Guerra Russia /Ucraina impossibile stabilire il numero esatto delle vittime

In quasi due anni di guerra in Ucraina, decine di migliaia di soldati e civili hanno perso la vita. È impossibile stabilire il numero esatto delle vittime, poiché entrambe le parti forniscono poche informazioni sulle loro perdite, per evitare di minare il morale delle truppe e del pubblico in generale.

I militari di entrambe le parti hanno tenuto nascoste le cifre dei caduti: gli ultimi dati ufficiali risalgono alla metà del 2022 e sono quindi da trattare con cautela. Il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu ha dichiarato nel settembre 2022 che erano stati uccisi 5.937 soldati russi e nell'agosto 2022 erano stati uccisi 9.000 soldati ucraini. Da allora tutte le stime provengono da servizi di intelligence stranieri. Nell'agosto 2023, il New York Times ha citato funzionari statunitensi che stimavano le perdite militari dell'Ucraina a 70.000 morti e tra 100.000 e 120.000 i feriti mentre da parte russa i morti sarebbero tra 120.000 e 170.000 e 180.000 i feriti.

Il 29 gennaio, in una risposta scritta all'interrogazione parlamentare, il ministro delle Forze armate britanniche James Heappey ha stimato le perdite russe in oltre 350.000 tra morti e feriti.

L'8 febbraio l'esercito ucraino stimava di aver ucciso o ferito più di 392.000 soldati russi dall'inizio dell'invasione. Kiev non specifica se il bilancio comprenda le perdite tra i separatisti filo-russi nell'Ucraina orientale e i mercenari del gruppo paramilitare Wagner o solo tra l'esercito russo.

L'ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha dichiarato a metà gennaio di aver confermato la morte di 10.382 civili in Ucraina e il ferimento di altri 19.659 dall'invasione russa, ma ha avvertito che il bilancio reale è probabilmente più alto. Il numero delle vittime civili è aumentato significativamente nel dicembre 2023 e nel gennaio 2024 rispetto ai mesi precedenti, invertendo la tendenza alla diminuzione delle vittime all'inizio dell'anno scorso. Quasi 8.000 i morti nel territorio controllato dall'Ucraina e più di 2.000 nelle zone occupate dalla Russia. Secondo un funzionario della polizia nazionale ucraina quasi 10.000 sono i civili uccisi, insieme a 7.000 dispersi e 11.000 feriti. Ma le autorità ucraine affermano che altre migliaia di civili sono morti durante l'assedio della città portuale meridionale di Mariupol nei primi mesi di guerra e che almeno 25mila vittime sono state sepolte in fosse comuni.

Intanto e stato nominato 'Eroe dell'Ucraina' Valeri Zaluzhny, il 'generale di ferro', che ha guidato per quasi due anni l'esercito ucraino ed è stato defenestrato nei giorni scorsi dal presidente Volodymyr Zelensky. Zelensky lo ha sostituito con quello che finora era il comandante delle Forze di Terra, Oleksandr Syrsky perché - ha spiegato - la strategia militare contro la Russia "deve cambiare e adattarsi". Ma non ha spiegato in che modo. La notizia era attesa: da settimane si parlava dei dissidi tra Zaluzhny e il presidente stesso sulla strategia e la tattica dell'offensiva contro la Russia.

Ma il sospetto è che Zelensky non volesse vedere un generale super-popolare a capo dell'esercito e teme le sue ambizioni politiche. Considerato l''eroe della guerra', Zaluzhny gode di un enorme sostegno all'interno dell'esercito e della società civile ucraina: in un sondaggio a dicembre, ha dichiarato di fidarsi di lui l'88% degli ucraini, rispetto al 62% che si è espresso a favore di Zelensky. Il generale è infatti addirittura più popolare di Zelensky: è l'unico in grado di contendergli la presidenza nelle future elezioni, perché è colui che ha guidato la strategia che è riuscita a fermare nei primi mesi l'avanzata russa. Ora è percepito da molti come un'autorità morale, tanto che dopo il suo licenziamento a Kiev alcuni manifestanti sono scesi in strada in Piazza indipendenza per chiederne il reintegro.

Intanto all'altra guerra Israele bombarda pesantemente l'area di Rafah, in preparazione dell'operazione di terra. Biden e Netanyahu sono ai ferri corti. Ma intanto un'altra azione dell'esercito israeliano ha consentito la liberazione di due ostaggi, che sono in buone condizioni: un blitz notturno condotto proprio nella città nel Sud dell'enclave. Fernando Simon Marman (60 anni) e Norberto Louis Har (70 anni) sono stati tratti in salvo grazie a un'operazione congiunta realizzata dall'esercito, lo Shin Bet e la polizia israeliana; erano stati rapiti dal Kibbutz Nir Yitzhak il 7 ottobre, si tratta della seconda operazione di questo tipo da allora.

L'Egitto ha minacciato di sospendere il suo trattato di pace con Israele se invierà truppe a Rafah. La minaccia di sospendere gli accordi di Camp David, una pietra miliare della stabilità regionale da quasi mezzo secolo, è arrivata dopo che Netanyahu ha detto che l'invio di truppe a Rafah è indispensabile, è la chiave per piegare Hamas che nella città avrebbe ancora quattro battaglioni. Anche Hamas ha minacciato di "far saltare" i colloqui in caso di invasione. La speranza è appesa proprio ai colloqui che potrebbero riprendere martedì al Cairo con l'arrivo di William Burns, il direttore della Cia. Burns è la persona di riferimento di Biden negli sforzi per garantire un accordo: inviarlo al Cairo mette sotto pressione sui mediatori del Qatar e dell'Egitto affinché convincano Hamas e il movimento islamista firmi un accordo che Israele possa considerare accettabile.

Al Cairo martedì dovrebbe arrivare anche una delegazione israeliana: il capo del Mossad David Barnea, il direttore dello Shin Bet Ronen Bar e il generale Nitzan Alon, il militare ai vertici della Difesa a cui e' affidato il negoziato. Prevista la partecipazione anche del primo ministro del Qatar, lo sceicco Mohammed bin Abdulrahman al-Thani, e del capo dello spionaggio egiziano Abbas Kamel.

Intanto Biden e Netanyahu appaiono ai ferri corti. Il presidente Usa giudica "esagerata" la campagna militare a Gaza e preme sul premier che si prepara a invadere Rafah, perché "protegga i civili". Israele però non si ferma, nonostante nell'area della città, un fazzoletto di terra, abbiano trovato rifugio migliaia di palestinesi in fuga dai combattimenti nel resto dell'enclave. I bombardamenti della notte hanno causato la morte - secondo fonti palestinesi - di almeno una cinquantina di persone.

Biden e Netanyahu, che non si parlavano da più di tre settimane, sono stati al telefono per tre quarti d'ora. Non è stato un colloquio facile. La Casa Bianca è sempre più in allarme per i piani di Israele e gran parte della conversazione, durata 45 minuti, si è concentrata sulla proposta di una pausa umanitaria prolungata che consentirebbe il rilascio degli ostaggi ancora detenuti.

Biden chiede la protezione dei palestinesi, ma non è chiaro, lo ha ammesso la stessa Casa Bianca come i civili - 1,3 milioni, ammassati in rifugi di fortuna, tenuti in vita da un rivolo di aiuti, sempre più scarso - potrebbero essere risparmiati. Il presidente e il primo ministro hanno avuto un botta e risposta piuttosto serrato, Biden ha detto a Netanyahu che gli Usa non sosterranno una tale operazione a meno che Israele non abbia un piano per i civili "che sia stato effettivamente pianificato, preparato e attuabile".


Fonte Agi e varie agenzie

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