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La Francia nel terrore

Il terrorismo irrompe nelle elezioni francesi: ieri sera Karim Cheurfi, un 39enne armato di kalashnikov ha sparato uccidendo un poliziotto e ferendone altri due, prima di venire abbattuto. L'attentato è stato rivendicato dall'Isis. Stamani tre persone ritenute vicine all'assalitore sono state fermate e interrogate dai servizi antiterrorismo 

Il 9 aprile Karim Cheurfi veniva incriminato per tentato omicidio e nel 2003 condannato a 20 anni di reclusione, ridotti a 15 anni in appello nel 2005. Dodici anni dopo, troviamo l'uomo a Chelles (Seine-et-Marne), dove si dedica ufficialmente alla vendita di capi di abbigliamento in un mercato. Continuando ad odiare la polizia. Il 23 febbraio scorso era tornato a minacciare la polizia ma, anche in questo caso, era stato rilasciato per mancanza di prove il giorno dopo. Fino all'attacco di ieri sera.Nella sua auto,dopo la sparatoria la polizia ha ritrovato appunti scritti a mano con l'indirizzo della Dgsi. Nella stessa auto, riferiscono i media, insieme ad un fucile a pompa e ad alcuni coltelli, c'erano un Corano e fogli scritti inneggianti all'Isis. 

I contorni dell'attacco, insomma, sono piuttosto oscuri. Sulla base dei documenti trovati nella vecchia Audi A4 color argento, da cui è partito l'attacco alla camionetta della polizia e sulla quale sono stati trovati un fucile da caccia e armi bianche, tra cui un coltello da cucina, Karim Cheurfi sarebbe nato il 31 dicembre 1977 a Livry-Gargan a Seine-Saint-Denis e vivrebbe a Chelles, nelle vicinanze di Parigi. Molto prima dell'attentato di ieri sera, il 39enne aveva dimostrato, lontano da qualsiasi contesto terroristico, odio e risentimento contro le forze di sicurezza.

L'episoio risale al 6 aprile del 2001. Quel giorno, appena 23enne e già noto alla polizia per piccoli reati, era stato sorpreso a guidare una vettura rubata a Roissy-en -Brie. Nel tentativo di fuggire si era schiantato contro un'altra vettura, sulla quale viaggiavano un giovane poliziotto e il fratello minore. Incuriositi dalla targa che sembrava falsa, i due uomini avevano seguito l'auto che, dopo aver sbandato, era finita in un fosso. A quel punto era scattato il conflitto a fuoco, in cui era rimasto ferito l'agente, mentre Cheurfi veniva arrestato. Due giorni dopo, l'8 aprile, mentre si trovava in stato di fermo in commissariato, era riuscito a sottrarre una pistola a un poliziotto e a sparargli, ferendolo gravemente.

"Sono venuto fuori dal negozio Sephora e stavo camminando nei pressi di una Audi 80 parcheggiata. Un uomo ne è uscito e ha aperto il fuoco con un kalashnikov su un poliziotto", racconta un testimone alla Reuters. "Il poliziotto è caduto a terra - aggiunge - ho sentito sei spari, ero spaventato. Ho una bambina di due anni, e ho pensato che sarei morto. Ha sparato direttamente verso il poliziotto". Subito dopo l'attacco, tempestivamente rivendicato dallo Stato islamico

Si è dissolta invece l'ipotesi di un collegamento con il Belgio, che aveva preso corpo dopo l'avviso di ricerca nei riguardi di un uomo diramato dalle autorità del Paese: l'uomo, infatti, si è presentato spontaneamente al commissariato ad Anversa, ha un alibi e nega ogni coinvolgimento nei fatti di Parigi.

Intanto il secondo agente ferito nell'assalto sugli Champs-Elysées è stato dimesso dall'ospedale Georges Pompidou: a salvarlo è stato il giubbotto antiproiettile. Ora riceverà assistenza psicologica. La passante colpita, di nazionalità tedesca, è stata "ferita al piede, deve essere operata".

All'Eliseo si è tenuto un Consiglio di difesa convocato d'urgenza ieri sera dal presidente francese Francois Hollande dopo l'attentato. Oltre a Hollande, hanno partecipa i ministri dell'Interno, della Giustizia, della Difesa e degli Esteri. Tra gli altri, erano presenti inoltre i capi dei servizi di sicurezza, dell'intelligence e delle forze armate.

Scontro tra Marine Le Pen e Bernard Cazeneuve il giorno dopo l'attaco a Parigi. La prima a prendere la parola è la la candidata alle presidenziali per il Front National. In una conferenza stampa dal suo quartier generale a due passi dall'Eliseo, vestita di nero in segno di lutto, afferma: "Siamo in guerra contro un mostruoso totalitarismo".

La Le Pen ha invitato tutti all'"unità della nazione e alla lucidità", denunciando il "lassismo e l'ingenuità", ai quali "la nazione deve ora rinunciare". Ribatte il premier in un intervento solenne davanti alla nazione, in cui punta il dito contro la Le Pen, rea di strumentalizzare "senza vergogna la paura" per "fini" elettorali a due giorni dal voto. "Al Front National attizzano l'odio". Critiche anche per il candidato dei Républicains, Francois Fillon: "Certi candidati fanno la scelta dell'oltraggio e della paura".

Per il presidente Usa Donald Trump, l'attacco avrà grosse conseguenze sulle elezioni: "Il popolo francese non sopporterà più a lungo cose del genere. Avrà grosse conseguenze sulle elezioni presidenziali!", afferma in un tweet. 

"Siamo alla follia. Alcuni giornalisti italiani sono più preoccupati dell'eventuale favore, secondo me inesistente, a Marine Le Pen che non per il poliziotto morto e per la Francia nel terrore"

Secondo molti commentatori progressisti, la leader del Front National trarrebbe giovamento dagli attacchi islamisti. C'è addirittura chi è convinto che i tagliagole dello Stato islamico abbiano "scelto" la Le Pen. E persino il premier Bernard Cazeneuve, anziché far mea culpa sul dilagare del jihadismo, preferisce attaccare la candidata alle presidenziali: "Sta strumentalizzando senza vergogna la paura dell'attentato di ieri a suo vantaggio elettorale".

"Marine Le Pen pareva in una posizione difficile - spiega Bernardo Valli su Repubblica- con meno consensi virtuali del moderato Emmanuel Macron. Il sangue a due apssi dall'Arco di Trionfo favorisce la linea dura - continua - quella del Front National. O quella dei candidati di destra". Non è l'unico a pensarla così. E, per alcuni versi, c'è un minimo di fondatezza. Ancora una volta la facilità con cui viene messo a segno un attacco islamista dimostra come la Francia abbia bisogno di un candidato forte, capace di dare risposte chiare sia sullì'emergenza immigrazione sia sul dilagare dell'islam radicale in tutta l'Europa

"Abbiamo una classe giornalistica squallida e imbarazzante", commenta con asprezza Salvini ad Agorà su RaiTre. "Pensare che l'Isis scelga Marine le Pen è veramente da ricovero coatto e da trattamento sanitario obbligatorio - aggiunge il segretario della Lega - se milioni di francesi la sceglieranno è per i problemi di lavoro, per i problemi sociali, per i problemi causati da questa Europa". Certo l'emergenza immigrazione e l'allerta terrorismo sono due punti importanti dell'agenda politica. In Franca, come a casa nostra. D'altra parte, prevenire ed escludere il rischio è pressoché impossibile. Ma, a detta di Salvini, il governo italiano non sta facendo nemmeno il minimo sforzo. E cita i diecimila immigrati sbarcati negli ultimi quattro giorni "senza alcun tipo di controllo reale". "Chi mi garantisce - conclude il leader leghista - che tra queste diecimila persone non ci siano malintenzionati? 

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