Gambling, il gioco illegale entra nella campagna elettorale

Le elezioni politiche nazionali del 25 settembre si avvicinano e i partiti iniziano a schierarsi su diversi temi. Lavoro in primis, ma anche ambiente, giovani, immigrazione. E tra i tanti argomenti al centro del dibattito torna, finalmente, anche la questione relativa al gioco d’azzardo pubblico e legale.

Ad attirare l’attenzione su un tema caldo per diversi aspetti, economici e normativi, è stato direttamente l’intervento dell’Osservatorio Giochi, legalità e patologie dell’Eurispes, durante la Commissione parlamentare di inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico. A parlare c’erano il Procuratore di Brindisi, Antonio De Donno, che si è avvalso dei pareri tecnici del Dottor Baldazzi e dell’Avvocato Sambaldi. Proprio quest’ultimo ha ricordato che la normativa antimafia sia uno strumento rigoroso e validi per contrastare le infiltrazioni criminali, ma allo stesso tempo ha lanciato un allarme: il gioco illegale è uno dei giri d’affari prediletti dalle famiglie mafiose.

Un rischio che si deve stoppare sin da subito, con leggi all’avanguardia ma anche con sostegni e aiuti al gioco legale. Quest’ultimo infatti, tanto nella componente fisica che in quella a distanza, costituisce un vero e proprio baluardo nei confronti del gioco pubblico. Infatti le piattaforme di casinò online regolamentate in Italia partecipano al circuito ufficiale e istituzionale di ADM, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato, e sono garanzia di sicurezza tanto per gli investitori quanto per i giocatori. All’interno di queste piattaforme, infatti, si possono trovare strumenti di sostegno in caso di dipendenza, assistenza tecnica, suggerimenti su comportamenti di gioco nocivi, protezione dei dati personali e della privacy.

Aspetti positivi e virtuosi che spesso passano sotto traccia. Una delle questioni che i partiti dovranno affrontare è proprio quella di una maggiore informazione legata al discorso del gioco in Italia. Un concetto che ormai è diventato tabù da quando la pubblicità sul gambling è stata proibita. Una mossa normativa che è stata citata come modello negativo, proprio pochi giorni fa, in Belgio, dove la Associazione nazionale di operatori del gaming ha citato il modello italiano come esempio di mala gestione: "La pubblicità non è solo uno strumento indispensabile per le aziende per far conoscere se stesse, la pubblicità svolge anche una funzione sociale molto importante nella canalizzazione degli utenti verso un'offerta legale e controllata - si legge nella nota diffusa alla stampa - Un divieto quasi totale della pubblicità per i giochi d'azzardo legali comporterà inevitabilmente una significativa perdita di visibilità degli operatori legali."

Senza una revisione di questa norma, infatti, il gioco illegale rischia di crescere sempre di più. E a renderlo possibile saranno proprio le nostre leggi.

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