Il sax "pensato" di Grechi Espinoza ed Andrea Ferrari

Dimitri Grechi Espinoza, The Spiritual Way, Ponderosa

Il jazz ci ha abituato all'ascolto di storici dischi di esibizioni live in cui si percepisce il parlottio del pubblico ad un concerto od il tintinnio dei bicchieri in un pub.
Le tecniche di sound engineering si sono di recente così migliorate al punto di missare e rimasterizzare, ad esempio, il sax di Charlie Parker avulso dal rumore delle posate sui piatti o altri "recording" imperfetti finalmente isolati dal fischio di un bollitore così come dal fruscio del vinile.
Specie dopo l'avvento del digitale le registrazioni in studio hanno avuto un'evoluzione in melius altrettanto significativa nel raggiungimento di una purezza quasi incontaminata del suono. Alcune label di tale caratteristica hanno fatto segno distintivo della propria produzione discografica.
Il concetto chiuso di "studio" andrebbe peraltro rivisto, allargandolo talora al più comprensivo termine di "spazio" allorché si opta per un ambiente che abbia connaturate delle qualità acustiche naturali. È il caso dell'album The Spiritual Way, registrato all'interno del Battistero di Pisa da Dimitri Grechi Espinoza, per i tipi musicali di Ponderosa, terzo capitolo del progetto Oreb per sassofono solo e riverbero naturale.
Si tratta di un esempio di collocazione in un luogo sacro di un pensiero sonoro, quello del sassofonista, che escluso il ritorno in grotte alla ricerca del suono primordiale, si situa nell'edificio chiesastico di piazza di Miracoli, dunque una costruzione umana, con la finalità di "ascendere", tramite la propria musica, scalando i gradini della Via Spirituale. Un lavoro mistico, alla Coltrane per pensosità, ma non propriamente jazzistico anche se Espinoza vanta un curriculum di prim'ordine a livello di musica afroamericana, con collaborazioni che vanno da Peter Erskine a James Newton, da Bruno Tommaso a Stefano Battaglia, fino alla compagnia folklorica congolese Yela essendo particolarmente vicino alle tradizioni popolari. Il musicista ha già in passato affidato al suo strumento lo scandaglio giusto per sviscerare il Fiato del pianeta in ambiti "profani" come il deserto. In questo recente lavoro, fatto di cinque composizioni (Conoscenza-Eternità, Equanimità-Primavera, Compassione-Estate, Giustizia-Autunno, Rettitudine-Inverno) una volta circoscritto l'ambito per la "meditazione", si avventura nel tempo, cercando attraverso il regolare dei battiti del cuore, la giusta concentrazione mentale per sviluppare la conoscenza, penetrare l'essenza delle cose, pervenire all'anelato equilibrio. E riuscendo nell'impresa!

Andrea Ferrari, Essential Lines, Dodicilune

Le vie del sax sono (in)finite? In effetti uno degli strumenti-simbolo del jazz come il sassofono non finisce mai di stupire quando a maneggiarlo sono specialisti di alto/baritono (nonché clarinetto basso e tubax) come Andrea Ferrari.
Il quale, in un trio costituito unitamente al chitarrista Alberto Zanini ed al batterista Davide Bussoleni, mostra, a modo suo, le Essential Lines, titolo del disco Dodicilune, dei tempi cronologici e musicali all'interno dei quali articolare le undici composizioni del compact medesimo. I quali si individuano tramite le variazioni, le modificazioni sia strutturali che più specificamente sonore. 
Una musica, quella del combo, che procede per un percorso triadico, inframmezzato da accelerazioni del beat e immagini onomatopeiche, soste di riflessione e balbettii ironici, sequenze iterative della chitarra e flashes elettronici, in un viaggio ondivago fra free e ritmi caraibici, quadri cyber e contemporary, compilante un cruciverba sonoro dalle caselle imprevedibili che la formazione riempie con inventiva ariosa e scoppiettante.

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