I locali dell’ex macello di Largo san Paolo restano inutilizzati

“Un piano di lavoro per la nuova Amministrazione comunale non può prescindere dalla risoluzione di tutte quelle vicende che, nel tempo, sono rimaste irrisolte e che, invece, meritano la massima attenzione, proprio per definire, nel modo migliore, delle situazioni che lasciano adombrare lo spreco di denaro pubblico, una circostanza di cui, in tempi come quelli attuali, non vorremmo sentire neppure parlare”. E’ quanto afferma il presidente dell’associazione “Ragusa in Movimento”, Mario Chiavola, dirigente provinciale de “La Destra”, che, dopo il caso dell’ascensore di via Roma, tuttora non funzionante, punta il dito su un’altra questione di non poco conto. “Sto parlando – dice Chiavola – dei locali dell’ex macello di Largo San Paolo a Ibla, una struttura pubblica costata un milione e quattrocentomila euro, che oggi versa in una inverosimile situazione di degrado. Perché è, di fatto, abbandonata. Invero, già nello scorso mese di gennaio, un’altra associazione culturale aveva fatto presente la vicenda. Ma siccome nulla è stato risolto, ritengo sia opportuno tornare alla carica e chiedere al sindaco Piccitto, magari attraverso i suo delegati, di farsene carico. Era stata attuata una riconversione ben studiata che avrebbe dovuto garantire posti auto per 60 macchine. Ora, mentre qualcosa, da quest’ultimo punto di vista, forse si sta cominciando a muovere, sebbene il sito dal punto di vista del degrado non è messo bene, resta da risolvere l’altro importante aspetto. I locali messi a disposizione di alcune benemerite associazioni locali, l’Ail e l’Aiad, che si occupano di solidarietà, sono praticamente inutilizzabili. Troppo freddo d’inverno, caldissimo d’estate. Nessuno aveva ipotizzato l’installazione di caloriferi e di condizionatori. Volendo passare sopra al fatto che, al momento, non ci sono risorse economiche a disposizione, qualcosa si dovrà pur fare. Sembra di confrontarsi con una problematica simile a quella della casa dello studente universitario, l’ex palazzo Castillett. Non si comprende perché, dopo che è stata investita una barca di soldi, questa struttura sia ancora ferma al palo. Di chi sono le responsabilità? Perché non si riesce a superare lo stallo burocratico? Possibile che sia così complesso risolvere questioni che, a tutta prima, possono sembrare semplici? E poi, anche se sono complesse, perché non ci si adopera per definirle una volta per tutte considerato che di mezzo, tanto per cambiare, ci sono i soldi dei contribuenti e quindi dei cittadini? Ecco, vorremmo che qualcuno ci spiegasse meglio queste situazioni”.

 

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