I bisognini dei cani insozzano la città di Ragusa

“Vorrei inserirmi nella polemica che, in questi ultimi giorni, sta caratterizzando la contrapposizione tra maggioranza e opposizione e che ha per oggetto lo stato di salute delle ville e dei giardini comunali. Perché c’è un altro elemento che merita, secondo me, la massima attenzione”. E’ quanto rileva la consigliera comunale indipendente Elisa Marino secondo cui non bisogna fare passare sotto attenzione un fenomeno che, purtroppo, stenta ad essere debellato e che investe, in maniera trasversale, l’intera città. “Parlo della presenza, nelle ville e nei giardini comunali, ma anche lungo i marciapiedi del centro storico così come in quelli di Ibla ma anche in alcune aree semiperiferiche, dei bisognini dei cani che, regolarmente, il 90 per cento dei possessori dei quattrozampe non si prende la briga di raccogliere, come prescrive tra l’altro anche una specifica ordinanza comunale, utilizzando paletta e sacchetto, abbandonando gli stessi come capita e contribuendo a rendere assolutamente peggiore il decoro urbano. Purtroppo, ritengo sia anche una questione di cultura e sarebbe opportuno sensibilizzare ulteriormente chi conduce in giro i propri cani. Ripulire i luoghi di aggregazione dagli escrementi dei nostri amici a quattrozampe è un altro indice sintomatico sul grado di vivibilità della nostra città. Per questo motivo, considerato che nel corso dell’ultima settimana ho raccolto almeno una decina di segnalazioni in questo senso, e visto che le disposizioni per ovviare a questo disagio comunque ci sono, invito il sindaco ad attivare tutte le misure di pertinenza, magari invitando il comando della polizia municipale ad una maggiore attenzione riguardo a tale aspetto, anche se sappiamo che non è semplice, per fare in modo che questi casi possano registrare una tendenza alla riduzione. Non è una questione prioritaria, certo, della nostra città, ma ritengo che cominciare a porre il problema possa essere un primo passo per cercare di risolvere il disagio che in molti avvertono”.

 

 

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