Guerriglia tra abitanti e nomadi vicino a Roma

"Siamo esasperati, il territorio è abbandonato da tempo, ma nessuno ne parla fino a quando non esplodono le rivolte", dice un abitante. "Si trovano siringhe abbandonate per strada e c'è gente che abita nei negozi - aggiunge l'uomo, che vive in zona da oltre 40 anni - ieri sera ero a casa quando ho sentito prima tre botti, simili a spari, e poi gente che urlava".

La scintilla è scattata nella tarda serata quando, a detta di cittadini della zona, un nomade slavo avrebbe compiuto manovre azzardate con un furgone scatenando le ire degli abitanti. In circa cento sono scesi in strada per protestare contro l'insediamento nomadi dell'Albuccione. Abitanti e nomadi si sono fronteggiati per ore. Ad intervenire i carabinieri di Guidonia, i poliziotti del commissariato di Tivoli e del Reparto Mobile. Durante la guerriglia ha preso fuoco, probabilmente per cause dolose, anche un vicino box auto occupato abitualmente da nomadi. Intercettato dai carabinieri poco dopo anche il nomade alla guida del furgone. Bloccato su via Tiburtina è stato trovato in possesso di un'accetta, un manganello telescopico, e un tirapugni che sono stati sequestrati dai militari. L'uomo è stato denunciato per porto di oggetti atti ad offendere. A recarsi sul posto per ristabilire la calma anche il sindaco di Guidonia.

La guerriglia nella notte tra un centinaio di residenti e nomadi a Guidonia, vicino a Roma. Lancio di sassi, barriccate in strada, e un box auto incendiato.
Un 31enne romano, rimasto ferito da una sassata al volto, si è presentato in ospedale. Sul posto carabinieri e polizia. Secondo quanto si è appreso, a far scattare la protesta degli abitanti di Albuccione, una frazione di Guidonia, sfociata poi nella guerriglia, alcune manovre azzardate compiute con un furgone da un nomade del vicino insediamento abusivo.

Intanto l’incontro con i migranti per Papa Francesco rappresenta "un viaggio a due, ma - ha scandito - senza speranza quel viaggio non si può fare. La speranza - ha poi osservato - non è virtù per gente con lo stomaco pieno. Ecco perché, da sempre, i poveri sono i primi portatori della speranza. In questo senso possiamo dire che i poveri, amche i mendicanti sono i protagonisti della storia". "Per entrare nel mondo, Dio - ha continuato il pontefice - ha avuto bisogno di loro: di Giuseppe e di Maria, dei pastori di Betlemme. Nella notte del primo Natale c’era un mondo che dormiva, adagiato in tante certezze acquisite. Ma gli umili preparavano nel nascondimento la rivoluzione della bontà. Erano poveri di tutto, qualcuno galleggiava poco sopra la soglia della sopravvivenza, ma erano ricchi del bene più prezioso che esiste al mondo, cioè la voglia di cambiamento".

E si chiama "Condividere il Viaggio" la nuova iniziativa della Caritas, ed è a sostegno delle famiglie costrette a migrare. "Vi incoraggio - ha detto il Santo padre - ad aderire a quest’iniziativa lodevole come segno di solidarità con questi nostri fratelli e sorelle bisognosi. Fratelli, non abbiamo paura di condividere il viaggio. Non abbiamo paura di condividere la speranza. Il viaggio si fa in due, quelli che vengono nella nostra terra e noi andiamo verso di noi per capire".

Penso ai migranti". Il Papa spiega che la speranza "è anche la spinta nel cuore di chi accoglie, il desiderio di incontrarsi, di conoscersi, di dialogare". Secondo Bergoglio "la speranza è la spinta a condividere il viaggio della vita, come ci ricorda la campagna della Caritas che oggi inauguriamo".

 

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