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Orvieto, tornano nel Duomo, dopo 122 anni, le statue monumentali degli apostoli e dei santi protettori

Dopo 122 anni di 'esilio' e una migrazione in quattro sedi diverse, torna all'interno del Duomo di Orvieto l'intero ciclo scultoreo degli Apostoli e dei quattro Santi, l'unico ancora completo e conservato integralmente avviato prima dell'avvento del barocco.

Il riposizionamento delle statue all'interno della Cattedrale è la conclusione di un impegnativo percorso sia burocratico sia di restauro, che ha visto collaborare numerosi ed esperti professionisti, oltre che soggetti istituzionali.

Le statue - otto realizzate tra il 1556 e il 1612, la nona nel 1618, la decima nel 1644 e le ultime due tra il 1714 e il 1722 - dal 2006 erano infatti state collocate nella sede distaccata del museo dell'Opera del Duomo di Orvieto, tornando al centro dell'interesse e dello studio. Il progetto del riposizionamento già delineato nel 1986 dalla Soprintendenza, era stato presentato agli organi del ministero per i Beni e le attività culturali che e stato autorizzato dalla stessa Soprintendenza.

Il progetto di riposizionamento delle statue è stato coordinato dall'Opera del Duomo, presieduta da Gianfelice Bellesini che ha guidato il convegno con i Giornalisti stranieri al quale ha presto parte anche il vescovo, monsignor Benedetto Tuzia, il professor Giuseppe della Fina, il sindaco Roberta Tardani e la soprintendente alle Belle arti dell'Umbria, Marica Mercalli.  

Cosi l'Opera del Duomo di Orvieto ha invitato soci della stampa estera ad una visita alla bella città umbra, per due interessanti appuntamenti culturali. Incontro presso il palazzo dell'Opera del Duomo, dove è stato proiettato un video sui restauri dei basamenti e delle statue e la loro ricollocazione, seguito da  visita guidata all'interno del Duomo con l'illustrazione  del ciclo scultoreo dell' Annunciazione, degli Apostoli e dei Santi Protettori della citta', appena ricollocato, rendendo ancora più splendida la Cattedrale. Visita del Museo Claudio Faina (con opere d'arte etrusca, greca e romana), dando una attenzione particolare alla collezione attica recentemente donata dall'architetto Mario Lolli Ghetti. Visita al Pozzo di San Patrizio, al Museo del Duomo ed al Museo Emilio Greco.

Con il ritorno in Duomo – è stato detto nel corso della conferenza stampa – le sculture hanno riacquistato dignità di opera d’arte, seppure fuori contesto e scala, e sono tornate al centro dell’interesse, dello studio, del dibattito. Il progetto del loro riposizionamento in situ, già delineato nel 1986 dalla Soprintendenza, presentato più di recente agli organi del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e oggi autorizzato dalla stessa Soprintendenza è frutto della stretta collaborazione tra l’Opera del Duomo e le più importanti istituzioni competenti: ISCR Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro, e Soprintendenza all’Archeologia, le Belle Arti e il Paesaggio dell’Umbria, affiancate da ENEA per gli aspetti scientifici e di innovazione nella prevenzione del rischio sismico; e della partecipazione del Comune di Orvieto per il supporto logistico e la piena condivisione da parte della Diocesi di Orvieto-Todi, oltre alla determinante approvazione e personale sostegno di S.E. il Vescovo Mons. Benedetto Tuzia. Numerosi poi, gli esperti professionisti impegnati nel cantiere di ricostruzione dei basamenti originali e nel restauro conservativo delle sculture.

Le statue poggiano sui basamenti originali e quelle dei quattro Santi protettori che hanno fatto ritorno nel Duomo di Orvieto dopo 122 anni. Anticipate da quelle dell'Angelo annunciante e della Vergine, realizzate da Francesco Mochi.

Le statue sono state realizzate da vari artisti tra la fine del 16/o secolo e l'inizio del 18/o e la loro presenza in Duomo costituisce - è stato spiegato - un chiaro richiamo all'Ecumenismo. Trovano posto ai piedi delle colonne che presentano le iconiche fasce alternate di travertino e basalto.
   
Delle 12 statue degli Apostoli di Orvieto, le prime 8 furono realizzate tra il 1556 e il 1612: S. Paolo da Francesco Mosca detto il Moschino (1556), S. Pietro da Raffaello da Montelupo (1557), S. Tommaso, S. Giovanni e S. Andrea dall’orvietano Ippolito Scalza e collaboratori, S. Giacomo Maggiore da Giovanni Caccini, S. Matteo da Pietro Francavilla su progetto di Giambologna e S. Filippo da Francesco Mochi.

Per quanto riguarda le statue degli apostoli, la prima a essere realizzata fu il San Paolo, opera di Francesco Mosca detto il Moschino (Firenze, 1523? - Pisa, 1578) del 1556; seguirono il San Pietro di Raffaello da Montelupo (Montelupo Fiorentino, 1504 - Orvieto, 1566) del 1557, il San Tommaso, il San Giovanni e il Sant’Andrea di Ippolito Scalza (Orvieto, 1532 - 1617) e collaboratori, il San Giacomo Maggiore di Giovanni Caccini (Montopoli in Val d’Arno, 1556 - Firenze, 1613), il San Matteo di Pietro Francavilla (Pierre Franqueville; Cambrai, 1548 - Parigi, 1615) su disegno di Giambologna e il San Filippo di Francesco Mochi, tutte opere realizzate entro il 1612. Sono invece più tarde il San Bartolomeo, opera del 1618 di Ippolito Buzi (Viggiù, 1562 - Roma, 1634), il San Taddeo scolpito da Mochi nel 1644 e il San Giacomo Minore e il San Simone di Bernardino Cametti, realizzate nel 1722. I quattro santi protettori della città sono il San Rocco del 1593, il San Costanzo del 1598 e il San Brizio del 1601, tutte opere di Fabiano Toti (? - Orvieto, 1607), e il San Sebastiano del 1554-1557 di Moschino e Scalza.  

Negli stessi anni venne realizzato anche il gruppo dell’Annunciazione di Francesco Mochi (1603-1608), collocato all’interno del coro della cattedrale, e altre statue che vanno a ornare l’area del transetto e il presbiterio. La nona statua, il San Bartolomeo, è compiuta da Ippolito Buzi nel 1618. La decima, S. Taddeo, è consegnata da Mochi del 1644; le ultime due, sono scolpite da Bernardino Cametti, tra il 1714 e il 1722, negli anni in cui altri Apostoli prendevano posizione nella basilica di S. Giovanni in Laterano. Nel 1897 il restauro cosiddetto “di liberazione” di matrice purista volle cancellare la fase artistica manierista-barocca e il duomo fu «purgato felicemente dello sconcio sovrappiù». Le statue vennero dapprima esposte nel museo e in seguito dimenticate nei depositi dove venne a visitarle Federico Zeri reclamando il loro recupero.

Le statue furono rimosse dal Duomo di Orvieto nel 1897 (all’epoca si volle infatti donare nuovamente alla cattedrale il suo austero aspetto medievale, e furono dunque eliminate le aggiunte barocche, a cominciare dalle statue, che furono spostate) e negli ultimi anni si trovavano esposte in una sede distaccata del Museo dell’Opera del Duomo, la ex chiesa di Sant’Agostino. Del loro ricollocamento nella sede originaria si parla già dal 1986 (uno dei più accesi fautori del ritorno in Duomo fu Federico Zeri), epoca a cui risale il primo progetto della soprintendenza, e si è potuto però realizzare solo quest’anno:  al risultato hanno contribuito diversi soggetti, ovvero la stessa soprintendenza, l’Opera del Duomo, il Comune di Orvieto, la diocesi di Orvieto-Todi e l’Enea, che ha curato gli aspetti scientifici e di innovazione nella prevenzione del rischio sismico (tutte le statue sono state infatti dotate di basi antisismiche). Il ritorno delle statue ha anche fornito l’occasione per compiere verifiche strutturali degli elementi architettonici della cattedrale e alcuni interventi per migliorare il suo comportamento in caso di terremoti.  

Tra le iniziative dell’Opera del Duomo il 3 dicembre, “Giornata Internazionale dei diritti delle persone con disabilità”, con un programma di Arte Accessibile dedicato alle statue degli Apostoli e dei Santi protettori, organizzato in collaborazione con IISACP.

Inoltre, Venerdì 6 dicembre alle ore 16.00 si terrà la presentazione degli atti del convegno “Miracolo! Emozione, spettacolo e potere nella storia dei secoli XIII-XVIII” in collaborazione con SISMEL Società Internazionale per lo Studio del Medioevo Latino.

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