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Crosetto: preoccupato per le tendenze emerse nella magistratura

Il ministro della Difesa Guido Crosetto torna sulle sue recenti dichiarazioni sulla magistratura, quando aveva parlato di "opposizione giudiziaria al governo". Nell'informativa urgente alla Camera spiega che gli "era stato riferito che in varie riunioni ufficiali della magistratura e congressi venivano dette delle cose che dovevano sollevare preoccupazioni istituzionali, un dibattito. Il mio non è stato un attacco alla magistratura, le mie sono state riflessioni e preoccupazioni riguardo ad alcune tendenze che vedo emergere non in modo carbonaro ma in modo molto evidente".

Ho ascoltato quattro ore di dibattito di un congresso di una delle correnti dei magistrati. La cosa che mi ha colpito di più, negativamente per il mio Paese, era il senso di attacco che vivevano questi magistrati. Sarebbe l'ora di costruire un tavolo di pace nel quale si definiscono le regole per la convivenza per i prossimi anni. Noi non possiamo aver portato avanti questo scontro dal 1994 a oggi, senza riportare la discussione all'interno di quest'aula che è il luogo, secondo quanto stabilisce la Costituzione, dove le regole vengono fatte e dove il popolo trova la sua sostanziale rappresentanza".

"Il mio non è stato un attacco alla magistratura. Le mie sono state alcune riflessioni e preoccupazioni riguardo ad alcune tendenze che vedo emergere non in modo carbonaro ma in modo molto evidente". Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto in aula alla Camera per l'informativa urgente del governo in merito alle sue recenti dichiarazioni sulla magistratura rilasciate alla stampa.

"Penso sia legittimo che noi ci chiediamo e definiamo, con questo Parlamento e non il governo, le regole entro le quali si confrontano, interagiscono, lavorano i poteri dello Stato: la rappresentanza appartiene alla politica", ha aggiunto il ministro. "La rappresentanza non appartiene alla magistratura e neppure all'Esecutivo: appartiene per la Costituzione a quest'aula e a quella del Senato, appartiene al Parlamento".

"Io penso sia importante se noi vogliamo uscire dallo stallo in cui la politica italiana è da quasi 30 anni, uscire da questo scontro pregiudiziale tra politica e magistratura, definendo le regole entro le quali si muovono il potere esecutivo, legislativo e giudiziario. La volontà popolare risiede qui. La volontà popolare e le Camere fanno le leggi" ha poi aggiunto il ministro "io penso che tutti gli organi costituzionali devono operare nella libertà e nella tranquillità istituzionale e che nessuno debba sentirsi sotto attacco dall'altro o limitato. Per questo alcune dichiarazioni mi hanno preoccupato".

"Io non sono un esperto di diritto costituzionale. Ma rispetto le istituzioni a differenza di qualche presente. - ha chiarito il ministro - Penso sia legittimo che questo Parlamento definisca le regole in cui i poteri dello Stato interagiscono. La rappresentanza appartiene alla politica. Non appartiene alla magistratura né al potere esecutivo. La rappresentanza appartiene a quest'aula e a quella del Senato".

"Principio base è prevedibilità giudizio e alcune frasi magistrati la minano" Uno dei "principi base" su cui "poggia la democrazia" è la "prevedibilità del giudizio e i termini in cui abbiamo sentito parlare prima, della giurisprudenza come contrapposta alla legge mina la prevedibilità del giudizio", ha concluso il ministro della Difesa,, dopo aver letto alcune frasi di magistrati che, ha affermato, destano "preoccupazione". "Quando la legge diventa un accessorio perche' la giurisdizione pensa che qualcuno possa superarla io mi faccio una domanda che si facevano i latini 'quis custodiet custodes'?, chi decide in quel momento qual è la linea da seguire?". Per Crosetto la legge la decide il "Parlamento", non la magistratura, come prescrive la "Costituzione".

 

Fonte tg24 / agi

 

 

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