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Juncker: Grecia e Italia gli Stati piu colpiti dalla crisi dei progughi

Due sono gli argomenti che hanno caratterizzato la giornata di oggi sugli immigrati uno e l avviso shock in Ungheria che fa capire lo stato d animo degli Europei e dalla altra parte a Bruxelles  Juncker spiega la sua strategia sul argomento

Ad Asotthalom, al confine tra Ungheria e Serbia: un manifesto incollato alle stazioni dei bus mette in guardia dal "rischio contagio dalle malattie dei migranti". L'avviso contiene due foto. In una dei medici con protezioni anti infettive trasportano una persona morta in barella. Nell'altra si vede un braccio devastato da piaghe.

"Bisogna agire insieme e con coraggio". E' l'appello del presidente della commissione europea Jean Claude Juncker all'Ue nel suo primo discorso sullo "Stato dell'Unione" che sta svolgendo a Strasburgo dopo che in mattinata il collegio dei commissari Ue ha adottato il suo piano.Dobbiamo accettare le persone in fuga dall'Isis su territorio europeo. E' arrivato il momento di passare all'azione per gestire la crisi dei rifugiati e non c'è soluzione alternativa". Grecia e Italia sono - ha osservato - tra gli stati più colpiti dalla crisi dei profughi. "I numeri sono impressionanti. Ma non è il momento di farsi spaventare è momento azione audace e concertata da parte Ue e tutte sue istituzioni. E' il tempo dell'umanità".

"Sino a quando ci sarà la guerra, nessun muro, nessuna barriera fermerà questa massa di rifugiati. Bisogna evitare la demagogia. Mettiamoci noi nei loro panni: quanto pagheremmo per rifarci una vita?".

"Mi appello gli stati membri affinché adottino" il ricollocamento di 160mila profughi "al prossimo consiglio dei ministri interno. Spero non ci sia retorica, abbiamo bisogno di fatti".

La Commissione Ue propone un meccanismo di redistribuzione permanente che ci permetterà di affrontare situazioni di crisi in modo più agevole in futuro"."Dobbiamo permettere - ha detto ancora - ai richiedenti asilo di lavorare" mentre la loro domande vengono trattate.Rivolgo un appello ai diplomatici Ue per un'offensiva che affronti le crisi in Siria e Libia. Abbiamo bisogno di una politica estera europea più forte"

Il piano  Juncker prevede quote obbligatorie per la ripartizione intra-Ue dei profughi e multe - seppur leggere, lo 0,002% del Pil del Paese - per chi si chiama fuori.

Già nell'esame di ieri al collegio dei commissari Ue non sono mancati i prevedibili distinguo dei commissari provenienti dai Paesi che si oppongono al meccanismo di ripartizione obbligatorio. +Contrari alle quote sono anche Gran Bretagna e Danimarca, che comunque beneficiano di clausole di esclusione. Copenaghen ha addirittura diffuso un messaggio a pagamento sui principali quotidiani libanesi: "Non venite nel nostro Paese perché abbiamo dimezzato gli aiuti a profughi ed immigrati".

Decisamente in contrasto col piano Juncker, che prevede un meccanismo temporaneo per ricollocare altri 120 mila rifugiati intra-Ue (oltre ai 40mila di maggio) in 24 mesi, provenienti da Siria, Eritrea e Iraq; e una proposta legislativa per un meccanismo permanente di ridistribuzioni, con la possibilità dei Paesi di fare 'opt out', ma solo per un anno, e pagando una sanzione dello 0,002% del Pil....

Intanto "Non toccate gli oggetti lasciati dai migranti: vestiti, abiti, scatole di conserve e anche bottigliette d'acqua. I migranti portano malattie e rischiate di essere contagiati", recita l'inquietante avviso. Si avvertono i cittadini che nel caso avessero toccato senza guanti di protezione questi oggetti e dopo qualche giorno si presentino sintomi come "diarrea, vomito, esantemi sul corpo", di recarsi immediatamente da un medico. L'avviso è siglato dalle autorità del Consiglio municipale, dove è al potere Jobbik, il partito di ultradestra antisemita e anti Ue, e anche dal locale rappresentante del governo centrale di Budapest."Non toccate gli oggetti lasciati dai migranti: vestiti, abiti, scatole di conserve e anche bottigliette d'acqua. I migranti portano malattie e rischiate di essere contagiati", recita l'inquietante avviso. Si avvertono i cittadini che nel caso avessero toccato senza guanti di protezione questi oggetti e dopo qualche giorno si presentino sintomi come "diarrea, vomito, esantemi sul corpo", di recarsi immediatamente da un medico. L'avviso è siglato dalle autorità del Consiglio municipale, dove è al potere Jobbik, il partito di ultradestra antisemita e anti Ue, e anche dal locale rappresentante del governo centrale di Budapest.

E' un'invasione, dobbiamo fermarli, altrimenti l'Unione europea scomparirà", tuona il sindaco di ultradestra. "Bruxelles dovrebbe fare i campi di accoglienza in Arabia Saudita o Bahrein". Asotthalom è un villaggio ungherese a ridosso del confine con la Serbia, uno di quelli dove il muro anti-migranti di Viktor Orban raccoglie maggiori consensi e dove la polizia va a 'caccia' dei profughi nelle foreste. Il premier ungherese oggi ha annunciato che vuole accelerare la costruzione della barriera, che dovrebbe essere finita entro una settimana. I 4mila cittadini di Asotthalom, perlopiù agricoltori, hanno eletto sindaco Laszlo Toroczkai, che rappresenta Jobbik, il partito ungherese dei "discendenti di Attila", anti-Ue, razzista e antisemita. E soprattutto, in questo momento, anti-migranti. Qui la 'cortina di ferro' di Orban è sorvegliata da militari e poliziotti. Ma non è come quella di Rozske: per diversi chilometri il reticolato è alto appena un metro e mezzo. I migranti in fuga tagliano il filo spinato facilmente - le strutture metalliche si piegano anche solo con le mani - e attraversano il confine. "Ad Asotthalom, frontiera Schengen, passano circa 500 persone al giorno", spiega il militare che sfreccia sulla strada tra due ali di fitta vegetazione.

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