A Santa Severina i Fiati di Parma

Una serata veramente all’insegna dei grandi avvenimenti, è stata quella che l’Amministrazione Comunale di Santa Severina, ha offerto ai suoi cittadini e a quanti hanno avuto la fortuna di essere presenti, Venerdì  24 Maggio, presso la sala delle scuderie del castello.

Stiamo parlando del concerto de “I Fiati di Parma” organizzato dalla Società Beethoven di Crotone nell’ambito della Stagione Concertistica “l’Hera della Magna Crecia” II Edizione e che in collaborazione con l’Amministrazione Comunale ha realizzato proprio in questo splendido posto che è il Castello di Santa Severina.

Un gioiello nel gioiello potremmo parafrasare

I fiati di Parma, con a capo il famosissimo direttore Claudio Paradiso, non hanno minimamente smentito la loro fama conquistata sul campo

Professionalità, sicurezza, chiarore timbrico, fraseologia, interpretazione, grande equilibrio nei colori strumentali, capacità musicale di sorridere, pregare, cantare, gioire.

A suonare non erano in 11 musicisti, ma si aveva la sensazione di un unico artista che respirava e suonava all’unisono con se stesso e gli altri.

Non era più un’orchestra di fiati ma un vero organo, che sotto le mani esperte di un direttore  illuminato, si muoveva in simbiosi trasmettendo sonorità inusitate

La sala, gremita in ogni ordine di posti con tantissima gente in piedi, era ammutolita, esternando vere ovazioni alla fine di ogni brano.

Sinfonie per fiati, era il titolo del concerto che si è aperto con un brano in due tempi di  G.Donizetti.

Brano ricco di quel canto, come diceva  F Romani “Somigliante all’usignolo della solitudine , ricco di un’anima generosa ed un cuore squisitamente sensitivo..."

La vera sorpresa è stata la sinfonia di T.Mabellini, autore dell’Ottocentesco che, potremmo dire è stato l’iniziatore della sinfonia per fiati.

Autore per alcuni minore, che ha lascato opere di grande pregio artistico poco conosciute, solo perché necessitano una preparazione esecutiva non comune.

Un adagio quello della Sinfonia di Mabellini che richiamava in alcuni momenti la grande profondità di J. S. Bach.

A chiudere la serata la Sinfonietta op 188 di J Raff, che racchiudeva e sintetizzava nell’ambito del fecondissimo Romanticismo,  la giovane scuola tedesca di “Weimar” .

Una vera esplosione di grandi e irripetibili sensazioni che, alla fine del concerto, hanno fatto esplodere il numerosissimo pubblico con vere e sentite ovazioni, verso gli artisti che hanno saputo far vibrare le corde più remote di tutti coloro che avevano la fortuna di essere presenti.

Un brano simpaticissimo, come bis, per controfagotto e orchestra di fiati ha concluso una serata che speriamo, in un prossimo futuro, non tanto lontano possa ripetersi.

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