La Camera boccia il Meccanismo europeo di stabilità

"Sul Mes la Lega non ha mai cambiato idea in vent'anni, è uno strumento inutile se non dannoso che porterebbe un lavoratore italiano a dover mettere dei soldi per salvare una banca tedesca. Non penso sia utile e siccome il Parlamento è sovrano, il Parlamento vota in base all'interesse nazionale italiano: i tedeschi fanno gli interessi tedeschi, noi quelli degli italiani. La posizione della Lega è sempre stata e continua a essere chiara". 

Lo ha detto il vicepremier Matteo Salvini, intervenuto all'inaugurazione del ponte Leonardo DaVinci a Sasso Marconi (Bologna). 

La riforma del Mes è stata bocciata: il voto della Camera dei deputati ha messo la parola fine al meccanismo europeo di stabilità. Il testo è stato respinto con 72 voti a favore, 184 contrari e 44 astenuti. Contrari alla ratifica Fratelli d’Italia, Lega e Movimento 5 Stelle, mentre Forza Italia si è astenuta insieme all’alleanza Verdi-Sinistra. Favorevoli Partito Democratico, Italia Viva e Azione. Un voto che ha un peso significativo sia sul versante sostanziale che su quello politico.

Intanto per chi non ha memoria e non capisce l'importanza del voto del Parlamento Italiano :

Il Mes nella sua forma estesa e più rigorosa cosa comporterebbe per un Paese che vi facesse ricorso. Giova, per avvertire dei rischi, ricordare che successe quando la “Troika“, nel 2011, appaltò al Fondo salva-Stati guidato, come oggi, dal tedesco Klaus Regling, l’individuazione delle condizionalità ritenute più efficaci per concedere alla Grecia un pacchetto di aiuti da otto miliardi di euro.

A recuperare questo capitolo di storia non entusiasmante del recente passato europeo è stato il quotidiano Italia Oggi, che ha segnalato cosa fu imposto ad Atene per dare via libera al piano di salvataggio. La Grecia barattò il “semaforo verde” agli aiuti con la firma di un accordo che la impegnava a:

Tagliare del 40% lo stipendio a 30mila dipendenti pubblici messi, di punto in bianco, in temporaneo congedo.
Licenziare coloro che tra i 30mila occupati dopo 12 mesi non avessero trovato un lavoro nel settore privato e applicare la stessa cura da cavallo a altri 120 mila statali.
Abolire la tredicesima sulle pensioni e tagliare del 20% le pensioni superiori a 1.200 euro lordi. I tagli alle pensioni sarebbero continuati anche durante il governo di sinistra di Alexis Tsipras. Tra il 2010 e il 2018 le pensioni degli anziani greci sono state ridotte fra il 50-60% arrivando a circa 665 euro di media, spesso come unica fonte di sostentamento di interi nuclei familiari in un contesto di crescente disoccupazione.
Avviare la privatizzazione degli asset strategici. Dagli aeroporti al porto del Pireo, passando per le utility energetiche e le ferrovie Atene è diventata terra di conquista e svendita per capitali stranieri in cerca di facile rendimento.

Un uomo non sospettabile di euroscetticismo come Massimo D’Alema, in un’intervista a Sky Tg24 del 2015 divenuta molto celebre, ha sottolineato che questo bagno di sangue serviva a sbloccare finanziamenti al governo di Atene utili a ripagare i debiti col sistema finanziario franco-tedesco accumulati negli anni.

I 250 miliardi di piani di risanamento strutturale, inaugurati dalle condizionalità del Mes, hanno rappresentato il patibolo per l’economia e le prospettive di rinascita della Grecia. Il potere di acquisto in dieci anni (2008-2018) si è ridotto del 28%, la disoccupazione ha sfondato la soglia del 23% e anche il debito pubblico è esploso oltre il 180% del Pil senza che i cittadini greci avessero la prospettiva di un minimo sollievo dall’austerità che ha mandato al tappeto il Paese. Le proiezioni basate sui dati messi in campo dal Mes e dalla Troika, sottolineava nel 2018 Bloomberg in un articolo  ripreso da Voci dall’Estero, “ assumono un livello di austerità impossibile: la Grecia deve realizzare un avanzo primario di bilancio (al netto degli interessi) del 3,4% del Pil per un decennio, e poi del 2,2% fino all’anno 2060 – qualcosa che nessun paese dell’area dell’euro con una così  precaria storia economica ha mai fatto”. Questo è la conseguenza della firma dell’adesione incondizionata al fondo salva-Stati. Una Caporetto che nessun Paese, oggigiorno può permettersi.

Tornando al voto di oggi : “Il governo, che si era rimesso al Parlamento, prende atto del voto dell’Aula di Montecitorio sulla scelta di non ratificare la modifica al trattato Mes. Si tratta di un’integrazione di relativo interesse e attualità per l’Italia, visto che come elemento principale prevede l’estensione di salvaguardie a banche sistemiche in difficoltà, in un contesto che vede il sistema bancario italiano tra i più solidi in Europa e in Occidente”, recitano fonti di Palazzo Chigi: “In ogni caso il Mes è in piena funzione nella sua configurazione originaria, ossia di sostegno agli Stati membri in difficoltà finanziaria”.

"Prendiamo atto del voto del Parlamento. Il Parlamento è sovrano", ha commentato il vice ministro all'Economia Maurizio Leo. "Il Parlamento boccia il Mes: pensionati e lavoratori italiani non rischieranno di pagare il salvataggio delle banche straniere. E pazienza se a sinistra si arrabbieranno. Una battaglia della Lega combattuta per anni e finalmente vinta. Avanti così, a testa alta e senza paura", ha spiegato su Instagram il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini.

L’Italia è infatti l’unico Paese dell’Eurozona a non ratificare il Mes, bloccando di fatto tutti gli altri venti Stati che avevano già concluso il procedimento di ratifica interno. Il no definitivo di Roma è arrivato dopo diversi rinvii legati a posizioni differenti nella maggioranza. Nel voto odierno alla Camera, infatti, Fratelli d’Italia e Lega hanno votato contro, mentre Forza Italia e Noi Moderati si sono astenuti

“Non ci saranno reazioni negative dei mercati. Il Mes è diventato un salva banche e per fortuna il sistema bancario gode di ottima salute”, ha precisato Lucaselli di Fratelli d’Italia, lasciando intendere che il Pdl di ratifica potrebbe essere votato quando il regolamento permetterà di presentare il testo identico all’attuale. 

Fonti di Palazzo Chigi hanno spiegato che "il governo, che si era rimesso al Parlamento, prende atto del voto dell'Aula di Montecitorio sulla scelta di non ratificare la modifica al trattato Mes. Si tratta di un'integrazione di relativo interesse e attualità per l'Italia, visto che come elemento principale prevede l'estensione di salvaguardie a banche sistemiche in difficoltà, in un contesto che vede il sistema bancario italiano tra i più solidi in Europa e in Occidente. In ogni caso - hanno osservano le stesse fonti - il Mes è in piena funzione nella sua configurazione originaria, ossia di sostegno agli Stati membri in difficoltà finanziaria".

Per Chigi, "la scelta del Parlamento italiano di non procedere alla ratifica del Mes può essere l'occasione per avviare una riflessione in sede europea su nuove ed eventuali modifiche al trattato, più utili all'intera Eurozona".

Le opposizioni sono sul piede di guerra, con il Partito Democratico visibilmente contrariato dalla linea del governo. Particolarmente muscolare l’affondo del dem Provenzano: “Hanno sbagliato tutto sul Patto di stabilità e ora per coprire il fallimento bocciano il Mes. Un’inutile rappresaglia, com’era inutile arma negoziale. La maggioranza si spacca, smentisce Giorgetti. Hanno perso in giro l’Europa e oggi lo ammettono. Col Governo Meloni a perdere è l’Italia”. Clima rovente.

 

Fonti :  Nicola Porro / Agi / e varie agenzie 

 

 

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