando intendere che, seppure l’alleanza interne non sia in discussione, i piani in vista delle europee sono diversi. Con Identità e Democrazia il primo partito, con il Ppe il secondo.

Con Identità e Democrazia il primo partito, con il Ppe il secondo. Euroscetticismo contro europeismo. In mezzo c’è Fratelli d’Italia che media e fa sintesi con un sogno nel cuore: quello di creare un campo, più largo possibile, che possa battere la sinistra europea. Marine Le Pen, già alleata con Matteo Salvini, deve averlo capito e cerca di tendere una mano a Giorgia Meloni. In un’intervista a La Verità, la numero uno del Rassemblement National, ha detto : "Insieme alle Elezioni 2024 per cambiare l'Europa"

Intanto "Sul necessario sostegno militare all'Ucraina ci muoveremo nel pieno rispetto dei Trattati internazionali. Non è che se dalla Russia c'è una violazione dei trattati internazionali, noi dobbiamo fare lo stesso".
Lo ha detto il commissario Ue alla Giustizia Diedier Reynders rispondendo, nella conferenza stampa dopo il Consiglio Affari Generali, ad una domanda sull'invio di bombe grappolo all'Ucraina.

Joe Biden vola in Europa per il summit Nato di Vilnius, un nuovo test sulla sua leadership e sull'unità degli alleati, che rischia di essere minata dalle divisioni sul percorso d'ingresso di Kiev nell'Alleanza e dal veto di Turchia e Ungheria all' entrata della Svezia.

Ma anche dalle critiche alla decisione del commander in chief di inviare le controverse munizioni a grappolo all'Ucraina, bandite da due terzi dei Paesi Nato perché pericolose per la popolazione civile.

Un tour di quattro giorni che comincerà oggi a Londra, dove incontrerà il premier britannico Rishi Sunak a Downing Street e poi Carlo III a Windsor - per la prima volta dopo la sua incoronazione - partecipando ad un evento sul clima con filantropi ed investitori.

Prima di tornare, il presidente americano farà tappa giovedì ad Helsinki, che in aprile è diventato il 31/mo membro della Nato, mettendo fine al suo storico non allineamento, a causa dell'invasione russa in Ucraina.

Ma l'appuntamento clou è il vertice martedì e mercoledì con i leader della Nato, presente anche la premier Giorgia Meloni.
Biden dovrà fare esercizi di acrobazia per evitare crepe. Per questo ha già tirato una linea netta sull'Ucraina, frenando le spinte dei Paesi del fianco nordorientale per un suo rapido ingresso nell'Alleanza. Tre i motivi, spiegati in una intervista alla Cnn alla vigilia della sua partenza: "Kiev non è pronta a far parte della Nato... deve soddisfare altri requisiti", "non c'è unanimità tra i Paesi membri" e farlo ora "nel mezzo di un conflitto significherebbe entrare in guerra con la Russia", dato l'impegno alla mutua difesa "di ogni centimetro del territorio Nato".

Il presidente americano suggerisce invece di "tracciare un percorso razionale affinché l'Ucraina possa qualificarsi per poter entrare nella Nato" e promette che nel frattempo gli Stati Uniti, insieme agli alleati, continueranno a fornire sicurezza e armi all'Ucraina, "come fanno per Israele". Biden si è invece detto ottimista sull'ingresso a breve della Svezia nell'Alleanza, bloccato in particolare da Ankara, che rimprovera a Stoccolma l'ospitalità di militanti curdi e recentemente anche il corano bruciato impunemente in piazza. Il leader dem ha evocato una possibile leva di scambio, assecondando il desiderio turco di ammodernare la flotta di F-16 insieme a quello analogo della Grecia (i due Paesi hanno rapporti tesi), rafforzando così complessivamente le capacità militari della Nato. "Ma è una cosa ancora in corso", ha avvisato. Biden parlerà pubblicamente almeno due volte durante il suo viaggio in Europa: una dopo il vertice Nato, e un'altra dopo la tappa a Helsinki, dove è previsto un summit Usa-leader nordici.

L'attenzione è sull'incontro che Biden avrà a Vilnius con l'omologo turco Recep Tayyip Erdogan che dovrà convincere a togliere il veto all'adesione della Svezia alla Nato. Ieri sera il presidente americano ha parlato con il leader turco, come ha fatto sapere la Casa Bianca: "È stata una conversazione di 45 minuti e hanno parlato di una serie di questioni legate all'imminente vertice, tra cui la guerra in Ucraina (...) Hanno anche parlato dell'adesione della Svezia e hanno concordato di avere l'opportunità di sedersi insieme a Vilnius", ha dichiarato ai giornalisti il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca Jake Sullivan.

In un comunicato, la stessa Casa Bianca ha spiegato che nella telefonata i due leader hanno espresso il loro impegno comune a continuare a sostenere l'Ucraina e hanno esaminato i loro sforzi per rafforzare i legami bilaterali. "Il Presidente Biden ha anche espresso il desiderio di accogliere la Svezia nella Nato il prima possibile", si legge. All'inizio della scorsa settimana, Biden aveva ricevuto il primo ministro svedese Ulf Kristersson alla Casa Bianca per segnalare il pieno sostegno di Washington all'adesione del Paese nordico alla Nato.

L'invasione russa dell'Ucraina, iniziata nel febbraio 2022, ha spinto Finlandia e Svezia a cambiare la loro posizione di neutralità che dura da tre decenni e a chiedere l'adesione alla Nato. Mentre la Finlandia è diventata il 31 membro lo scorso aprile, la domanda di adesione della Svezia è stata bloccata da Turchia e Ungheria.

La Turchia accusa la Svezia di assumere una posizione troppo permissiva nei confronti del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), un gruppo di guerriglieri che ha lanciato una lotta armata contro lo Stato turco nel 1984 per chiedere una maggiore autonomia per i curdi e che è considerato un gruppo terroristico da Turchia, Svezia, Unione Europea e Stati Uniti.

L'indiscrezione arriva dal quotidiano francese Liberation: il capo e fondatore del gruppo di mercenari russi Wagner, Evgheni Prigozhin, si trova a Mosca dal 1 luglio. Vengono citate fonti di intelligence occidentali che però non hanno certezze sulle sorti del comandante, dopo il tentato ammutinamento di fine giugno. Si sa che è stato convocato al Cremlino dove ha incontrato il presidente Vladimir Putin, e ha avuto colloqui sul futuro della Wagner col generale Viktor Zolotov, comandante della Guardia nazionale Rosgvardia e fedelissimo del capo di Stato, come anche con Serghei Naryshkin, capo del servizio di intelligence estero.

Dopo qualche ora arriva la conferma del presidente russo. Vladimir Putin, attraverso il suo portavoce Dmitri Peskov, fa sapere di aver incontrato al Cremlino Evgheni Prigozhin, il 29 giugno.

"Sì ha avuto un incontro del genere", ha detto alla stampa Peskov, spiegando che vi hanno partecipato "tutti i comandanti dei distaccamenti e la direzione della compagnia, compreso lo stesso Prigozhin. Questo incontro si è svolto al Cremlino il 29 giugno. È durato quasi tre ore".

Secondo Peskov, Putin all'evento "ha dato una valutazione delle azioni della compagnia al fronte e ha anche dato la sua valutazione degli eventi del 24 giugno, ha ascoltato le spiegazioni dei comandanti e ha offerto loro ulteriori opzioni per la loro attività".

 

Fonte Ansa e varie agenzie

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