"L'emergenza sanitaria conseguente al coronavirus ci obbliga a ripensare al sistema sanitario che in particolar modo nella nostra Calabria ha dimostrato tutti i suoi limiti conseguenti alle scelte sbagliate degli ultimi decenni"
Non tarda ad arrivare la reazione dell’U.Di.Con. Calabria, per voce del suo Commissario Regionale Nico Iamundo, alle vicende relative allo stato di confusione totale cui pare trovarsi la classe dirigente regionale, in particolare sul provvedimento regionale emanato da poco dal Governatore f.f. che adotta un incremento di 234 posti letto Covid più altri 10 di terapia intensiva. Ma neanche uno solo di questi è previsto per Crotone malgrado stiamo assistendo a un incremento dei positivi che non tende a rallentare. La drammatica vicenda del Coronavirus ha dimostrato tutti gli errori e i limiti della sanità nella nostra regione, decenni di scelte sbagliate basate quasi esclusivamente sulla ospedalizzazione in grandi centri, ed avere depotenziato quasi completamente la sanità territoriale, avere ridotto i medici di base a dispensatori di ricette e visite specialistiche sono tutte scelte che hanno portato a conseguenze drammatiche”.
“Certamente nessuno poteva prevedere - continua Iamundo - le conseguenze dell’epidemia ma quanto fatto in altre regioni d’Italia ci ha dimostrato che era possibile fare di più e meglio. Una classe dirigente regionale assolutamente non all’altezza che ha fatto pagare un prezzo altissimo a moltissime famiglie, e solo grazie allo straordinario impegno del personale sanitario si è riusciti ad evitare danni ancora peggiori. Basterebbe una riforma semplicissima: tornare a chiamare gli ospedali con il loro nome e non aziende ospedaliere, un ospedale ha il compito di curare e guarire le persone, un’azienda invece ha come compito principale quello di far quadrare i bilanci, una differenza non da poco”.
Anche il Presidente Provinciale dell’ U.Di.Con crotonese, Pietro De Tursi, interviene nella nota e dichiara: “Crotone, nonostante i suoi morti “certificati” e nonostante sia una delle 5 provincie calabresi, resterà tagliata fuori dall’ ordinanza del Presidente Spirlì che invece interesserà le altre 4 città calabresi. Nonostante - afferma De Tursi- la clinica “Marrelli Hospital”, una struttura privata crotonese abbia spontaneamente ed a sue spese attrezzato e resi già utilizzabili e disponibili ben 60 posti letto. La scelta del Governatore ha destato non poche perplessità, tra i cittadini crotonesi, per l’individuazione degli ospedali coinvolti dall’operazione. Pretendiamo di conoscere per quali ragioni Crotone sia stata esclusa dalle città i cui nosocomi diventeranno sede di questi posti letto”.
“Vorremmo ricordare - conclude Pietro de Tursi – che sul territorio vi è anche la nuova struttura dell’ASL in località Campizzi del comune di Mesoraca, che si presterebbe tranquillamente all’ allestimento di posti letto covid, basta volerlo. Non vogliamo, in questo momento alimentare polemiche ma non considerare nel piano il territorio crotonese assomiglia ad un vero affronto, l’ennesimo, da parte di una politica, sino ad oggi, cieca e sorda rispetto alle istanze del nostro territorio e dei nostri cittadini, una politica che ha sempre lasciato ai margini Crotone ed il suo vasto territorio. Il nostro territorio, invece, rivendica più attenzione da parte delle politiche regionali, per quello che esprime in termini agricoltura, industria, viabilità e per la sua posizione strategica”.
Chiude la nota il Commissario Regionale dell’U.Di.Con. Nico Iamundo che afferma che “si continua a lavorare sottobanco senza un percorso partecipato su un elemento essenziale che è quello della salute. Se non capiamo la lezione che ci ha dato l'emergenza pandemia e che dai territori non si può prescindere allora non c'è futuro. Ci sono ancora cittadini di serie A e di serie Z, nemmeno di serie B”.