La Corte di Giustizia dell'Ue dà ragione al Italia

La Corte di Giustizia dell'Unione europea ha bocciato i respingimenti dei migranti da parte delle autorità francesi al confine con l'Italia. Per i giudici di Lussemburgo - che si sono pronunciati su un ricorso di un gruppo di associazioni - la direttiva sui rimpatri va sempre applicata, anche nel caso di controlli ai confini interni.

il 31 agosto 2018 quando ministro dell’Interno e vicepremier era Matteo Salvini il 30 agosto aveva scritto su Facebook: “Da inizio 2017 ad oggi la Francia del ‘bravo Macron’ ha respinto più di 48.000 migranti alle frontiere con l’Italia, comprese donne e bambini”.

Secondo i dati che ha comunicato  l’ufficio stampa al epoca del Ministero dell’Interno – e che non risultano pubblicati sul sito del Viminale - nel 2017 sono stati respinti dalla Francia verso l’Italia 30.911 migranti (di cui 10.407 in possesso di un titolo di soggiorno valido in Italia).

Nel 2018, tra il primo gennaio e il 28 agosto, sono stati respinti 17.476 migranti, di cui 6.561 in possesso di permesso di soggiorno.

Dunque in totale si tratta di 48.387 migranti in circa 20 mesi.

Secondo il quotidiano francese le Monde, che riporta i dati del ministero dell’Interno francese sempre di quel periodo ottenuti dall’associazione di sostegno ai migranti la Cimade, i respingimenti francesi sono aumentati moltissimo da quando sono stati introdotti i controlli alle frontiere nel novembre 2015, per far fronte alla minaccia terroristica dopo gli attentati di Parigi.

In particolare, secondo i dati riportati da le Monde, nel 2017 nel dipartimento delle Alpi Marittime - quello al di là del confine di Ventimiglia - sarebbero stati 44.433 gli stranieri a cui è stato impedito l’accesso nel territorio francese (tra cui 13.500 minori), contro gli appena 1.193 del 2015.

Ma non solo. A questi quasi 45 mila stranieri respinti a Ventimiglia si possono aggiungere i 6.036 respinti ai valichi della Savoia, i 2.074 dell’Alta Savoia e i 1.899 delle Alte Alpi. Il totale dei respinti dalla Francia verso l’Italia arriva così a 54.442.

Ad ogni modo, questa politica di chiusura dei confini da parte di Parigi ha suscitato aspre critiche in Francia. Médecins sans frontières ad esempio, ancora a luglio, ha parlato di “pratiche illegali”, da parte di Parigi, che “respinge sistematicamente i migranti verso l’Italia”....pensate quanti saranno stati respinti questo difficile periodo...


Il migrante irregolare deve quindi "beneficiare di un certo termine per lasciare volontariamente il territorio". L'allontanamento forzato avviene solo in ultima istanza". La Corte ha dichiarato che, in una situazione del genere, un provvedimento di respingimento può essere adottato sulla base del codice frontiere Schengen ma che, ai fini dell'allontanamento dell'interessato, devono comunque essere rispettate le norme e le procedure comuni previste dalla direttiva "rimpatri", il che può condurre a privare di una larga parte della sua utilità l'adozione di un siffatto provvedimento di respingimento.

La direttiva rimpatri - hanno spiegato i giudici - si applica in linea di principio, a partire dal momento in cui il cittadino di un Paese terzo, in seguito al suo ingresso irregolare nel territorio di uno Stato membro, è presente in tale territorio senza soddisfare le condizioni d'ingresso, di soggiorno o di residenza, e vi si trovi dunque in una situazione di soggiorno irregolare. "Ciò vale anche qualora, come nell'ipotesi in esame, l'interessato sia stato sorpreso ad un valico di frontiera situato nel territorio dello Stato membro di cui trattasi. Una persona può infatti essere entrata nel territorio di uno Stato membro anche prima di aver attraversato un valico di frontiera".

La Corte ricorda inoltre che gli Stati membri possono trattenere un cittadino di un Paese terzo, in attesa del suo allontanamento, in particolare qualora il cittadino costituisca una minaccia per l'ordine pubblico, e che essi possono reprimere con la pena della reclusione la perpetrazione di reati diversi da quelli attinenti alla sola circostanza dell'ingresso irregolare. Inoltre - ricordano i giudici - la direttiva rimpatri non osta all'arresto o al fermo di polizia di un cittadino di un Paese terzo il cui soggiorno è irregolare quando egli sia sospettato di aver commesso un reato diverso dal semplice ingresso irregolare nel territorio nazionale, e in particolare un reato che può costituire una minaccia per l'ordine pubblico o la sicurezza interna dello Stato membro interessato.

 

 

Fonte Agi

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