Italia-Africa : 5,5 miliardi per il Piano Mattei

Con una cena al Quirinale è ufficialmente iniziato il vertice Italia–Africa, un passo fondamentale della strategia politica internazionale. Uno dei punti principali di questo evento è il “Piano Mattei“. Si tratta di un progetto estremamente ambizioso che punta a stringere legami sul fronte degli approvvigionamenti energetici.

Il vertice Italia-Africa è iniziato domenica sera dalla cena al Quirinale. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto nel salone delle Feste i leader di 25 paesi africani, il presidente del Consiglio Meloni, il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, i vertici della Ue, Ursula von der Leyen, Roberta Metsola e Charles Michel, il presidente dell'Unione africana Azali Assoumani, il presidente della Commissione dell'Unione Africana, Moussa Faki, il vice segretario Generale delle Nazioni Unite Amina Jane Mohammed, la direttrice del Fmi Kristalina Georgieva e 25 capi di Stato e di governo africani.

Al tavolo siedono circa 70 ospiti. Tra loro, i presidenti di Comore, Congo, Eritrea, Ghana, Guinea Bissau, Kenya, Mauritania, Mozambico, Repubblica Centrafricana, Senegal, Somalia, Tunisia, Zimbabwe, i vicepresidenti di Benin, Burundi, Costa d'Avorio, Gambia, Guinea Equatoriale, i primi ministri di Cabo Verde, Eswatini, Etiopia, Gibuti, Libia, Marocco, Sao Tomé e Principe, Uganda, i ministri degli Esteri di Algeria, Angola, Congo, Ciad, Egitto, Malawi, Madagascar, Ruanda, Sierra Leone, Sud Sudan, Tanzania, Togo, Zambia, Sud Africa, gli ambasciatori di Botswana, Camerun, Mauritius, Lesotho, Namibia, Seychelles. Tra le organizzazioni multilaterali sono presenti: l'African Development Bank, l'Unione africana, l'European Bank for Reconstruction and Development, la Bei, i vertici della Ue, della Fao, di Ifad, Fmi, Oim, Irena, Oecd, il vicesegretario generale dell'Onu, i vertici di Unesco, Unhcr, Unicef, Unido, Undp, Unodc, World Bank. Come osservatore è stato invitato il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano.

"Il Piano Mattei può contare su una dotazione iniziale di oltre 5,5 miliardi di euro tra crediti, operazioni a dono e garanzie". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni, aprendo la conferenza Italia-Africa nell'Aula del Senato. Meloni ha aggiunto che dei 5,5 miliardi, "circa 3 miliardi arriveranno dal fondo italiano per il clima e circa 2,5 miliardi dalle risorse della cooperazione allo sviluppo". Certo, non basta - ha aggiunto - per questo vogliamo coinvolgere le istituzioni internazionali e altri stati donatori".

Il Governo italiano, che presiede il G7 nel primo semestre dell’anno, si è impegnato a fare dello sviluppo africano un tema centrale del suo mandato. È la prima volta che la conferenza Italia-Africa, che finora si è svolta sempre a livello ministeriale, viene elevata a rango di vertice di capi di Stato e di Governo. Inoltre è il primo appuntamento internazionale che si svolge in Italia dall’avvio presidenza del G7, utile a sottolineare l’importanza che dà al partenariato con le Nazioni africane.

I partecipanti al vertice “Italia-Africa, un ponte per una crescita comune”, sono arrivati a Palazzo Madama dove ha luogo la conferenza. Gli ospiti sono stati accolti dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani all’ingresso della sede del Senato e all’interno dal premier Giorgia Meloni. All’incontro partecipano anche i rappresentanti del Fondo monetario internazionale e delle Banche multilaterali di sviluppo. Dopo gli arrivi e la “foto di famiglia”, la giornata è aperta con il saluto istituzionale del presidente del Senato, Ignazio La Russa, e poi con l’avvio della sessione plenaria.

Molti gli interventi che si susseguiranno: la stessa Meloni, Tajani, il presidente di turno dell’Unione africana Azali Assoumani, il presidente della Commissione dell’Ua Moussa Faki, la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, il vicesegretario generale delle Nazioni Unite Amina Mohammed. Tra i presenti i presidenti della Repubblica del Congo, del Ghana, della Guinea Bissau, Kenya, Mauritania, Mozambico, Repubblica Centrafricana, Senegal, Somalia, Tunisia e Zimbabwe. Al Senato anche i vicepresidenti di Costa d’Avorio, Gambia e Guinea Equatoriale, Benin e Burundi, i primi ministri di Capo Verde, Etiopia, Gibuti, Libia, Marocco e Uganda. Presenti i ministri degli Esteri di Algeria, Angola, Congo, Ciad, Egitto, Malawi, Madagascar, Ruanda, Sierra Leone, Sud Sudan, Tanzania, Togo, Zambia e Sudafrica.

"L'obiettivo è presentare ai Paesi africani la nostra visione di sviluppi dell'Africa", ha affermato Meloni, illustrando la conferenza al Tg1. In Africa, l'Italia vuole avere un "approccio da pari a pari per crescere insieme", ha sottolineato. "Alla base del piano Mattei" c'è "un approccio nuovo, non predatorio, non paternalistico, ma neanche caritatevole", ha ribadito, "un approccio da pari a pari, per crescere insieme. Abbiamo stabilito delle materie prioritarie sulle quali lavorare e dei Paesi pilota nei quali avviare i primi progetti".

"E poi vogliamo dialogare con tutti gli altri" Paesi, "i vantaggi per l'Italia sono innumerevoli: tutto quello che accade in Africa in qualche modo ci coinvolge, dalla migrazione alla sicurezza, passando per le catene di approvvigionamento. Per noi è fondamentale uno sviluppo adeguato del continente africano", ha concluso la premier.

La giornata di oggi sarà aperta, dopo la foto di famiglia, dal saluto istituzionale del presidente del Senato, La Russa, e proseguirà con la sessione plenaria in cui sono programmati gli interventi della premier Meloni, del vicepremier e ministro degli Esteri Tajani, del presidente dell'Unione Africana, Assoumani, del presidente della Commissione dell'Unione Africana, Faki, del presidente del Parlamento Europeo, Metsola, del presidente del Consiglio Europeo, Michel, del presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, del vice segretario Generale delle Nazioni Unite Mohammed.

Cinque le sessioni di lavoro. La prima, incentrata su 'Cooperazione in campo economico e infrastrutturale', prevede gli interventi introduttivi del vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Salvini, del responsabile dell'Economia Giorgetti, del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Urso.

La seconda è sulla 'Sicurezza alimentare': interverrà il vicepremier e ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, Tajani, e il ministro dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Lollobrigida. La terza sessione è sulla 'Sicurezza e transizione energetica' con la partecipazione del ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Pichetto Fratin.

Si parlerà poi di 'Formazione professionale e cultura', con gli interventi del ministro dell'Istruzione e del merito, Valditara, del ministro dell'Università e della Ricerca, Bernini, del ministro della Cultura, Sangiuliano. 

Infine i lavori saranno chiusi dalla sessione su 'Migrazioni, mobilità e questioni di sicurezza' con gli interventi del ministro dell'Interno, Piantedosi e del ministro della Difesa Crosetto. E dalla conferenza stampa finale. Le direttrici di intervento del piano Mattei sono istruzione/formazione; sanità; acqua e igiene; agricoltura; energia; infrastrutture. L'obiettivo del governo è coinvolgere nel Piano tutto il 'Sistema Italia', a partire dalle realtà che a vario titolo si occupano e si stanno occupando di Africa (il sistema delle aziende partecipate dallo Stato in primis). A febbraio si svolgerà poi la prima cabina di Regia prevista dal decreto che istituisce la governance del Piano, che è stato convertito dal Parlamento, e allo stesso tempo inizieranno le missioni della struttura del Piano Mattei in Africa.

 

Fonte varie agenzie e Agi

 

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