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Si consolida l'alleanza tra Grecia, Cipro, Egitto, Francia ed Emirati Arabi Uniti

28 ottobre: la festa dell'indipendenza greca. Questo giorno è caratterizzato da parate militari e danze folcloristiche, è chiamato anche giorno di 'oxi' in onore del generale Metaxas che ha detto il famoso “oxi” come un rifiuto alla domanda di Mussolini di occupare il paese durante la seconda guerra mondiale.

Era il 28 ottobre 1940, ed iniziava la disastrosa campagna di Grecia che si trascinò per oltre sei mesi tra cocenti sconfitte e ritirate ben oltre i confini dell'Albania da cui le truppe italiane erano partite. Alla fine la Grecia capitolò ma solo grazie all'intervento della Germania di Hitler che con azioni fulminee di guerra lampo invase la Jugoslavia e dopo un mese intero  la stessa Grecia impedendo di iniziare la Guerra alla Russia di un mese prima così hanno trovato l'inverno forte...

La Grecia continua a muovere i suoi fili per cercare di frenare l’avanzata della Turchia. Un complesso gioco diplomatico in cui Kyriakos Mitsotakis, premier conservatore ellenico, cerca di rafforzare le relazioni di Atene con il mondo, a partire da quello europeo e mediorientale.

Si consolida l'alleanza tra Grecia, Cipro, Egitto, Francia ed Emirati Arabi Uniti tesa a contenere le mire della Turchia nel Mediterraneo Orientale.

La mossa di firmare un'alleanza specifica con la Francia è stato solo il primo grande segnale del meccanismo messo in atto dal governo greco. L’accordo, siglato a Parigi insieme al presidente francese Emmanuel Macron, segna infatti un ulteriore passaggio di livello nelle relazioni tra i due Paesi, già rafforzate nel periodo di massima tensione tra la Grecia e la Turchia nel 2020. L'accordo, di mutua difesa ma anche di vendita di unità navali e aree alle forze elleniche, ha scatenato l'ira di Recep Tayyip Erdogan, ma ha soprattutto svelato il primo episodio – sicuramente il più cristallino – di un nuovo sistema di alleanza che si sta formando sulle rive del Mediterraneo orientale. 

Mitsotakis però non si limita all'Europa e guarda anche al Medio Oriente. Nei giorni scorsi, il triangolo tra Grecia, Cipro ed Egitto si è arricchito di un ulteriore tassello, con accordi tra le cancellerie di Atene, il Cairo e Nicosia per costruire un’infrastruttura che renda possibile l’interconnessione energetica tra i tre Paesi attraverso cavi sottomarini che portino l'energia elettrica prodotta in Nord Africa fino alle coste cipriote e greche. Il ministro dell'Energia greco Kostas Skrekas ha espresso l'auspicio che questi accordi rendano possibile la cristallizzazione di un corridoio energetico del Mediterraneo orientale che renda più sicuro l'approvvigionamento nella regione. Ma è chiaro che tutto questo non possa che riguardare anche la Turchia, che da questi accordi si sente tagliata fuori. Come avvenuto per il progetto EastMed, cioè quel gasdotto che dovrebbe collegare i giacimenti di Israele ai terminali greci, così anche adesso con questo cavo tra Egitto e Grecia la Turchia è esclusa da progetti di fondamentale importanza per le dinamiche regionali. L’energia può essere un “game changer” fondamentale nella geopolitica del Levante: ed è chiaro che Erdogan veda queste mosse come un messaggio di isolamento rispetto alla partita più importante del Mediterraneo orientale.  

La Grecia continuerà a esercitare i suoi diritti sovrani nel Mediterraneo, nonostante le "minacce inaccettabili e provocatorie" della Turchia, dirette contro il Paese e Cipro, avrebbe detto una fonte diplomatica greca, secondo quanto riportato dal quotidiano Kathimerini.
"È a dir poco un ossimoro il fatto che un Paese che minaccia di dichiararci guerra se esercitiamo i nostri diritti legali, che viola egli stesso quasi quotidianamente la sovranità e i diritti sovrani della Grecia e della Repubblica di Cipro, e che emette dichiarazioni e minacce inaccettabili e provocatorie, sia poi proprio questo ad accusare noi di essere coloro che destabilizzano il Mediterraneo orientale", ha affermato la fonte.

Respingendo l'accusa del governo turco in quanto "infondata", la fonte ha affermato che la Grecia "continuerà ad agire con lo scopo esclusivo di difendere i propri interessi nazionali e di promuovere la sicurezza e la stabilità nell'intera regione, guidata dal rispetto del diritto internazionale e, in particolare, il diritto internazionale del mare". 

La Turchia ha promesso di interferire, se Cipro avviasse qualsiasi esplorazione sismica offshore nel Mediterraneo orientale, accusando Nicosia e Atene di creare tensioni nella regione.

Dal 2019, la Turchia ha inviato diverse navi di perforazione nel Mediterraneo orientale, al largo della costa cipriota, provocando indignazione a Cipro e in Grecia, così come in altri Stati membri dell'UE

Intanto dopo i 4 F-16 emiratini rischierati nei mesi scorsi nella base aerea greca di Souda Bay, sull'isola di Creta, in questi giorni sono stati i Mig 29 egiziani a raggiungere la stessa base per condurre esercitazioni congiunte con l’Aeronautica Greca denominate “GRC EGY EX07” effettuate a partire dal 21 ottobre
L'addestramento congiunto è inserito nell'ambito del Programma di cooperazione militare bilaterale firmato dai due capi di stato maggiore della Difesa nell'aprile di quest'anno.

La Grecia ha partecipato con 8 velivoli F-16C e un velivolo Airborne Early Warning and Control System Embraer EMB-145H AEW&C mentre l'Egitto ha messo in campo 4 MIG-29M, 2 F-16C e un velivolo AEW&C Northrop Grumman E-2C Hawkeye, quest’ultimo operativo dalle basi egiziane.

La formazione doveva fornire un addestramento aeronautico di alta qualità agli equipaggi partecipanti, in un ambiente ad alta minaccia, con l'integrazione e l’impiego operativo congiunto dei velivoli delle due forze aeree in uno scenario di combattimento ad alta intensità.

Dopo l'accordo con la Francia arrivano però altri segnali, non meno importanti. Il ministro degli Esteri greco, Nikos Dendias, ha firmato un memorandum d’intesa con l’omologa britannica Elizabeth Truss per intensificare la cooperazione bilaterale tra Atene e Londra. “La Grecia e il Regno Unito aprono un nuovo capitolo nella loro partnership post Brexit approfondendo la loro cooperazione in un'ampia quota di settori, incluse la politica estera e di difesa”, ha detto il ministro ellenico, definendo il patto siglato tra i due Paesi come un “accordo-quadro” che coprirà diversi settori delle relazioni bilaterali. 

Questioni strategiche in cui rientra soprattutto Cipro, di cui il Regno Unito è garante dello status quo insieme a Grecia e Turchia. Da Ankara non sono arrivati ancora segnali di particolare tensione, anche se il ministro della Difesa turco, Hulusi Akar, commentando il patto tra Francia e Grecia, ha sentenziato che questi accordi bilaterali interno all’Alleanza atlantica rischiano di “danneggiare sia la Nato che le relazioni bilaterali e minare la fiducia”. Per il governo greco, si tratta di aggiungere un tassello importante: la Gran Bretagna non è solo un tradizionale alleato ellenico, ma anche un partner Nato, un membro del Consiglio di Sicurezza Onu e un interlocutore fondamentale con la Turchia e per Cipro. L'accordo tra Atene e Londra è quindi un segnale del mosaico greco nel Mediterraneo orientale e nel blocco occidentale.

Per confermare la nuova strategia mediorientale della Grecia, Mitsotakis è infine sbarcato in Arabia Saudita per una visita di due giorni. L'ultimo viaggio a Riad era stato nel febbraio del 2020 e conferma quindi una certa tradizione del premier conservatore greco a visitare la monarchia wahabita. Il viaggio del primo ministro formalmente nasce per il summit vedere del Medio Oriente, un vertice internazionale sulla transizione ecologica in un'area del mondo che legata a doppio filo a gas e petrolio. Tuttavia, Mitsotakis è lì anche per altro: vedere il principe Mohammed bin Salman e confermare l’asse che si è consolidato in questi anni tra Arabia Saudita e Grecia. Da diverso tempo, Atene e Riad vivono un’era idilliaca nelle relazioni diplomatiche simboleggiata dall’esercitazione congiunta a Creta ma soprattutto dall'arrivo del sistema antiaereo Patriot in territorio saudita fornito proprio dalla forze armate greche. Segnali di sinergia che servono in particolare alla Grecia per dimostrare di avere relazioni stabili e anche dal punto di vista strategico con tutti gli attori mediorientali, in particolare con quelli che provano a frenare le ambizioni turche nell'area del Mediterraneo allargato.

La spaccatura tra la Turchia e i suoi vicini del Mediterraneo orientale riguarda principalmente Cipro. Mentre la Repubblica di Cipro è internazionalmente riconosciuta come uno stato sovrano, la Repubblica turca di Cipro del Nord è riconosciuta solo da Ankara sin dalla sua istituzione nel 1974. E soprattutto vede la parte meridionale dell’isola come secessionista. La Turchia ha obiezioni di lunga data sulle licenze di esplorazione offerte da Cipro a società energetiche internazionali, tra cui ENI e Total. Queste licenze sono concentrate principalmente nel sud e nel sud-ovest dell’isola. Queste zone sono comprese nella zona economica esclusiva rivendicata da Cipro ma che, secondo Ankara, viola la sua piattaforma continentale così come le acque territoriali appartenenti alla.

Il diritto internazionale attualmente offre poche possibilità di risoluzione dei reclami marittimi. La Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare del 1982 stabilisce che le nazioni costiere hanno diritto a una zona economica esclusiva di 200 miglia dove possono rivendicare i diritti di pesca, estrazione mineraria e perforazione. Ma le distanze più brevi nel Mediterraneo orientale costringono gli stati a stabilirsi su una linea di demarcazione negoziata. La posizione della Turchia aggiunge un’ulteriore complessità a queste problematiche: la Turchia infatti non è firmataria della convenzione delle Nazioni Unite e difende una diversa interpretazione dei diritti marittimi, sostenendo che le acque adiacenti all’amministrazione greco-cipriota rimangono parte integrante della piattaforma continentale della Turchia.

L'accordo del 27 novembre 2019 firmato tra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e il primo ministro libico Fayez al-Sarraj ha definito un confine marittimo tra i due firmatari. L'accordo è stato il segnale più importante delle ambizioni della Turchia. Il testo delimita una linea di 35 chilometri che formerà un confine marittimo dalla costa sud-occidentale della Turchia al nord della Libia, e attraversa le aree di Grecia e Cipro.


fonti inside over / analisi e difesa / Kathimerini / varie agenzie

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