Mes la maggioranza presenta una sospensiva di 4 mesi

L'organizzazione, che ha sede in Lussemburgo, ha una capacità di prestito massima di € 500 miliardi. Il MES viene finanziato dai singoli Stati membri con una ripartizione percentuale in base alla rispettiva importanza economica: la Germania contribuisce per il 27 %, seguita dalla Francia con il 20,3% e dall'Italia, con il 17,8%. Le modalità d'azione del fondo sono definite dall'articolo 3 del suo trattato istitutivo: lo Stato in difficoltà avanza la richiesta di assistenza al Presidente del Consiglio dei governatori del fondo, che a sua volta chiede alla Commissione UE di valutare lo stato di salute del Paese in questione, definire il suo fabbisogno finanziario e analizzare (insieme alla Banca centrale europea) se la crisi può contagiare o meno il resto dell'eurozona. Una volta ottenuto il via libera dall'UE, il MES può aiutare il Paese a rischio default attraverso dei prestiti.

Del MES si è molto parlato in occasione della più grande operazione di salvataggio di sempre: in otto anni di assistenza finanziaria e attraverso tre distinti piani di aiuti, la Grecia ha infatti ottenuto 326 miliardi. Un aiuto concesso al costo di importanti riforme-socio economiche (aumento dell'Iva, riforma delle pensioni, nuove leggi sul lavoro e incremento delle imposte indirette) che hanno messo in grandissime difficoltà la repubblica ellenica.

La riforma del MES prevede innanzitutto che sia proprio il Meccanismo Europeo di Stabilità a fornire il backstop al Fondo di risoluzione comune delle banche, ossia a fungere da garante per questo fondo, pensato per accantonare, grazie a contributi degli istituti di credito dei Paesi membri, le risorse necessarie per salvare banche di interesse per l'intera Ue. La seconda modifica riguarda l'introduzione di alcune novità relative alle fasi da seguire per il salvataggio di interi Paesi, su tutte la clausola che imporrebbe di ristrutturare preventivamente il debito per accedere al sostegno finanziario.

La Grecia nel 2015 si trovava schiacciata da un debito di 350 miliardi di euro. Accedere ai mercati finanziari è impossibile, perché i titoli di stato sono classificati al livello di "spazzatura". Si inizia a parlare, su più fronti, di uscita dalla zona euro. Atene chiede un piano di aiuti internazionali, che le viene accordato a maggio: non era mai accaduto prima a un paese dell'Eurozona. L'Europa e il Fondo monetario internazionale concedono 110 miliardi di euro in tre anni per scongiurare l'insolvenza nei pagamenti, che avrebbe ripercussioni drammatiche per la tenuta dell'economia europea.

Il piano di aiuti è subordinato a un pesantissimo piano di austerità, che prevede tagli alle pensioni ai salari, aumenti delle tasse e riforme strutturali. In tutto il paese infuriano le proteste e gli scioperi, con episodi violenti e tragici. Uno di questi accade a maggio, quando tre persone muoiono intrappolate in una banca data alle fiamme.

Sotto il titolo «In Deutschland tabu», l'ultimo numero di German Foreign Policy racconta, unico media tedesco, una vicenda che ha dell'incredibile: le pressioni che le élites politiche e istituzionali vicine al governo di Angela Merkel hanno esercitato per impedire la realizzazione di un film sgradito sull'operato del Mes in Grecia, e poi la sua proiezione in Germania. Il film-pomo della discordia, intitolato «Adults in the room», è stato girato dal regista greco Costa-Gavras, vincitore di due Oscar con «Z» e «La rivolta invisibile». Nonostante gli inviti espliciti di Klaus Regling, direttore del Mes, perché abbandonasse il progetto, Costa-Gravras ha presentato il film in anteprima alla mostra del cinema di Venezia nell'agosto 2019, «dove è stato accolto molto bene» e venduto in diversi paesi in giro per il mondo. Totale chiusura invece da parte della Germania, dove il film è tuttora tabù, boicottato a ogni livello, e nessuno lo ha potuto vedere né in sala, né in tv. Scrive German Foreign Policy: «Alcuni importanti funzionari della Repubblica federale tedesca si sarebbero personalmente adoperati per impedire la rielaborazione cinematografica, in chiave critica, dell'operato tedesco nei confronti della Grecia durante l'eurocrisi». Il più importante di questi funzionari è Klaus Regling, direttore del Mes (il discusso fondo Salva Stati), «il quale durante una cena a Parigi con Costa-Gavras avrebbe chiesto al regista di astenersi dal portare avanti il suo progetto cinematografico, annunciato per il 2017». Già questo è un segnale di quanto Regling sapesse di avere la coda di paglia, essendo stato proprio lui, come capo del Mes, a imporre alla Grecia, dal 2012 in poi, misure di austerity devastanti, che comportarono tra l'altro un taglio di oltre il 50% degli stipendi pubblici e delle pensioni, tasse a go-go, una disoccupazione di massa, la perdita di un terzo del pil e la ristrutturazione del debito pubblico, i cui titoli scesero, come valore, al livello della spazzatura. Un salvataggio che, a conti fatti, si è rivelato fallimentare, come ha confermato uno studio recente dell'ex commissario Ue Joaquìn Almunia.

Intanto oggi a Roma "I gruppi di maggioranza hanno presentato la sospensiva per non procedere all'esame del ddl (di ratifica del Mes ndr) per un periodo di 4 mesi", ha annunciato in Aula alla Camera Andrea Di Giuseppe (Fdi), intervenendo nella discussione generale sul ddl di ratifica del Mes. "La sospensiva presentata dalla maggioranza sarà votata prima dell'esame articoli del provvedimento che è rinviato alla prossima seduta".

Lo afferma il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, al termine della discussione generale sulla ratifica del Mes. "Il Mes è un tema che non mi viene posto; forse non c'è la stessa attenzione che c'è nel dibattito italiano", ha detto la premier Giorgia Meloni.

Il MES, nella sua configurazione attuale, rimane, quindi, un'organizzazione intergovernativa, dunque non rientrante negli organismi dell'Unione europea e, per questo, non soggetto al controllo democratico del Parlamento europeo né a quello tecnico della Commissione europea, e questa componente privatistica può generare conflitti con la gestione pubblica della politica economica".

"Abbiamo chiesto tutti insieme di rinviare di quattro mesi il Mes per fare una valutazione complessiva. Nessun problema con l'Europa. Non sono contrario in principio, ma ci sono troppe cose che non funzionano. Deve essere sottoposto a controllo istituzioni comunitarie. Lo dico io che sono un europeista convinto, non ci sono problemi. Non siamo contrari alla ratifica del Mes, ma ci sono cose da chiarire", le parole di Antonio Tajani, Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, a margine del suo intervento a Fenix, festa di Gioventù Nazionale al Laghetto dell'Eur a Roma."I gruppi di maggioranza hanno presentato la sospensiva per non procedere all'esame del ddl (di ratifica del Mes ndr) per un periodo di 4 mesi", ha annunciato in Aula alla Camera Andrea Di Giuseppe (Fdi), intervenendo nella discussione generale sul ddl di ratifica del Mes. "La sospensiva presentata dalla maggioranza sarà votata prima dell'esame articoli del provvedimento che è rinviato alla prossima seduta".

 

 

 

 

 

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