Chiaramonte Gulfi e il progetto “Voce fuori campo”: no alle dipendenze patologiche

Il drammatico e triste fenomeno delle dipendenze patologiche è stato al centro di un primo incontro aperto agli alunni delle scuole superiori del territorio chiaramontano. L’iniziativa curata dalla dott.ssa Alessia Russo per la fondazione “ Ema.PesciolinoRosso”, il cui primo incontro si è tenuto alla Sala Sciascia, mira a coinvolgere diversi alunni in un percorso informativo/formativo per ben comprendere quanto sia drammatico l’uso di sostanze stupefacenti e di alcol.

La Russo, esperta in disagio minorile, specializzata in criminologia applicata e psicologia giuridica, ha illustrato il progetto “Voce Fuori Campo”. Dopo questo primo incontro, si è detto, ce ne saranno altri tre, curati da esperti della Polizia di Stato, del Sert e dal giornalista Paolo Borrometi. Ogni soggetto coinvolto darà il proprio contributo per inquadrare sotto diverse sfaccettature, tutto quanto concerne la problematica in questione.

A questa fase informativa sarà se ne affiancherà un’altra, dedicata alla progettazione, protagonisti sempre gli studenti, che si svilupperà a Ragusa con la realizzazione di un cortometraggio, curato dal regista Francesco Greco, con la preparazione di trasmissioni radiofoniche e televisive.

Un ricco calendario di eventi il cui unico scopo e rendere protagonisti i ragazzi partecipanti, alfine di essere loro stessi testimonial nei confronti dei coetanei.

Questa prima fase progettuale ha visto la piena e responsabile partecipazione dei ragazzi dell’Istituto Professionale Principe Grimaldi, sede staccata di Chiaramonte Gulfi, che hanno seguito con particolare attenzione tutto quanto è stato detto e proposto. Segno questo che il tema è di grande impatto psicologico ed emotivo e che gli alunni hanno una gran voglia di capire. Un passo concreto, con questo progetto “Voce Fuori Campo” patrocinato dal Comune di Ragusa, per dire no alle dipendenze e sì alla vita.

E' questo il motto che anima la Fondazione PesciolinoRosso, nata dopo la morte di Emanuele. Il ragazzo a soli 16 anni, la notte del 24 novembre 2013, si è gettato nel fiume a Gavardo, nei pressi di Salò (BS), dopo una festa in cui alcuni amici maggiorenni lo convinsero a provare sostanze stupefacenti. Da questo immenso dolore nasce la fondazione a suo nome. Il papà Gianpietro sta dedicando la propria vita ai giovani, mediante progetti che li aiutino a conoscere la pericolosità di certe sostanze. La conoscenza della storia di Emanuele può fungere così da strumento per rafforzare il rapporto figlio-genitore.

Nello stesso contesto è nato il libro "Lasciami volare", che analizza proprio il rapporto sopracitato. Una pagina Facebook con circa 100 mila sostenitori è diventata la piazza virtuale, dove ragazzi e genitori discutono delle più importanti tematiche e partecipano alla vita della Fondazione in ricordo di Ema.

Per favorire una maggiore navigabilità del sito si fa uso di cookie, anche di terze parti. Scrollando, cliccando e navigando il sito si accettano tali cookie. LEGGI