Proposta per una missione UE di salvaguardia del cessate il fuoco in Libia

Haftar prima della conferenza era volato ad Atene e ha aperto un nuovo fronte diplomatico. Il premier greco Kyriakos Mitsotakis è infuriato per il memorandum siglato da al Serraj con la Turchia sulle trivellazioni nel Mediterraneo e ha minacciato un veto su qualsiasi accordo di pace dovesse emergere dal processo di Berlino. Il ministro degli Esteri greco, Nikos Dendias, ha detto di ritenere "nullo" il memorandum e Mitsotakis ha annunciato che "la Grecia metterà il veto a ogni soluzione politica in Libia", se il memorandum tra Tripoli e Ankara "non viene revocato". Sembra chiaro però - secondo fonti vicine al dossier - che i memorandum firmati in queste ore verrebbero "superati" da un'eventuale processo di pace.

Sempre per favorire un risultato positivo della Conferenza, Angela Merkel prima della conferenza è volata a Istanbul per incontrare il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, ma ha avuto un colloquio telefonico con Putin in vista di domenica e ha anche chiamato il premier greco Mitsotakis per raffreddare il fronte greco.
 
Erdogan, invece, continua a gettare benzina sul fuoco: in mattinata ha definito Haftar "un uomo inaffidabile" che starebbe continuando "a bombardare Tripoli". Sul fronte opposto dei sostenitori di Haftar, in una telefonata con il ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio e il collega greco Dendias, il capo della diplomazia egiziana Sameh Shoukri avrebbe avvertito che l'invio delle truppe turche in Libia, a sostegno di Serraj, rappresentano "un rischio negativo per la Conferenza di Berlino e la situazione interna in Libia".

L'Alto rappresentante dell'Ue Josep Borrell dovrebbe presentare una proposta per una missione europea di salvaguardia del cessate il fuoco in Libia, sotto l'egida delle Nazioni Unite, in occasione del prossimo Consiglio Affari esteri di febbraio. In quella sede dovrebbe presentare anche una proposta per rilanciare il mandato dell'operazione Sophia, per il monitoraggio dell'embargo sulle armi. Si apprende da fonti diplomatiche europee, a margine del Consiglio Esteri Ue, ancora in corso. Tuttavia le stesse fonti sottolineano che ancora non si può parlare di un vero e proprio cessate il fuoco in Libia, ma solo di una tregua, perché le due parti in conflitto, il tripolino Fayez Serraj e l'uomo forte della Cirenaica Khalifa Haftar, non hanno sottoscritto la dichiarazione della Conferenza di Berlino.

E' arrivato il via libera alle conclusioni finali del summit, secondo la bozza circolata nelle ultime ore.

Al tavolo riuniti tutti i Paesi Ue ed extra Ue che hanno dato il loro ok alla dichiarazione finale mancano, tuttavia, i due leader libici Fayez Sarraj e Khalifa Haftar non hanno firmato il documento

"Tutti gli Stati sono d'accordo che abbiamo bisogno di una soluzione politica e che non ci sia alcuna chance per una soluzione militare", ha detto Angela Merkel al termine della conferenza. "Abbiamo messo a punto un piano molto ampio, tutti hanno collaborato in modo molto costruttivo, tutti sono d'accordo sul fatto che vogliamo rispettare l'embargo delle armi con maggiori controlli rispetto al passato". A Berlino "non abbiamo risolto tutti i problemi" sulla Libia ma "abbiamo creato lo spirito, la base per poter procedere sul percorso Onu designato da Salamé".

"Ci possiamo ritenere soddisfatti perché comunque abbiamo ottenuto passi avanti", ha detto il premier Giuseppe Conte parlando con Luigi Di Maio al punto stampa dopo la Conferenza di Berlino sulla Libia. "Ne abbiamo parlato e l'Italia è disponibile ad essere in prima fila per un impegno di responsabilità anche sul monitoraggio della pace. Ovviamente dovremo passare dal Consiglio di sicurezza dell'Onu". Alla base del documento "c'è un impegno di tutti gli stakeholders, comunità internazionale compresa, ad evitare ingerenze" in Libia. Lo dice il premier Giuseppe Conte parlando al punto stampa dopo la Conferenza di Berlino.

"Tutti si sono impegnati a ritirarsi dalle interferenze negli interessi libici. E' un principio che deve essere rispettato", ha sottolineato il segretario generale Onu, Antonio Guterres al termine della Conferenza di Berlino. Guterres ha espresso "profonda gratitudine per Merkel e l'iniziativa di questa conferenza, il suo impegno contribuirà alla stabilità della Libia", ha aggiunto ribadendo che "non c'é soluzione militare, lo hanno detto tutti i partecipanti. Tutti vogliamo negoziati sotto l'egida dell'Onu che portino ad una soluzione pacifica della crisi".

"Oggi è un giorno meraviglioso", ha detto l'inviato speciale dell'Onu per la Libia Ghassem Salamè auspicando che da domani si possa implementare tutto quello che è stato deciso oggi.

"La conferenza di Berlino ha raggiunto i risultati che si era data. Non sono stati risolti tutti i problemi, ma è stato compiuto il passo in avanti che aspettavamo. Tutti gli attori al tavolo, coinvolti nel conflitto in Libia, hanno infatti firmato una dichiarazione finale che contiene quanto richiesto dall'Italia in queste settimane": è quanto scrive su Facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, secondo il quale "bisogna comunque essere cauti e continuare a lavorare ogni giorno".

Di Maio: 'Ue parli con una sola voce'. Conte: 'Lavoriamo per un efficace cessate il fuoco e per alimentare un processo politico in modo da rilanciare le funzioni del Consiglio presidenziale libico - ha scritto su Twitter il premier - e del Governo libico per una stagione di riforme che riguardino il piano politico-istituzionale, economico, di sicurezza'. E nel Palazzo della Cancelleria a Berlino, Conte e Di Maio incontrano il segretario di Stato americano Mike Pompeo.

"Stop alla vendita di armi, l'unica via è il dialogo, l'Ue deve parlare con una sola voce", dice intanto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio illustrando la linea italiana.

La conferenza di Berlino "è una tappa importante" per cementare il cessate il fuoco in Libia, dice il presidente turco Recep Tayyip Erdogan.

"Esortare le parti libiche a fermare tutte le ostilità contro le strutture petrolifere" del Paese. E' uno dei punti contenuti nella bozza della dichiarazione finale della Conferenza di Berlino, secondo le ultime anticipazioni riportate da Al Arabiya in un tweet. Ieri la National Oil Corporation libica è stata costretta su pressione del generale Khalifa Haftar a chiudere i terminal petroliferi della Cirenaica.

"Oggi si svolge a Berlino una conferenza volta a discutere della crisi in Libia. Auspico vivamente che questo vertice, così importante, sia l'avvio di un cammino verso la cessazione delle violenze e una soluzione negoziata che conduca alla pace e alla tanto desiderata stabilità del Paese", ha detto papa Francesco in Piazza San Pietro dopo la recita dell'Angelus.

Angela Merkel ha ricevuto tutti i leader internazionali invitati: soltanto la Tunisia ha rifiutato perché coinvolta tardivamente. Il premier Fayez Al Sarraj e il generale Khalifa Haftar hanno avuto colloqui separati con la cancelliera prima degli inizi dei lavori. In serata la cancelliera ha sentito separatamente i protagonisti libici riferendo poi le posizioni di entrambi in un nuovo tavolo dei lavori.

"L'Europa deve fare autocritica. Gli europei sono arrivati troppo tardi", dice il premier libico Fayez al Sarraj al Welt am Sonntag. Il primo ministro Sarraj si mostra deluso anche per le divergenze delle posizioni in Europa sulla questione libica, con la Francia più favorevole al rivale Haftar. "Ci saremmo aspettati che la Ue si schierasse in modo chiaro contro l'offensiva di Khalifa Haftar, e che aiutasse a risolvere la crisi attuale". "L'Europa purtroppo ha avuto finora un ruolo molto modesto. Anche se alcuni Paesi hanno un rapporto speciale con la Libia e sono nostri vicini con molti interessi in comune", ha aggiunto Sarraj.

La Germania ospiterà una seconda conferenza a Berlino, il prossimo mese, che avrà la funzione di monitorare la situazione in Libia. Lo ha annunciato questa mattina il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas. "Abbiamo deciso di organizzare una conferenza di monitoraggio all'inizio di febbraio a livello di ministri degli Esteri", ha spiegato il capo della diplomazia tedesca.La questione, dopo i progressi di ieri, è raggiungere una tregua completo e avviare un processo politico che apra la strada a una pace duratura, ha aggiunto Maas. 

Al termine del vertice di domenica i leader mondiali si sono impegnati a non interferire nel conflitto nel paese nordafricano e di sostenere l'embargo sulle armi.  Merkel: occorre soluzione politica "Tutti gli Stati sono d'accordo che abbiamo bisogno di una soluzione politica e che non ci sia alcuna chance per una soluzione militare". Così ieri Angela Merkel ha parlato alla stampa al termine della conferenza internazionale di Berlino sulla Libia. "Abbiamo messo a punto un piano molto ampio- dice-, tutti hanno collaborato in modo molto costruttivo, tutti sono d'accordo sul fatto che vogliamo rispettare l'embargo delle armi con maggiori controlli rispetto al passato". Ue Borrell: ora  bisogna capire come implementare "È stato un buon incontro, sono stati nominati i cinque componenti per il Comitato militare congiunto per la Libia". 

Così Josep Borrell, Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, quando gli è stato chiesto degli esiti della Conferenza di Berlino tenutasi ieri. "Dobbiamo usare questa occasione per avanzare verso una soluzione" ha detto a margine del Consiglio affari esteri in programma oggi al Consiglio europeo a Bruxelles. Borrell ha continuato: "Il cessate il fuoco ha bisogno di qualcuno che se ne occupi, come la questione dell'embargo delle armi". "Ci sono mote cose ancora da discutere per capire come implementare l'incontro di ieri" ha concluso il rappresentante Ue. Oggi al Consiglio si parlerà di Libia, ma anche di clima, ha fatto sapere Borrell, riferendosi al vertice One Planet Summit della settimana scorsa a Parigi. 

Di Maio: l'Italia è pronta a svolgere "un ruolo di primo piano" L'Italia è pronta a svolgere "un ruolo di primo piano per il monitoraggio della pace in Libia", ha  il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, il quale dopo Berlino oggi è a Bruxelles per partecipare al Consiglio degli Affari Esteri, che deve dare una prima risposta ai passi decisi alla conferenza internazionale svoltasi domenica nella capitale tedesca sulla crisi libica. "Vi garantisco che lavoreremo in maniera serrata per raggiungere l'obiettivo comune: la fine delle ostilità", aggiunge Di Maio nel post su Facebook. 

Il capo della diplomazia italiana ricorda come, tra i punti concordati a Berlino, ci siano molte delle proposte su cui insisteva l'Italia: "Il rispetto dell'embargo delle armi con relative sanzioni per chi viola le regole, la necessita' di agire solo tramite azioni politiche escludendo quelle militari e il monitoraggio costante della situazione in Libia".  

Il Presidente turco Erdogan: a coordinare il processo di pace sia Onu e non Ue  "Visto che è coinvolta l'Onu, non è corretto che l'Ue intervenga come coordinatore del processo" di pace in Libia, ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, commentando l'esito della conferenza di Berlino con i giornalisti al seguito sul volo di ritorno dalla Germania. "I nostri passi nel processo libico hanno raggiunto un equilibrio politico. Se la tregua dovesse essere rispettata continueremo a sostenere questa pista sul campo e nelle discussioni", ha dichiarato il Erdogan citato dall'agenzia stampa turca, Anadolu.  

Torna la calma a Tripoli È tornata intanto la calma a Tripoli, dopo i nuovi, violenti scontri avvenuti nella serata di domenica a sud della capitale, lungo l'asse della strada che collega l'aeroporto all'altopiano meridionale. Gli scontri erano scoppiati poco dopo la conclusione della conferenza internazionale convocata a Berlino per cercare di riportare la pace in Libia. E i colpi di artiglieria, ha riferito una fonte al sito Libya Akhbar, sono stati uditi perfettamente in tutta la capitale.  

Ma stamani si registra anche una netta presa di posizione del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che, commentando l'esito della conferenza di Berlino, ha detto: "Visto che è coinvolta l'Onu, non è corretto che l'Ue intervenga come coordinatore del processo" di pace in Libia. Lo ha detto.

Se il cessate il fuoco che abbiamo chiesto con Putin verrà rispettato, si aprirà anche un processo politico" in Libia, ha aggiunto Erdogan. "La presenza della Turchia in Libia ha aumentato le speranze di pace. I passi che abbiamo compiuto hanno portato un equilibrio al processo. Continueremo a supportare un processo politico sia sul terreno sia al tavolo delle trattative. La Turchia è la chiave per la pace", ha aggiunto il leader di Ankara.

Il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas, ha fatto sapere che "l'Unione europea e è al lavoro per integrare l'accordo sul cessate il fuoco" raggiunto domenica a Berlino con il rispetto "dell'embargo sulle armi", per questo "a inizio febbraio si terrà a Berlino una nuova conferenza di aggiornamento" sulla situazione in Libia "a livello dei ministri degli Esteri". "Il nostro obiettivo - ha aggiunto Maas, arrivando al Consiglio degli Esteri Ue - è stato raggiunto ma era solo il punto di partenza. Ora il grande problema è un armistizio completo e un processo politico che apra la strada a una pace duratura".

"Penso che" la missione europea Sophia "dovrebbe essere fatta rivivere". Queste le parole dell'Alto rappresentante dell'Ue Josep Borrell, arrivando al consiglio Esteri dell'Ue. "E' troppo presto" per parlare della partecipazione della Svezia ad una missione in Libia ma se ci sarà una proposta in questo senso, la valuteremo e la discuteremo in Parlamento" ha commentato la ministra degli Esteri svedese Ann Linde. Dello stesso tono il commento del ministro degli Esteri austriaco Alexander Schallenberg: "Non siamo ancora arrivati al momento" per una missione di pace Ue in Libia, "ora è il momento di garantire il cessate il fuoco e il quadro politico adeguato". L'accordo raggiunto ieri a Berlino "è da accogliere come una svolta e una prima notizia positiva, ora bisogna garantire un processo politico sostenibile" al Paese nordafricano con l'aiuto di "Ue e Nazioni Unite insieme", ha aggiunto.

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