Confcooperative Catania con gli ex Elmec, letture del Vangelo e di Papa Francesco

Passi del Vangelo e della Bibbia, ma anche brani delle ultime encicliche e degli scritti e degli interventi che Papa Francesco ha più volte dedicato al tema del lavoro, soprattutto a quello che non c’è e al dramma dei disoccupati in Italia e in Europa. Una riflessione, quella organizzata da Confcooperative Catania nella sede della Elmec di Piano Tavola, per domani mercoledì 16 aprile in occasione della Settimana Santa, che prende spunto sia da testi sacri che da autori di altissimo profilo, come il Santo Padre, e viene declinata da lavoratori e autorevoli ospiti esponenti del mondo sindacale e dell’associazionismo secondo i drammi contemporanei dei tanti lavoratori disoccupati– ed è il caso di quelli della Elmec – o sottoccupati, comunque schiacciati dalla crisi eppure impegnati a “risorgere” anche con difficili e coraggiose iniziative di autoimpresa collettiva (cooperative). Un momento laico, la riflessione, che sarà preceduta da un momento di preghiera con una speciale Liturgia della Parola a cura di Don Piero Sapienza, Direttore della Pastorale del Lavoro dell’Arcidiocesi di Catania.

L’appuntamento è per le ore 17 nella sede della Elmec (Contrada Mezzogiorno, Piano Tavola, frazione di Belpasso). Interverranno Gaetano Mancini (Presidente di Confcooperative Catania), Giacomo Rota (Segretario Generale CGIL Catania), Tommaso Piccinini (Presidente della S.I.M.S. cooperativa che si occupa di manutenzione impianti, nata dalle ceneri di un’impresa fallita), Giuseppe Strazzulla (Responsabile provinciale LIBERA).

“Da tempo  - spiega Mancini - Confcooperative Catania è impegnato a sostenere i lavoratori della Elmec, indicando loro la strada da percorrere per tornare a lavorare e produrre, confidando nelle proprie capacità e competenze. Ci siamo trovati davanti a tanti padri di famiglia combattuti fra la rabbia per il fallimento dell’azienda e il sentimento di umiliazione di chi, perso il lavoro, non può farsi carico di tutte le normali esigenze dei propri cari. Con loro speriamo nel percorso della Giustizia perché, restituendo qualche risorsa, possa aprire per il futuro nuove prospettive occupazionali sia singole che collettive”.

 

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