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Luttwak difende il leader leghista dagli attacchi della sinistra

Luttwak ne è sicuro: Matteo Salvini non ha alcuna intenzione di mettere in discussione l'alleanza con gli Usa, e anzi, è molto gradito al governo americano: "Salvini è appena stato in Usa e il suo viaggio è andato benissimo - spiega a Libero il politologo - ha trasmesso l' immagine di un leader giovane e dinamico, con un futuro importante davanti. Un uomo concreto, che non si perde in discorsi astratti e condivide la linea di Trump di contrasto all' immigrazione illegale. Nessun bisogno per il leader leghista di promettere di rimanere nella Nato, visto dove si trova l'Italia neanche il vecchio Pci voleva un' uscita dal Patto atlantico, mentre politicamente e culturalmente Roma deve essere vicina agli States. Se poi il vostro Paese riuscirà a coltivare anche buoni rapporti diplomatici con la Russia, tanto meglio per voi. E poi sa una cosa? I legami strategici tra Italia e Stati Uniti sono così profondi che non sarebbero removibili neppure da cento Salvini determinati a farlo, figurarsi da uno che neppure lo vuole".  

A quanto pare, la lezione del Russiagate non è servita. Due anni di indagini di tutti gli organi di sicurezza americani, migliaia di articoli, decine di libri, le indiscrezioni di impiegati pubblici infedeli elevate a baluardi della democrazia, tonnellate di pettegolezzi. Uno sforzo pazzesco per dimostrare che Donald Trump, se non era un agente al servizio del Cremlino, era comunque arrivato alla Casa Bianca grazie agli onnipotenti hacker russi. L’una e l’altra tesi poi clamorosamente smentite dalle conclusioni dello stesso procuratore speciale Robert Mueller, certo. Ma dopo che, in nome della “democrazia” e della “verità” ma in realtà solo in nome del pregiudizio e della rivalità politica, erano state prese per buone, anzi date per scontate, bufale colossali. Che qualcuno aveva interesse a far circolare e che la stampa, senza un minimo di coraggio e dignità, si prestava docilmente a diffondere.  

Intervistato a Libero Luttwak, il politologo americano interviene sul caso dei presunti finanziamenti russi alla Lega e fa a pezzi l'ipotesi di un complotto ordito dagli Stati Uniti: "Chi parla di un complotto dagli Stati Uniti è un analfabeta politico. La Cia è molto efficiente e attiva nei film, ma nella pratica fa poche cose e pure male. L'intercettazione è italiana" afferma Luttwak, secondo il quale Washington non è affatto preoccupata dei rapporti fra Mosca e Matteo Salvini: "Qui a Washington riteniamo più probabile la caduta di un asteroide sul Pentagono piuttosto che l' uscita dell' Italia dalla Nato o un riposizionamento del vostro Paese nello scacchiere internazionale al di fuori del blocco Occidentale" osserva smontando l'assurda tesi di Nicola Zingaretti, segretario del Pd, secondo il quale la Lega "mette in discussione alleanze e collocazione strategica dell'Italia in Europa nel Patto Atlantico".

Di recente, Luttwak, noto per non avere peli sulla lingua e per la sua schiettezza politicamente scorretta, si è scagliato contro la comandante della Sea Watch 3 Carola Rackete e contro il giudice – il gip di Agrigento Alessandra Vella – che l'ha scarcerata, non convalidandone l'arresto in quanto la 31enne "ha agito per salvare vite umane". "In Italia evidentemente la legge è facoltativa. Se il ladro è simpatico, carino, un bel ragazzo, lo lasciamo andare, mentre la legge si applica solamente se la persona è antipatica…", ironizza l'economista ai microfoni de La Zanzara, su Radio 24, e prosegue così: "Questa signora tedesca era lì per caso con la sua barca? O ci è andata deliberatamente per prendere i migranti in pratica alleata coi trafficanti che li hanno messo a bordo delle barche? In tacita alleanza con i futuri sfruttatori di questi immigrati. Questa è una tacita congiura".  

L'esperto di politica internazionale difende il leader leghista dagli attacchi della sinistra: "Da che è diventato il leader italiano più popolare e potente, Matteo è accusato di tutto dai propri rivali politici" spiega. "Quel che gli rimprovera la sinistra fondamentalmente è l'ambizione di voler far applicare la legge. Strano Paese il vostro [...] Avete una tendenza unica a fottervene della legge in nome di interessi personali o di famiglia, oppure di presunti atteggiamenti umanitari" sottolinea Edward Luttwak. Che non rinuncia a stuzzicare Gino Strada, fondatore di Emergency, che aveva già punzecchiato a gennaio durante una una puntata de La Zanzara su Radio 24: "Mi chiedo perché Gino Strada e compagni, se vogliono correre in soccorso dei poveri, vadano fino in Afghanistan e non vadano invece a sporcarsi le mani a Scampia. Forse perché la loro è una battaglia politica e non umanitaria?".

Il “caso Salvini” ripropone molti degli interrogativi già affrontati con il Russia gate. La magistratura farà le debite indagini, e vedremo se salterà fuori qualcosa. Dal Rubligate in salsa lombarda, però, si leva anche un profumo di “barbe finte” che non può essere ignorato. A quel che sappiamo, le rivelazioni sui maneggi veri o presunti di Savoini erano già state proposte nel febbraio scorso dall’Espresso. Non è che allora fosse successo granché, anzi: la cosa era passata via senza tanti clamori. Qualche giorno fa, però, arriva Buzzfeed, un sito americano che a suo tempo si era molto agitato col Russiagate. Che cosa ci rivela Buzzfeed? Le stesse identiche cose dell’Espresso, però con qualche brano audio in più. Non ci sono, negli audio, i passi più compromettenti, quelli in cui si parla di quattrini.

Il capo politico del Movimento 5 Stelle, così come le opposizioni, cercano di cavalcare l'onda del Russia Gate, nella speranza di scalfire la leadership e il consenso del leader del Carroccio, ma anche con il rischio di prendere un granchio, rafforzando ulteriormente la posizione del ministro dell'Interno.

E così, quando il numero uno dei penta stellati, a braccetto con il Partito Democratico, ha chiesto al collega vicepremier e alleato di governo di riferire in aula sull'affaire dei presunti finanziamenti alla Lega arrivati dalla Russia, il ministro dell'Interno – così come riportato dal Corriere – si è sfogato con i suoi fedelissimi: "Non ho nulla da dire, presto questa storia sarà acqua passata. Non è per mancanza di rispetto verso il Parlamento. È che se pure andassi a riferire al Senato non avrei proprio niente da dire Di cosa dovrei parlare in aula, di cene?".

A mettere in difficoltà il responsabile del Viminale anche Giuseppe Conte: il premier, infatti, ha scaricato sulle spalle di Salvini la presenza agli eventi ufficiali dell’esecutivo gialloverde di Gianluca Savoini il faccendiere che trattava a Mosca con i russi fondi alla Lega e che risulta indagato dalla Procura di Milano per corruzione internazionale

Di cosa dovrei parlare in aula, di cene?". Matteo Salvini replica così, caustico e stizzito, alla richiesta di Luigi Di Maio di riferire in Parlamento sui presunti fondi russi alla Lega.

 

 

 

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